Il commento al Vangelo del giorno a cura di padre Enzo Fortunato.
Trascrizione, non rivista, del video.
Buonasera, buonasera brava gente. Eccoci qui. Stamattina… Stamattina… Perdonatemi, stasera, ma perché si affaccia domani. Ecco, potrà vedere una delle panoramiche più belle da uno dei terrazzi romani. Vedete, qui stiamo praticamente vicino Piazza Navona, se non sbaglio, e lì vedete Piazza Venezia di fronte a noi. Poi ancora il Quirinale. Eccolo qui, il Quirinale, vedete? Dove sta quella bandiera in fondo, con quella sfilza di luci. E ancora, ancora, ancora altre chiese di Roma. E poi Castel Sant’Angelo, guardate, Castel Sant’Angelo in fondo, quello giallo. E poi San Pietro. Eccoci qui, è una visuale straordinaria.
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Sono venuto a salutare i giornalisti che domani parteciperanno alla conferenza stampa di presentazione del progetto Microsoft Lab Basilica. Domani c’è una sorpresa enorme, brava gente. Posterò anch’io alcuni video, vedrete qualcosa di veramente straordinario. È proprio qui, al chiarore di questa luna e dinanzi a questa chiesa, che ascoltiamo il Vangelo. E lo facciamo in un giorno particolare, la memoria di San Martino, la festa di San Martino. Eccoci qua.
Bisogna stare attenti, brava gente. E voilà, e voilà, ci siamo. Eh… San Martino, si dice che è il tempo delle castagne e del vino, giusto? Ma San Martino è anche un santo che ci ricorda San Francesco, e cioè ci ricorda quel dono di sé, quel mantello tolto, quella parte di sé donata per i più poveri. Lo stesso gesto che vivrà poi, più avanti, San Francesco. E alla luce proprio di questo gesto ascoltiamo il Vangelo.
Dal Vangelo secondo Luca:
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: ‘È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale avvengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi. Se tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo, ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai.’ Gli apostoli dissero al Signore: ‘Accresci in noi la fede.’ Il Signore rispose: ‘Se avete fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.'”
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato in mare. Ecco, riprendo questa affermazione, perché, brava gente, Papa Francesco commenta questa affermazione leggendo proprio il testo del Vangelo. E dice il Papa: “Con queste parole rivolte ai discepoli, Gesù mette in guardia dal pericolo di scandalizzare, cioè di ostacolare il cammino e ferire la vita dei piccoli. È un monito forte, è un monito severo sul quale tutti, tutti, brava gente, dobbiamo fermarci a riflettere.”
E Gesù ci invita a ripensare alle nostre scelte. Gesù ci invita a vivere la pedagogia del perdono. Questo è molto importante. Con i piccoli, Gesù non transige, con i piccoli non transige: “È meglio per lui che si metta una macina al collo.” Cioè non ci sono parole più pesanti per chi scandalizza i piccoli, per chi, a volte, ha scandalizzato la Chiesa con la pedofilia. Ebbene, Papa Francesco davvero è tagliente, come è tagliente Gesù. Come Gesù, poi, sulla vita e su altri errori che tutti commettiamo, Gesù ci invita alla pedagogia della misericordia: “Se un tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo, ma se si pentirà, perdonagli.”
Ecco, brava gente, rimproverare e perdonare. Se uno commette una colpa, perdonalo. Ma se uno commette una colpa, rimproveralo, ma se si pente, perdonagli. Penso che bastano queste due affermazioni per orientare il cammino e vivere la misericordia. Vivere la misericordia, eh, brava gente. Se uno commette una colpa, ma se si pente, perdonagli. E allora, quando una persona ci chiede scusa, quando una persona ci dice: “Ho sbagliato”, no, non possiamo rimanere induriti per sempre. No. Ci sono, a volte, le ho incontrate persone che si sono congelate nella chiusura. No, facciamo entrare le parole di Gesù nel nostro cuore. Facciamole entrare, brava gente, perché portano primavera.
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Qui, augurando davvero a tutti la primavera del perdono e dell’accoglienza, andiamo avanti. E domani, quindi, grande giornata: presentazione del progetto Microsoft. Sarà veramente un progetto straordinario, ma vedrete, le immagini ne parleranno sicuramente tutti i TG, i quotidiani, vedrete. Insomma, domani facciamo un po’ di chiasso qui nella Basilica di San Pietro, eh! E poi vi ricordo la rivista: siamo quasi prontissimi, perché il 25 novembre la presenteremo, il primo numero, in sala stampa. Dopodiché partiranno e arriveranno nelle vostre case tutte quelle che mi hanno mandato l’indirizzo: enzo@buongiornobravagente.it, ma anche piazzasanpietro.va, soprattutto lettere@piazzasanpietro.va e abbonamenti@piazzasanpietro.va. Insomma, sono le mail per richiedere questa rivista. Vi arriverà poi, insieme alla rivista, il bollettino e i dati per l’abbonamento. Chi non può, non si preoccupi, eh. Ma ci sono tante, tante sorprese. Chi non può, mi scrive: “Enzo, tu sai”, e io capisco.
Va bene allora, un abbraccione a tutti, un auguri a tutti coloro che portano il nome di Martino. Faccio gli auguri a Martina, faccio gli auguri a Martino, e che festeggiano l’onomastico. E avanti, avanti, avanti. Ok. E domani, in questo nuovo giorno che siamo a vivere, alla luce di San Martino, anche un po’ di castagne e un po’ di vino. Buona serata, brava gente, da questo posto spettacolare. E adesso io torno in convento, sono venuto giusto per salutare i giornalisti che sono qui. Pensate: oltre 70 giornalisti da tutto il mondo. Ma poi ci sono giornalisti italiani. Insomma, è davvero un grande momento, eh, per la Chiesa. Sì, poi domani capirete tutto perché… ok!
In questo nuovo giorno che siamo a vivere, buona serata brava gente. Per chi si affaccia domani, buona giornata brava gente. Ok, e avanti! Io spero che si sia sentiti, mia sorella Martina. Eh, e avanti, avanti! Ok, forti, forti, forti, forti, forti!