p. Ermes Ronchi โ€“ Commento al Vangelo di domenica 2 Aprile 2023

1132

Le cose di Dio se gli siamo molto vicini pesano di piรน

La domenica delle Palme ci immerge in uno dei momenti piรน festosi della vita di Gesรน: un fiume di sorrisi, dal monte degli ulivi al tempio. E attorno era primavera, allegra e potente, come adesso.

Non ho piรน dimenticato un dialogo di molti anni fa con un monaco trappista dellโ€™abbazia di Orval, in Belgio. Davo una mano nella โ€œbrasserieโ€, cercando di rendermi utile, quando mi venne da chiedergli: ยซPadre, ma lei non si รจ mai stancato di Dio? Di pregare, di pensare a lui, di dargli tutto il tempo? Quando ci si stanca di Dio, cosa dobbiamo fare?ยป.

Mi aspettavo che dicesse: ma come si fa a stancarsi di Dio? Vuol dire che siamo credenti da pocoโ€ฆ Invece mi guardรฒ con i suoi occhi profondi, e mi raccontรฒ di una omelia di san Bernardo ai suoi monaci: ยซnel giorno delle Palme, nel corteo che accompagna il Maestro e i discepoli giรน dal monte degli ulivi, cโ€™รจ chi canta, chi applaude, chi fa ala e stende i mantelli, chi agita rami di palma: un giardino che cammina.

Chi piรน vicino a Gesรน, chi piรน lontano. Ma tutti contenti. Cโ€™รจ perรฒ un personaggio che fa piรน fatica di tutti, anche se รจ forte, anche se รจ il piรน vicino, ed รจ lโ€™asina con il suo puledro (Matteo 21,2), su cui hanno steso i mantelli, su cui รจ salito Gesรน. Chi sente tutto il peso di quellโ€™uomo da portare su per lโ€™erta che sale dal torrente Cedron verso il tempio e si stanca, รจ lโ€™asina.

รˆ la piรน vicina a Gesรน eppure quella che fa piรน fatica. Cosรฌ anche noiยป continuรฒ ยซquando facciamo fatica, quando sentiamo il peso delle cose di Dio, forse questo accade perchรฉ siamo molto vicini al Signore, stiamo portando lui e insieme il peso del cielo sopra di noi, con le sue nuvole scure da spingere piรน in lร . Lโ€™importante รจ continuare: poco dopo cโ€™รจ Gerusalemmeยป. [โ€ฆ] Continua a leggere tutto il testo di questo commento su Avvenire


Ulteriore commento di p. Ermes

Lโ€™ATTO Dโ€™AMORE PERFETTO

Gli ultimi giorni di Gesรน: dallโ€™entrata in Gerusalemme, al rinnegamento di Pietro, fino alla folle corsa di Maria nel mattino di Pasqua, quando anche la pietra del sepolcro si veste di angeli e di luce, e ogni paura vola via.

Giorni supremi dal respiro profondo, respiro del tempo che cambia ritmo nellโ€™attesa di qualcosa, di qualcuno che viene.

Lโ€™attesa ci fa passare attraverso il volto amico di Maria, che a Betania prende fra le sue mani i piedi di Gesรน, ben povero tesoro, dove nulla cโ€™รจ di divino, solo la stanchezza di essere uomo. Carezze di nardo su quei piedi cosรฌ lontani dal cielo, cosรฌ vicini alla polvere con cui Dio fece Adamo.

Una carezza sui piedi di Dio. Piedi sulle strade di Galilea e sul mio cuore, dove anchโ€™io sono polvere e cenere. Dio non ha ali, ma piedi per perdersi con me nelle strade della storia.

Dio viene come un Re mendicante. A Betlemme la sua famiglia era ricca dโ€™amore e la speranza viaggiava a dorso di un asinello, ora รจ cosรฌ povero e solo da non possedere neanche la piรน povera bestia da soma. Un amante disarmato.

- Pubblicitร  -

Benedetto Colui che viene, benedetto perchรฉ viene! รˆ stupendo poter dire: Dio viene. In queste strade che sentono di folla, nella mia casa che sa di pane, Dio viene ancora. Si avvicina, รจ alla porta.

Poi Gesรน si consegna alla morte. Perchรฉ? Per essere con me e come me, perchรฉ io possa essere con lui e come lui, il volto vero e alto dellโ€™uomo, come quando appare al balcone di Pilato (ecco lโ€™uomo!) col volto intriso di sangue, ed รจ il balcone del mondo dove รจ ancora crocifisso in tutti i suoi fratelli, straziato nella loro carne, straziata e santa.

In questa lenta settimana, possiamo seguire Gesรน ora per ora. La cosa piรน santa che possiamo fare รจ stare con lui come le donne, come il centurione esperto di morte, per provare a capire che lรฌ, in quellโ€™agonia, canta il primo vagito di un mondo nuovo.

Cosa ha visto in lui il centurione pagano? Il guerriero non ha assistito a nessuna risurrezione, solo a una esecuzione capitale, a una morte da schiavi.

Cosa ha visto nello strazio di un morente? Un terremoto, una passione che, come vento di primavera, trema indomita sulla croce, una forza che scuote le pietre dei sepolcri, che non lascia dormire la polvere, ma vi fa entrare il respiro del mattino. La croce รจ lโ€™abisso dove Egli viene da amante.

Il soldato ha visto che รจ possibile un altro modo di essere uomini. Ha visto il mondo capovolgersi: Dio che dร  la vita anche a chi gli dร  la morte; che non risponde al male con un di piรน di violenza, ma prendendolo su di sรฉ.

La croce รจ lโ€™immagine di Dio piรน pura, piรน alta, piรน bella della nostra fede; qualsiasi altro gesto ci avrebbe confermato una falsa idea di Dio. Solo la croce toglie ogni dubbio: lui รจ con me, fino allโ€™estremo, per sempre.

Incantati, poggiamo saldi sulla cosa piรน bella del mondo: un atto dโ€™amore, un dono dโ€™amore, perfetto.

AUTORE: p. Ermes Ronchi FONTE: Avvenire e PAGINA FACEBOOK