p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 14 Maggio 2023

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Nel Dna umano un gene divino

✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Gv 14, 15-21

Sette versetti, nei quali Gesù ripropone, per sette volte, il centro del suo messaggio: in principio a tutto e a compimento di tutto, è posta la stessa azione: amare, pietra d’angolo e chiave di volta della vita viva. La legge tutta è preceduta da un “sei amato” e seguita da un “tu amerai”. Sei amato, fondazione della legge; amerai, il suo compimento. Chiunque astrae la legge da questo principio amerà il contrario della vita» (P. Beauchamp). Amerà la morte.«Se mi amate».

Gesù non detta regole, si fa mendicante d’amore rispettoso e paziente. Entra silenzioso e a piedi nudi nel tessuto più intimo della vita. Non rivendica amore per sé, lo spera. Lo fa con estrema delicatezza, mettendo a capo di tutto un “se”. Il punto di partenza più umile, fragile, fiducioso, paziente: «se mi amate». Nessuna minaccia, nessun ricatto. Puoi accogliere o no, in totale libertà.

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Ma amarlo è pericoloso: amore è parola che brucia le labbra se pronunciata male, se suona incoerente. «Se mi amate, osserverete…» un bellissimo automatismo, radice della coerenza: solo se ami, osservi. Che cosa? «I miei comandamenti». Non le tavole di pietra del Sinai, ma il suo, il nuovo, l’unico, la cronaca del suo amore diventata legge: lui che si perde dietro alla pecora perduta, dietro a pubblicani e prostitute e vedove povere, che fa dei bambini i principi del regno, che ama per primo e in perdita. […] Continua a leggere tutto il testo di questo commento su Avvenire


Altro commento di p. Ermes

A TU PER TU CON LA LA PAZIENZA DEL “SE…”

Se ami non potrai ferire, tradire, rubare, violare. Se mi ami, diventerai un’altra persona. Sarai trasparenza di me,  eco delle mie parole e del mio vento. Se mi ami, si spalancherà per te il mare immenso di Dio, e tu ne farai parte.

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In questo passo del Vangelo di Giovanni, Gesù chiede, per la prima volta, di essere amato. In principio a tutto, pone un legame d’amore. La sua prima parola è “se”: se mi amate. Un punto di partenza libero, umile, fragile, fiducioso, paziente. Puoi aderire o rifiutare, in totale libertà.

La sua parola finora diceva: amerai Dio e il prossimo, vi amerete gli uni gli altri; ora agli obiettivi dell’amore aggiunge se stesso. ‘Se mi amate’: e seguono parole che grondano unione, vicinanza, intimità, un tu per tu con Dio, in divina monotonia: il Padre vi darà lo Spirito, che rimarrà con voi, che sarà presso di voi, che sarà in voi; io stesso verrò da voi, e se voi sarete in me, io sarò in voi.

Chi ama osserverà il suo comandamento, il nuovo, l’unico: amatevi come io vi ho amato, e farlo diverrà per lui naturale, perché l’amore ti cambia la vita, e se ami non potrai ferire, tradire, rubare, violare, restare indifferente. 

Se mi ami, ti trasformerai in un’altra persona, prolungherai i miei gesti e diventerai trasparenza di me. Sarai eco delle mie parole e del mio vento. Se mi ami, si spalancherà per te il mare immenso di Dio, e tu ne farai parte.

Gesù cerca spazi aperti e spazi nel cuore, ma amarlo è rischioso. Infatti per sette volte ribadisce il suo sogno: unirsi, abitare in noi: essere-in. Non soltanto “essere accanto”, presso, vicino, ma “essere-in”. Dentro, immersi, uniti, nella stessa creta, fino a diventare l’uno casa dell’altro.

E lo fa con parole che dicono unione, incontro, intimità, festa umile e sublime nella comunione, in una circolarità infinita. Ognuno è goccia della sua sorgente, fiamma dell’unico roveto, respiro nel suo vento, riflesso del suo sguardo.

Quindi non temete, mai vi lascerò orfani. Or­fano è parola legata all’e­sperienza della morte e del­la separazione, ma Gesù afferma: non abbiate paura! Non lo siete ora e non lo sa­rete mai. Mai orfani, mai se­parati da me.

La presenza di Cristo in me non è quindi da raggiungere, non è lontana. È già data, è qui, è dentro e indissolubile, oceano immenso che mai verrà meno.

E infine la promessa di Gesù: io vivo e voi vivrete. Lui che vive e fa vivere: cinge un asciugamano e lava i piedi, che spezza il pane, che nel giardino piange nel cuore dell’amica, che sulla spiaggia prepara il pesce per consolare i suoi. Comandamenti che confortano la vita. Vivrete, perché io vivo: il mestiere di Dio è far vivere.

Chi ama, vive: perché il tempo dell’amore è più lungo del tempo della vita, perché forte come la morte è l’amore, e le grandi acque non possono spegnerlo né i fiumi travolgerlo.

Il cristiano è così: un amato che diventa amante.

Un Vangelo da mistici, di fronte al quale si può solo tacere, portando la mano alla bocca. La mistica però è un’esperienza per tutti: “il cristiano del futuro o sarà un mistico o non sarà” (Karl Rahner).

AUTORE: p. Ermes Ronchi FONTE: Avvenire e PAGINA FACEBOOK