p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 30 Ottobre 2022

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Episodio proprio del vangelo di Luca, l’incontro di Gesù con Zaccheo è scena vivida e ricca di fascino: presenta un itinerario d’incontro e di scoperta.

All’inizio c’è il movimento di Gesù che attraversava la città. Nel suo cammino verso Gerusalemme Gesù passa e attraversa Gerico. E il suo passare è popolato di presenze diverse. C’è una folla di persone che si accalcano, ma c’è anche chi si avvicina ma viene mantenuto distante. Zaccheo è indicato per nome, e, a differenza della folla indistinta, è descritto con alcune rapide pennellate che ne compongono il ritratto: capo degli esattori delle imposte, malvisto quindi dai suoi concittadini, temuto per il suo potere e nel contempo emarginato; ricco, di una ricchezza costruita sfruttando gli altri, con la frode. Inoltre, breve annotazione significativa, è piccolo di statura e per questo non riesce a sovrastare chi, più alto di lui, gli impedisce di vedere Gesù.  

Impedimenti fisici e interiori lo tengono lontano: la folla gli impedisce di vedere Gesù. Luca insiste sul verbo, ‘vedere’: “Zaccheo cercava di vedere quale fosse Gesù… corse avanti per poterlo vedere”. Nonostante limiti e impedimenti Zaccheo è mosso da una forza che lo spinge a vedere perché nel suo cuore è presente un’attesa. Con abilità e intuito Zaccheo cerca di superare gli ostacoli e lasciando spazio al suo desiderio: ‘…corse avanti e per poterlo vedere salì su un sicomoro, perché doveva passare di là’. Mentre Gesù passa e attraversa il, villaggio, Zaccheo corre, sale e attende: movimenti che esprimono qualcosa che si sta muovendo dentro. Una curiosità conduce a scavalcare ostacoli; un salire conduce ad andare oltre; un’attesa manifesta apertura di accoglienza.

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A questo punto è Gesù a prendere l’iniziativa: alza lo sguardo e dice a Zaccheo ‘scendi subito perché devo fermarmi…’. E’ un cambio di movimento: dal passare per la città al fermarsi nella casa. Nel racconto si racchiude l’indicazione di uno stile: lo sguardo di Gesù si alza al di là della folla e va ad incontrare un volto. Il suo desiderio è fermarsi nella casa, luogo della vita e dell’incontro. Gesù chiama per nome Zaccheo, lo individua come unico. Per primo prende l’iniziativa. Zaccheo non era preparato a dover rispondere ad un indirizzo che lo vede chiamato per nome e si trova spiazzato: si era mosso per curiosità da solamente si rivela un ‘tu’ che lo chiama ad un incontro e lo coinvolge.

‘Oggi devo fermarmi a casa tua’: nelle parole di Gesù si manifesta un’urgenza insieme all’indicazione di un tempo particolare, un oggi che non è istante simile agli altri, ma tempo della visita di Dio stesso, tempo di salvezza che irrompe. Quell’oggi diventa un tempo nuovo, attimo di una svolta che vede il suo compiersi nella casa, luogo dell’intimità della sua vita.

La risposta di Zaccheo è pronta: scende in fretta e lo accoglie con gioia. Anche Gesù ha superato le barriere, anche lui è salito con il suo sguardo a raggiungere Zaccheo: le parti si rovesciano. Zaccheo cercava di vedere Gesù: è invece Gesù che lo guarda e lo invita, lo precede. Gesù va anche oltre l’ostacolo della folla che si mantiene nella logica dell’esclusione. ‘è andato ad alloggiare da un peccatore’: questo mormorare sintetizza il perbenismo, l’attitudine e disprezzo, il giudizio che condanna e non concede alcuna speranza. Gesù entra nella casa di Zaccheo, colui che è lasciato fuori e si è ritirato ai margini.

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In quella casa si attua la novità frutto dell’accoglienza. Gesù è accolto non solo nella casa ma nel cuore, nella vita di Zaccheo. Quell’oggi cambia la vita di Zaccheo e la apre ad una consapevolezza nuova del rapporto con Dio che scende e visita e del rapporto con gli altri. Sorge un nuovo modo di impostare la vita e le relazioni che tocca la concretezza e si declina in una prassi: ‘io do la metà dei miei beni ai poveri, e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto’.

‘Anch’egli è figlio di Abramo’: con queste parole si conclude l’incontro: Gesù è ‘il Figlio dell’uomo venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto’. Zaccheo cercava di vedere, ma scopre che la sua ricerca era stata preceduta da un’altra ricerca quella di Gesù, per lui, segno della ricerca di Dio per tutte le sue figlie e figli da incontrare sulla strada e nella casa della loro esistenza.

Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.