FESTA DEI SANTI E DEI PECCATORI CHE SI TENGONO PER MANOย
nell’immenso pellegrinaggio verso la vita, confortati da una parola dolce e forte:
santitร รจ uguale a felicitร .
Il vangelo delle beatitudini traccia il ritratto dei santi.
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Il loro volto non รจ severo, arcigno, ostile, ma รจ il volto sereno, lieto, felice di un’umanitร riuscita, realizzata, bella.
Le beatitudini non sono mai riferite direttamente a un atteggiamento religioso. La prima parte di ogni enunciato, quella che compete a noi uomini, non nomina mai Dio o il nostro rapporto con Lui.
Dice: Beati i poveri, gli afflitti, i miti, beati i misericordiosi, gli affamati, i puri…
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Sembrano doti umane, atteggiamenti umani.
ร la santitร delle strade, delle case, della vita quotidiana.
Eppure il Dio che sembra escluso emerge invece nella seconda parte di ogni beatitudine, come il garante, il premio, colui che su questi atteggiamenti del cuore e della vita, sulla mitezza, sull’umiltร , sullo spirito di pace, ha posto il suo sigillo e il suo futuro. Ha messo la sua presenza e la sua eternitร .
Una vita cosรฌ, che cerca di incarnare questi atteggiamenti, ha un futuro. ร una vita indistruttibile, garanzia non solo di un paradiso individuale ma di un futuro per il mondo.
ร significativa la terza beatitudine: ยซBeati i miti, perchรฉ erediteranno la terraยป.
La santitร รจ scesa, abita fra gli uomini, mette le sue radici sulla terra, parla il linguaggio degli uomini, รจ la santitร delle strade.
Le beatitudini raccontano la vicenda di Gesรน Cristo. Il santo allora non รจ un cristiano sempre oltre il limite, un uomo che esagera, duro e puro, ma semplicemente un cristiano in cui traspare il Signore, colui che, quando ha dettato le beatitudini, parlava di se stesso, dipingeva il proprio autoritratto.
I santi hanno certamente un segreto, ma non sta in misteriose profonditร , non risiede nella loro forza di volontร .
I santi sono gli amici di Dio. Si possono riconoscere se si รจ un poco attenti. Sรฌ, ci sono volti abitati da Dio.
Tutti siamo chiamati a essere beati.
ร la sola grandezza che sia alla portata di tutti.
Tutti chiamati a essere felici.
Non รจ nemmeno questione di volere. Non รจ questione di essere virtuosi.
La virtรน ha sempre qualcosa di arido, di forzato, esige una bravura che non ci sentiamo addosso (A. Casati).
Ma non si diventa santi per merito nostro. Si tratta, invece, di accogliere e di acconsentire.
Di accogliere la vita di Dio e consentire che la vita che urge dentro si espanda all’esterno.
Santitร รจ sintonia con la spinta interiore, con l’istinto purificato del cuore, con quel sussurro di felicitร , quel mormorio di felicitร che risuona dentro (cfr. 1Re 19,20) non appena acconsentiamo al Signore.
Fonte: Il canale Telegram di p. Ermes