All’inizio, nei primi anni dopo la morte e la risurrezione di Gesù, i cristiani si preoccupavano di difendere la risurrezione mediante apparizioni. Loro stessi, la comunità viva, era una grande apparizione di Gesù risorto. Ma nella misura in cui aumentavano le critiche contro la fede nella risurrezione si cominciavano a ricordare le apparizioni di Gesù.
Ci sono due tipi di apparizioni: (a) quelle che accentuano i dubbi e le resistenze dei discepoli nel credere alla risurrezione, e (b) quelle che richiamano l’attenzione verso gli ordini di Gesù ai discepoli e le discepole conferendo loro qualche missione. Le prime rispondono alle critiche giunte dal di fuori. Mostrano che i cristiani non sono persone ingenue e credule che accettano qualsiasi cosa, bensì il contrario.
Loro stessi hanno avuto molti dubbi nel credere alla risurrezione. Le altre rispondono alle critiche dal di dentro e fondano le funzioni ed i compiti comunitari non sulle qualità umane sempre discutibili, bensì sull’autorità e sugli ordini ricevuti da Gesù risorto.
L’apparizione di Gesù nel vangelo di oggi combina i due aspetti: i dubbi dei discepoli e la missione di annunciare e perdonare ricevuta da Gesù. Certamente questo racconto è anche una chiara differenziazione dal concetto greco di vita eterna. Per i greci solo l’anima va in cielo, per la nuova comunità cristiana è la risurrezione di tutta la persona, corpo ed anima.
Ma vorrei concludere questa berve riflessione citando detto di un padre del deserto che riassume bene questa pagina evangelica: “Credere alla parola del Signore è molto più difficile che credere ai miracoli.
Ciò che si vede solo con gli occhi del corpo, abbaglia; ciò che si vede con gli occhi della mente che crede, illumina”.
Fonte:
Il canale Telegram “Vedi, Ascolta, VIVI il Vangelo”.
Un luogo dove ascoltare ed approfondire la Parola con l’apporto di P. Arturo, missionario comboniano ?? ???????????, teologo biblista. Se vuoi comunicarti con loro, scrivici a paturodavar @ gmail.com BUON CAMMINO!!!
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