Il commento al Vangelo del giorno a cura di padre Enzo Fortunato.
Trascrizione generata automaticamente da Youtube e rivista tramite IA.
Buonasera, buonasera, brava gente. Eccoci qui. Salutiamo la Madonnina che sta in quest’angolo, dove c’รจ la luce, e diciamo: “Sostienici, mamma nostra.”
Ed eccoci qua. ร stata una giornata intensa. Oggi siamo stati a San Pietro. Il Papa รจ ritornato dal viaggio e ha detto alcune cose sulla vita, sull’aborto. Insomma, sicuramente domani i quotidiani ne parleranno abbondantemente.
Ci mettiamo qui. Vedete, stiamo entrando nel refettorio. Salutiamo i nostri confratelli che vengono dal Ghana. Come ti chiami? Gregor, Gregor. Eccoci qua, pregate anche per Gregor che sta studiando. Sta mangiando adesso, sta terminando la cena. E l’altro confratello dov’รจ andato? No, sta in cucina. Ma lo salutiamo dopo. Quanti siamo qui? Una ventina, una ventina. Eccoci qua.
E allora, brava gente: uno, due, tre. Uno, due, tre. Eccoci qua. Buonasera, buonasera, buonasera. Ci siamo. Solo un attimo che chiudo la porta, che si sente “Sorella TV”, eh, perchรฉ i frati si informano. Eh, no? Giusto. Tranquillo, tranquillo, tranquillo. Eccoci qua, eccoci qua, brava gente.
E allora, come state? Ci prepariamo a questa nuova settimana, una settimana ricca di lavoro. Ci saranno diverse riunioni per preparare il piano di comunicazione della Basilica Papale di San Pietro e quindi di Papa Francesco. Ci saranno tante novitร che si avvicinano.
Ecco, qua ci sono anche altri fratelli del Ghana. Qui รจ una comunitร internazionale, siamo circa 20 frati, e siamo solo due italiani: io e il guardiano, vero? Io e Padre Germane, che voi avete conosciuto. Rinnoviamo gli auguri a quelli che portano il nome Michela, Gabriele e Raffaele.
Ma andiamo al motivo del nostro stare insieme. E stasera, subito dopo gli auguri, vorrei leggervi due belle lettere. Sono brevi, quindi avete imparato a scrivere brevemente. Continuate a mandare queste lettere, perchรฉ poi alcune le leggiamo anche il sabato a Tg1 Dialogo con Piero Damosso su Rai 1, e altre andranno sulla rivista del nuovo magazine di Papa Francesco.
ร stato davvero un bell’appuntamento, perchรฉ poi una di queste lettereโฆ basta, non mi fate dire piรน niente, eh. Ok, l’indirizzo ce l’avete: Enzo, Buongiorno brava gente, punto it. Appena รจ pronto l’indirizzo della redazione in Vaticano, della Basilica, vi darรฒ quello lรฌ, in modo che non si intasi la mia email.
Ecco qua, andiamo avanti, brava gente. Ascoltiamo il Vangelo di Luca:
“In quel tempo nacque una discussione tra i discepoli su chi di loro fosse il piรน grande. Allora Gesรน, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: ‘Chi accoglierร questo bambino nel mio nome accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti รจ il piรน piccolo fra tutti voi, questi รจ grande’. Giovanni prese la parola dicendo: ‘Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome, e glielo abbiamo impedito perchรฉ non ti segue insieme con noi’. Ma Gesรน gli rispose: ‘Non lo impedite, perchรฉ chi non รจ contro di voi รจ per voi’.”
Brava gente, allora ci troviamo a vivere una bella pagina di Vangelo, e ci sono dei momenti in cui il Signore ci fa comprendere delle cose.
Oggi รจ come se il Signore mi avesse fatto comprendere cosa significa mettere i bambini al centro. Vediamo tre passaggi di questo Vangelo, molto breve. Non la faccio lunga, che ieri l’ho fatta un po’ lunga. Mi sa che sono arrivato a 21 minuti. Dobbiamo stare nei 10 minuti. Vediamo se ci riusciamo, almeno per il commento; poi il resto, chi vuole rimane, e chi noโฆ perรฒ cerchiamo di essere brevi.
C’รจ un problema: Gesรน affronta un problema. C’รจ il problema dei discepoli, che iniziano a discutere tra loro. ร chiaro il Vangelo: sorse una discussione tra i discepoli, quindi un confronto. E credo che il Vangelo abbia anche ammorbidito la descrizione. Insomma, รจ successo qualcosa. C’รจ la fatica dei discepoli, c’รจ, se volete, anche il loro narcisismo. “Chi รจ il piรน grande?”, perchรฉ poi Giovanni fa la domanda e Gesรน risponde. C’รจ anche stanchezza, eh, dopo un anno e mezzo, due, stando con Gesรน. C’รจ la questione, se volete, dei primi posti. Quindi Gesรน affronta un problema, ed รจ interessante come Gesรน risponde a questo problema.
Cosa fa? Fa praticamente tre cose. La prima: ne parla, ne vuole parlare. Eh, uno dei migliori modi per affrontare qualsiasi problema รจ parlarne, รจ dialogare e affrontare il problema, non tenerselo dentro, alimentando maggiore ruggine e frizione. Quindi Gesรน affronta il problema, parlarne, primo aspetto. ร bellissimo questo, eh? Gesรน vuole affrontare il problema con i discepoli: ne parla.
Due: Gesรน poi fa un gesto, esterna una postura, cioรจ un modo di essere. ร interessante questa postura, no? Prese un bambino e se lo mise vicino. Probabilmente l’avrร appoggiato come facciamo molti di noi, no? Quando portiamo un bambino, una delle cose piรน belle che fa un adulto รจ dire: “Vieni qua.” A volte, con i miei nipotini facciamo questo tipo di gesto, o con dei bambini che conosciamo: lo avviciniamo, cerchiamo di poggiargli la mano sulla spalla, e poi lo facciamo sedere, insomma, sulle nostre ginocchia. Ecco, Gesรน esterna una postura. Questa รจ la postura. Gesรน si abbassa, praticamente, e si mette a livello del bambino.
Questa รจ la seconda cosa: non solo esterna una postura, ma esercita una paternitร . Questo gesto รจ una postura, ma a contempo anche una paternitร : rivela il cuore di Padre verso un bambino e manifesta la tenerezza. Poi dice una parola: “Chi accoglierร questo bambino nel mio nome accoglie me, chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato, il Padre.”
Vedete, parte dall’esercitare una postura e una paternitร , e rimanda alla fine al Padre. ร stupendo questo momento. Pensate, l’ho compreso oggi, meditando questa pagina, preparandomi per voi. E poi lo sapete che, da quando il Papa mi ha affidato la Giornata Mondiale dei Bambini, quando nei passi del Vangelo ricorrono i bambini, c’รจ un’attenzione maggiore, una riflessione maggiore, una preghiera ancora piรน intensa, piรน forte.
Quindi, primo passo: ne parla, affronta il problema. Il secondo: mette in atto un gesto, che รจ quello di abbassarsi, esternare una postura da padre, esercitare una paternitร . E terzo: sono le conseguenze di questi due momenti, la terza potremmo dire, il terzo aspetto di questo Vangelo breve ma intenso. Cosa sta chiedendo Gesรน? Facendo questo gesto, Gesรน affronta il problema, mette in atto un gesto, ci chiede qualcosa: ci chiede di uscire da noi stessi, di liberarci, se volete, del narcisismo, dell’essere aggrovigliati a noi stessi. Le frizioni nascono sempre da questo, i problemi nascono sempre da questo. E quindi, uscire. Ci chiede di uscire da noi stessi. E come si esce da noi stessi? Quando tu ti prendi cura dell’altro, in questo caso di una persona piรน piccola, che non puรฒ darti niente in cambio. Si esce da sรฉ stessi solo quando sappiamo che dall’azione che facciamo non possiamo ricavarne niente. ร un moto veramente disinteressato.
Poi, questo prendersi cura, esercitare la paternitร richiede responsabilitร , richiede di mettersi in gioco. Cosรฌ si cresce nella vita: quando ti metti in gioco ed eserciti la tua responsabilitร , in questo caso una responsabilitร legata alla paternitร . E infine, compi un servizio. ร bello questo: stai servendo l’altro, ed รจ la massima espressione quando si serve l’altro senza avere nulla in cambio e in maniera davvero disinteressata. Tu ti doni, fai dono di te stesso all’altro.
Eccoci qua, allora, brava gente. Questo รจ quello che il Vangelo ci dona, ci dice, ci racconta, ci orienta, ci stimola. Mi fermo
qua, brava gente. So che a volte vi piacciono queste riflessioni, e vediamo se questa รจ chiara. Sto cercando anche di spiegarmi un po’ di piรน, per essere piรน comprensibile a tutti, brava gente.
Ecco qua, allora. Cosa facciamo? Facciamo una preghiera: Dio ti salvi, Maria, piena di graziaโฆ