Tempo di avvento. Inizio di un nuovo anno liturgico. Il ciclo del tempo inizia con un invito a vegliare. Il tempo è dono in cui vivere memoria e attesa. Attesa e gratitudine sono forse i modi più autentici, veramente umani, di vivere il tempo.
Nel tempo siamo invitati ad aprirci all’incontro con Dio. Il profeta del dopo esilio ricorda alcuni tratti del volto di Dio: Dio è padre che salva, Dio è un Tu che si fa incontro, Dio è come un vasaio che plasma le sue creature: “Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie?”. (…) Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie. (…) Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani”.
A Dio che si fa incontro si rivolge una attesa che guarda oltre i cieli chiusi e il buio dell’esistenza con tutti i suoi drammi: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi…”. E’ invocazione da parte di tutti coloro che cercano la giustizia e di tutte le vittime in una storia segnata dalla violenza. E’ espressione di una attesa presente nel cuore di persone e popoli.
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“E’ come uno che è partito per un viaggio e ha ordinato al portiere di vigilare…”. La parabola di Gesù presenta una situazione di attesa e di impegno da vivere nel presente, in vista di un incontro, di un ritorno. Il portiere a chiamato a vigilare nell’attesa di un ritorno. Nel tempo della storia la chiamata del Signore ci raggiunge nella vita quotidiana. Vegliare è attitudine di attenzione e impegno. Siamo chiamati a non lasciarsi appesantire ma a vivere nel presente l’affidamento e la cura. ‘Vegliate’ è il grande invito dell’avvento: come chi nella notte attende una presenza amata che torni e bussi alla porta. Vegliare si oppone all’indifferenza, alla superficialità di chi spreca il tempo, è impegno ad esserci scoprendo il proprio compito e vivendolo con dedizione e generosità.
Vegliare è apertura del cuore a scorgere il tempo, ogni stagione della vita, come un dono e come occasione per rispondere alle diverse chiamate che Dio sempre rivolge, Lui che si fa incontro. Il nostro tempo è dono che ha al cuore una presenza e va verso un incontro. Nell’attuare i piccoli e grandi compiti della vita siamo invitati a riconoscere sin d’ora qualcuno che viene, a cui dare spazio. Vegliare per questo è fatto di operosità e di preghiera, di affidamento e di apertura di speranza, di attesa e di cura per tutto ciò che prepara e affretta la venuta del Signore.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
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p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.