Il commento al Vangelo del giorno a cura di padre Enzo Fortunato.
Trascrizione del video.
Buonasera, buonasera, brava gente.
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Stiamo tornando a casa, in convento, dal Vaticano. Adesso stiamo andando, stiamo facendo una passeggiata. Generalmente sono 48 minuti a piedi e 10 minuti in macchina, quando non c’è traffico.
Quando non c’è traffico… E allora, brava gente, a me in questo momento, quando a volte penso, mi dico: viviamo insieme l’ascolto di questa parola che ci aiuta. Lo faccio lungo la città, lungo le strade, e mi viene in mente sempre quella canzone di Ramazzotti. Mi pare che fosse Dio delle città… Ip ip ip ip! Ecco, mi correggono: Dio delle città.
Ed è con questo spirito che credo in un Dio in mezzo alla città, in mezzo a questo traffico, sui nostri ponti, che collegano una parte all’altra, a volte Nazioni, a volte quartieri, a volte città. Ma hanno sempre questa funzione di collegare.
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Come è la parola? La parola, in fondo, ci collega. Ci collega con il Signore Gesù.
E allora ascoltiamo.
In quel tempo si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei, i quali dicono che non c’è resurrezione, e gli posero questa domanda:
«Maestro, Mosè ci ha prescritto: se muore il fratello di qualcuno che ha moglie ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese anche il secondo, e poi il terzo, e così via. Tutti e sette morirono senza lasciare figli.
Da ultimo morì anche la donna. La donna, dunque, alla resurrezione, di chi sarà moglie, poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie?»
Gesù rispose loro:
«I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito, ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della resurrezione dai morti non prendono né moglie né marito. Infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli, e poiché sono figli della resurrezione, sono figli di Dio.
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè, a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono per lui.»
Dissero allora alcuni scribi:
«Maestro, hai parlato bene.»
E non osavano rivolgergli alcuna domanda.
Il Dio non è il Dio dei morti, ma il Dio dei vivi.
È bellissima questa affermazione! Mi viene in mente San Francesco d’Assisi, quando, a un certo punto, dice: Beati quelli che morranno nella tua santa volontà, perché la morte non gli farà niente.
Ed è lo “scacco matto” di San Francesco a sorella morte. Questa affermazione, contenuta nel Cantico delle creature, ci dice una cosa straordinaria: che il Signore guarda a noi viventi, e guarda al trapasso, all’“altro secondo tempo”, quello dove, ancora una volta, saremo vivi.
Sì, saremo vivi!
E credo che qui il Signore opera di fronte a chi voleva metterlo in difficoltà. Opera, e – non so – se c’è una metafora calcistica, è come se superasse l’ostacolo e segnasse. È come un calcio d’angolo o una punizione sulla barriera: pa, segna il gol!
Gli offrono una situazione per farlo cadere, ma quella “caduta” diventa l’occasione per segnare. E il Signore qui segna un bellissimo gol. Potremmo dire: «Guardate, il mio è il boato di questa gente, di questa gente che vive, che ha vissuto e vivrà.»
Qual è la legge che ci pone Gesù?
È la legge dell’amore. Quando c’è l’amore, non ci sono divisioni. Vi faccio un esempio: pensate all’amicizia. Pensate all’affetto che può esserci nell’amicizia: è straordinario. A volte, l’amicizia supera anche certi affetti naturali.
Ecco, io credo che il Signore ci faccia comprendere che la lettura del Paradiso è questa: l’amore. L’amore limpido. Limpido.
Andiamo avanti, brava gente.
Andiamo avanti! Mi fermo qui. Segniamo anche noi le nostre azioni con l’amore.
Un altro aspetto che apre questo Vangelo: Gli si avvicinarono. Ecco, noi vogliamo avvicinarci a Gesù, vogliamo avvicinarci a Lui. Avvicinarsi è bellissimo.
Quando, in quel tempo, si avvicinarono a Gesù… avviciniamoci! Lasciamoci conquistare. Amiamolo, eh! Gesù nell’amore.
Mi fermo qui, brava gente. Una cosa è certa: Gesù non ci vuole spiegare scientificamente cosa accade nell’aldilà, ma ci dice cosa accade essenzialmente. E, essenzialmente, accade l’amore.
Basta.
Mi fermo qui.
Si sente bene? Sì, si sente bene. Fa freddino stasera, come vedete sono incappucciato bene.
Preghiamo per la pace. Vediamo che le notizie che arrivano dal Medio Oriente, dalla Russia e dall’Ucraina non sono belle. Credo che, come brava gente, vogliamo intensificare la preghiera per la pace.
Ecco perché cammineremo dicendo il Padre Nostro, per riscoprire il grande valore della fraternità, dell’amore, della pace. La preghiera salva. La preghiera cambia i cuori. La preghiera ci fa prendere decisioni sagge.
Vado ai saluti.
Roberto vorrebbe gli auguri e una benedizione per tutta la sua famiglia, per i suoi 56 anni. Roberto, ogni bene e ogni benedizione a tutta la tua famiglia.
Buona serata.
E la benedizione di Dio scenda su ognuno di noi attraverso questa preghiera che insieme diciamo camminando:
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non ci abbandonare alla tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Buona serata, brava gente! Forti, forti, forti!