p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 14 Agosto 2022

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Chiamati a custodire il bruciore del fuoco

Padre Ermes Ronchi commenta il brano del Vangelo di domenica 14 agosto 2022

Fuoco e divisione sono venuto a portare. Vangelo drammatico, duro e pensoso. E bellissimo. Testi scritti sotto il fuoco della prima violenta persecuzione contro i cristiani, quando i discepoli di Gesù si trovano di colpo scomunicati dall’istituzione giudaica e, come tali, passibili di prigione e morte. Un colpo terribile per le prime comunità di Palestina, dove erano tutti ebrei, dove le famiglie cominciano a spaccarsi attorno al fuoco e alla spada,
allo scandalo della croce di Cristo.

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra. Il fuoco è simbolo altissimo, in cui si riassumono tutti gli altri simboli di Dio, è la prima memoria nel racconto dell’Esodo della sua presenza: fiamma che arde e non consuma al Sinai; bruciore del cuore come per i discepoli di Emmaus; fuoco ardente dentro le ossa per il profeta Geremia; lingue di fuoco a Pentecoste; sigillo finale del Cantico dei Cantici: le sue vampe sono vampe di fuoco, una scheggia di Dio infuocata è l’amore.

Sono venuto a gettare Dio, il volto vero di Dio sulla terra. Con l’alta temperatura morale in cui avvengono le vere rivoluzioni.

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Pensate che io sia venuto a portare la pace? No, vi dico, ma divisione. La pace non è neutralità, mediocrità, equilibrio tra bene e male. “Credere è entrare in conflitto” (David Turoldo). […]

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GIORNI D’ANGOSCIA per GESU’

Giudicate da voi stessi, intelligenti e liberi, svegli e sognatori, andando oltre la buccia delle cose.

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra. E come vorrei che fosse già acceso! Pensate che io sia venuto a portare la pace? No, vi dico, ma la divisione.

Gesù manifesta tutta la sua angoscia: ormai all’orizzonte si stagliano i bagliori di un incendio che lo coinvolgerà: ho un battesimo nel quale sarò battezzato e come sono angosciato finché non sia compiuto!

Il Dio biblico non porta la falsa pace dell’imparzialità o dell’inerzia, ma “ascolta il gemito” dei poveri e dei piccoli, e poi prende posizione contro i faraoni di sempre. Dio non è neutrale: vittime o carnefici per lui non sono la stessa cosa, tra ricchi e poveri ha delle preferenze, e si schiera. Sono venuto a portare la divisione, quella che si realizza quando gli affamati di giustizia si oppongono ai fabbricanti di ingiustizia, quando i puri di cuore prendono le distanze dal corrotto e corruttore, quando i prigionieri escono dalle segrete e si mettono in cammino nel sole.

Ci capita, a volte, di essere senza fuoco, battezzati non nel fuoco ma nella cenere, di maneggiare le armi letali dell’indifferenza e della freddezza: restando muti davanti al grido dei poveri e di madre terra, mentre soffiano i veleni degli odi, si chiudono approdi, si alzano muri, avanza la corruzione, si avvelena la casa comune. Non si può restarsene inerti a contemplare la vita che ci scorre a fianco, malata. Altrimenti il male avanzerà e si farà sempre più arrogante e legittimato.

“Sono venuto a portare il fuoco”. Ecco l’alta temperatura morale in cui soltanto avvengono le trasformazioni positive del cuore e della storia, in cui si è creativi.

La Evangelii gaudium invita i credenti alla creatività nella missione, nella pastorale, nel linguaggio. Propone instancabilmente non l’omologazione, ma l’unicità; invoca non l’obbedienza ma l’originalità del vivere. Fino a suggerire di non temere eventuali conflitti che ne possono seguire (Eg 226), perché senza conflitto non c’è passione.

Continua il Vangelo: Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Un invito pieno di energia, rivolto proprio a tutti: non seguite il pensiero dominante, non accodatevi alla maggioranza o ai sondaggi d’opinione.

Giudicate da voi stessi, intelligenti e liberi, svegli e sognatori, andando oltre la buccia delle cose: «La differenza decisiva non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa» (C.M. Martini). Tra chi si domanda che cosa c’è di buono o di sbagliato in ciò che accade, e chi non si domanda più niente.

Giudicate da voi… Siate profeti, siate profeti anche scomodi, dice il Signore. Anche oggi, a casa nostra, i nostri messaggi di coerenza possono essere una moltitudine, ogni giorno, tra gli adulti e tra i bambini. Creatività e coerenza. E far divampare quella goccia di fuoco che lo Spirito ha seminato in ogni vivente.

AUTORE: p. Ermes Ronchi FONTE: Avvenire e PAGINA FACEBOOK