
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
โquanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesรน Cristoโ. Il messaggio dello scritto ai Galati รจ un annuncio della libertร cristiana in contrasto con il rischio, sempre presente, dello svuotamento del vangelo. Paolo affronta la questione delle richieste per seguire Gesรน: per stare con lui, non รจ necessario sottostare alle norme culturali articolate in un sistema religioso ma รจ esperienza di relazione e di incontro che apre oltre le chiusure e la pretesa di superioritร rispetto agli altri che genera ostilitร ed esclusione.
Il dono dโincontro con il Signore Gesรน รจ possibilitร di una relazione nuova che coinvolge discepoli che provenivano dal popolo ebraico ma si apre anche al mondo dei โpaganiโ. Paolo aveva comunicato questo nella sua predicazione ai Galati e ora non nasconde la sua delusione: essi avevano accolto il โvangeloโ da lui annunciato come forza liberante, ma ben presto si erano volti a chi intendeva riportarli alle strettoie di una legge intesa come elemento di chiusura e di opposizione allโaltro. Paolo cosรฌ reagisce duramente contro chi poneva la condizione seguire lโosservanza della legge giudaica per essere cristiani.
Per Paolo rimane fondamentale lโesperienza sulla via di Damasco: lรฌ gli si era reso chiaro che Gesรน Cristo gli era venuto incontro per primo donandogli una luce nuova sulla sua vita e sulla sua missione: la salvezza รจ dono senza alcuna condizione previa, non รจ conquista di tipo religioso. Il cammino del credere apre alla riconoscenza e alla responsabilitร per tale dono, senza erigere barriere, senza esclusioni, testimoniando e ricordando la libertร dono del vangelo. Non si conquista quindi una salvezza attraverso lโobbedienza alla legge. Ma si tratta di accogliere un dono e condividerlo. Da qui sorge la gratitudine. Dal riconoscersi afferrati dellโamore โ e per Paolo la croce รจ evento di amore โ sorge la riconoscenza che diventa cammino esistenziale. Se nella vita ci si scopre salvati si apre un modo nuovo di impostare i rapporti e uno sguardo diverso alla vita stessa nella gratuitร , nellโaccoglienza, nellโorientamento alla pace. Il dono di relazione ricevuto chiede di essere comunicato.
Luca narra lโinvio da parte di Gesรน dei settantadue discepoli. Sono mandati a raccogliere i frutti di una semina che non viene da loro. Le messi giร pronte per la mietitura indicano unโopera dello Spirito giร in atto. Ciรฒ che si richiede ai discepoli รจ capacitร di riconoscimento e disponibilitร al servizio. Sono inviati a riconoscere la feconditร dellโagire di Dio e ad accogliere.
Gesรน non predispone un gruppo specializzato: questo invito รจ per tutti, discepoli e discepole. Il numero settantadue รจ simbolico e nella tradizione biblica indicava i popoli dellโumanitร originaria (Gen 10). Lโinvio di Gesรน รจ rivolto cosรฌ a tutti e riguarda lโinvio alle messi. Si tratta di una feconditร giร in atto da riconoscere e raccogliere che coinvolge tutti i popoli.
Gli inviati sono chiamati a vivere il loro cammino senza appesantimenti inutili e dannosi โ โnon portate borsa, nรฉ bisaccia, nรฉ sandaliโ e con uno stile che rifiuta violenza ed imposizione โ โcome agnelliโ -. Gesรน chiede di portare pace e proprio nella casa cioรจ nellโincontro nei luoghi della vita inizia a costruirsi la pace: โIn qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa!โ.
Si tratta di una parola importante per noi in questo tempo in cui la mentalitร della guerra รจ pervasiva di ogni settore della vita. Eโ un mandato che richiede condivisione, disponibilitร ad entrare nelle cittร , ad accogliere innanzitutto lโospitalitร ed offrire accoglienza, prendersi cura per percorsi di guarigione e liberazione e non stancarsi di indicare lโorizzonte del regno di Dio: โQuando entrerete in una cittร e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarร offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: โร vicino a voi il regno di Dioโ.
Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi