โMan hu: che cosโรจ?โ: nel deserto di fronte allo strano fenomeno del dono di un cibo giunto come rugiada si apre questa domanda. Mosรจ risponde โEโ il pane che il Signore vi ha dato in ciboโ. Sa riconoscere nel segno della manna un intervento del Signore e se ne fa interprete: รจ del pane per proseguire il cammino. Indica nella manna un segno di vicinanza, dono e alimento.
Eโ risposta di Dio ad una protesta che saliva nella fatica del deserto: โFossimo morti โฆ in terra dโEgittoโ (Es 16,2). In Egitto luogo di schiavitรน almeno si poteva mangiare, cโera la pentola della carne. Il bisogno di cibo e di sicurezze immediate rende ciechi. Anche il cammino verso la libertร perde senso. Il popolo perciรฒ โmormoravaโ. Tale espressione esprime un atteggiamento profondo di ribellione e sospetto che giunge ad essere rivolta contro il Dio liberatore. Nel deserto si giunge a dubitare della sua promessa e della sua stessa vicinanza.
Il dono della manna รจ posto cosรฌ come una sfida per far sapere che โio sono il Signore vostro Dioโ. Eโ segno della cura di un Dio appassionato che rimane accanto. Israele รจ tentato dallโidolatria: sostituire la relazione con Dio nascosto e vicino con qualcosโaltro da tenere in mano, da possedere: รจ questo il grande peccato. Lโidolatria รจ opposto dellโapertura allโalleanza; anzichรฉ affidarsi alla promessa si ricercano vane sicurezze. Eโ la nostalgia di cibo sicuro perdendo la libertร e lโaffidamento.
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Cosรฌ il segno della manna introduce ad un percorso diverso per aprirsi ad un rapporto con Dio nellโaccettare il suo mistero, nel non poterlo trattenere: la manna potrร essere raccolta solamente per la razione di un giorno. La vita del popolo in cammino trova la sua stabilitร ed il suo futuro unicamente in un incontro nellโaffidarsi alla sua presenza fonte di libertร , piรน preziosa di ogni altra sicurezza, nel continuare a camminare alla ricerca di un volto sempre oltre.
Il segno del pane, rinvia coloro che ascoltavano Gesรน al segno della manna nel deserto. โnon Mosรจ vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dร il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio รจ colui che discende dal cielo e dร la vita al mondoโ (Gv 6,2-33)
Ma Gesรน dร una lettura della ricerca della folla: critica una ricerca secondo la logica dellโidolatria, per assecondare i propri bisogni: โvoi mi cercate non perchรฉ avete visto dei segni, ma perchรฉ avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dellโuomo vi darร โ (Gv 6,26-27)
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Si oppone al tentativo di strumentalizzare il suo agire. Invita a passare dal livello delle attese immediate ad unโaltra dimensione: i pani distribuiti sono un segno. Rinviano al senso stesso della vita di Gesรน, pane spezzato. Mangiare quei pani รจ scoprire la possibilitร di una vita nuova che sorge da quellโincontro.
Eโ occasione iniziale di un cammino a lasciarsi cambiare scoprendo il senso piรน profondo della propria vita. Per giungere al riconoscimento della presenza vivente del Cristo quale risposta piena alle attese piรน radicali del cuore umano: โChe cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?โ Gesรน rispose: โQuesta รจ lโopera di Dio: credere in colui che egli ha mandatoโโ (Gv 6,28-29).
Ma questo credere non costituisce motivo di una appartenenza che esclude e si pone contro gli altri: รจ credere nella testimonianza di Gesรน che ha mostrato lโamore come darsi. Ricorre infatti con insistenza il verbo โdareโ: la vita di Gesรน consiste nel โdareโ e nel โdarsiโ. Lโitinerario del credere in lui pane di vita si delinea come riconoscimento che dal dono dellโamore possiamo nascere come figlie e figli, ogni uomo e donna, capaci di accogliere il dono del pane, di condividerlo e di farsi pane per gli altri.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.