p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo del giorno (MEDITAZIONE), 11 Aprile 2020

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La Parola nel tempo della distanza

 INSIEME SOTTOVOCE

Giorno di mezzo, dopo la croce e prima della pietra rotolata via. Tempo del seme che dorme nella terra. Giorno silenzioso, senza Parola di Dio, quasi senza identità.
Forse lo possiamo capire stando in casa con gli 11 e le donne, chiusi con loro come se non sapessimo nulla. Proviamo a rivivere quei momenti.

Disorientamento totale: l’amico più caro con cui avevano condiviso tre anni di vita, quello che camminava davanti, per cui avevano abbandonato tutto, non c’è più.
Sono tramortiti, ma fanno la cosa giusta, di grande intelligenza spirituale: stanno insieme, non si separano, non fuggono ciascuno alla propria casa.
Un uomo da solo può essere travolto, insieme invece si fa argine comune, e il peso si fa più leggero perché con-diviso.
La prima comunità cristiana germoglia in questo stringersi l’uno all’altro, in quel sabato vuoto.
Che cosa li tiene uniti?

Tre cose: la paura di finire come lui, legami forti tra loro, affetto per Gesù.
Nel Credo recitiamo che Gesù fu sepolto e discese agli inferi.
È disceso nel fondo oscuro della storia e della materia, per darle energia ascensionale verso più luminosa vita.

È disceso nel fondo del mio essere, nelle mie zone di durezza e sterilità; nel fondo di ogni persona come forza di gravità celeste, di attrazione verso l’alto e verso l’altro, generoso di te.
È disceso nella vittima e nel carnefice, negli inferi della storia, nei sotterranei dei disperati, nei buchi dei dannati della terra, nei reparti di terapia intensiva…
E ora è qui, annuncio che i carnefici non avranno ragione delle loro vittime in eterno. Come la morte.

Anche se Cristo sembra allontanato dalla casa del mondo, egli è nella sua stanza più intima. E chi non accetta che il mondo avanzi così, faraoni e schiavi, quelli che vogliono cieli nuovi e nuova terra sanno che la Pasqua ormai ha penetrato la trama segreta della storia, e non riposerà…

Tu, semente che si disfa, entra nel profondo del cuore umano. E noi … staremo ad ascoltare la crescita del grano” (Tonino Bello), la crescita del mondo nuovo.

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