SHOMER MA MI-LLAILAH
(Sentinella quanto manca della notte?)
Era ancora notte, e loro si sono messe per strada.
โIl primo giorno, al mattino presto, esse si recarono al sepolcroโ. La notte durerร ancora ma il mattino sta venendo (Is 21,12).
ร notte anche per noi, davanti al mostro evidente del male assoluto che si chiama guerra.
Ascolta โp. Ermes Ronchi โ Commento al Vangelo di domenica 20 Aprile 2025โ su Spreaker.Luca non scrive il soggetto di questo andare, ma lo sappiamo tutti che sono loro, le donne, quelle che ci raccontano la morte e le sette parole di Gesรน in croce, che hanno raccolto il suo grido, che lโhanno profumato ancora una volta con oli aromatici per contrastare, come possono, come sanno, la morte.
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Davanti alla pietra rovesciata e al vuoto angosciante, per le donne non cโรจ subito la fede, si alza solo lโimmensa domanda: cosโรจ questo?
La fede non รจ immediata, รจ un lavorรฌo, un esile filo, scalpello su dura pietra, e comincia con il domandare: cosโรจ questo che accade?
Sono necessari due angeli e una nuova annunciazione. Dice Luca che sono sfolgoranti, quasi vestiti di lampi, di scampoli di luce: perchรฉ cercate tra i morti colui che รจ vivo? Non รจ qui. ร risorto.
Una cascata di bellezza, unโabbagliante luce che da un nome a Gesรน: โColui-che รจ-vivo!โ: quello che avete visto chiudere nella roccia, quellโuomo che vi ha aperto orizzonti infiniti, รจ vivo.
La differenza tra fede e non fede non รจ Gesรน, รจ la Pasqua di Gesรน!
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Non รจ un fantasma, non รจ un ricordo: รจ lui!
Lui cโรจ, ma non qui; รจ altrove, รจ piรน avanti, cercatelo dappertutto ma non fra le cose morte, non nei cimiteri, รจ in giro per le strade, per gli occhi, per i cuori, bussa alle case, aspetta che gli si apra e i suoi teli profumano di sole.
Lo incontri, ci inciampi addosso, lo urti, ti tocca, ti parla, ti abbraccia.
Eโ risorto! E lo dicono con un verbo umile e concreto: Si รจ svegliato. Non sanno come dire la risurrezione, e allora Luca, Marco, Matteo usano i verbi del mattino, quando riprendiamo vita, lavori, amori, gioie e fatiche. Si รจ svegliato, svegliamoci da questa vita assopita!
Svegliati, alzati. Guarda, ascolta, immagina cieli nuovi e apri le tue braccia!
Noi siamo cosรฌ, come quelle donne, siamo creature di desiderio e di stupore. Eโ illogica la Pasqua, รจ tutto contro ogni ragione, quella mattina.
Ma la vita non si misura da quanti respiri facciamo, si misura da tutti quei momenti che ci tolgono il respiro.
Nella mattina di Pasqua, tra donne, profumi e parole di angeli cโรจ unโarmonia di segni cosmici nuovi, di partenze al levar del sole, dentro il profumo del giardino, nellโintrecciarsi armonioso della prima stagione dellโanno, il primo plenilunio, il primo giorno della settimana, la prima ora del giorno.
Non vediamo la luce, รจ ancora notte, โcโรจ ancora il suono che fa il silenzioโ (F. Guccini), ma il giorno nuovo viene.
Il dolore รจ a un passo, ma รจ a un passo anche lโamore, stupendamente vivo.
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.