“Alza gli occhi intorno e guarda”. La voce del profeta è invito a guardare, ad un guardare alzando gli occhi. Non è scontato. Spesso i nostri occhi sono rivolti verso il basso, oppure incapaci di volgersi in alto, perché appesantiti da tante tristezze e ansie.
“Alza gli occhi intorno”: c’è una storia più grande, ci sono spazi più larghi degli angusti confini e solo in alto si può individuare una luce che aiuta a scorgere la via da seguire. E’ parola laica quella del profeta, invito a lasciarsi prendere da una luce che orienta e apre sentieri, oltre le chiusure e oltre i ripiegamenti.
I magi sono splendida raffigurazione di illustri sapienti o di umili persone. Sono immagine di coloro che si lasciano smuovere da una ricerca, da una inquietudine, dalla passione dello sguardo. I magi di ieri e di oggi hanno vissuto la disponibilità ad inseguire una domanda dentro di loro: ‘dov’è…’. Cercano qualcuno e inseguono una luce.
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La luce di una stella brilla dentro al cuore e in alto nel cielo. Anche il loro cammino è un cammino laico, di chi si pone alla ricerca, di chi insegue, di chi non si lascia trattenere. Ed anche di chi vive interruzioni, errori, sviamenti: ad un certo punto perdono il riferimento della stella, addirittura si scontrano con il turbamento della grande città, luogo del potere che non può sopportare le ricerche di chi si pone le domande vere e produce inganno e falsità.
Sono blanditi dalle parole di chi esercita dominio e oppressione, Erode, il re seduto sul trono ma succube dell’impero e partecipe della violenza che uccide i piccoli. La loro ricerca è tuttavia condotta insieme e il loro cammino è il dono più grande che recano con sé al di là e al di dentro di quanto portano nel loro bagaglio.
E’ il loro un cammino non lineare, che ad ogni passo rischia di perdersi e tuttavia non smette di rialzarsi ed è continuo ricominciamento, apertura alla speranza che viene da una luce intuita e incontrata. Il loro cammino è infatti il loro desiderio di luce, la loro ricerca di senso dell’esistenza, la sete di un incontro che compia ogni attesa umana.
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E insieme giungono non ad luogo altisonante o appariscente ma in un spa<io della quotidianità, una casa e davanti ad un bambino. Una casa con un bambino in braccio a sua madre. Se imparassimo a leggere il vangelo con gli occhi della prima volta potremmo forse assaporare una sorpresa ed una luce nuova in queste parole: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre”. Un bambino in braccio a sua madre.
E’ questa la novità, il senso della vita. Un bambino: la vita debole, inerme, di tutto bisognosa. Un’immagine ancora laica, della quotidianità. In ogni bambino, in ogni indifeso è racchiuso il volto di un re a cui inchinarsi, che diviene luce per i passi di tutta l’esistenza. Il mistero e la sorpresa del Dio di Gesù è questo darsi nella inermità di una umanità fragile, senza difese, senza traccia di aggressività che si fa violenza, disponibile come bambino abbandonato tra le braccia.
E’ il mistero della piccolezza contraddetto da ogni ricerca di grandezza, di potenza, di affermazione, di superiorità, di carriera, di dominio. E’ la fragilità di chi sta a servizio. Il cammino dei magi è la storia di una ricerca che è possibile, si può aprire per ogni uomo e donna. Cercare e trovare un bambino e poter raccontare, poter ancora camminare per vie che aprano la vita ad una novità che è incontro con Dio che ci raggiunge nel volto inerme dell’altro.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
Chi è p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.