Nel deserto Mosรจ sceglie settanta anziani di Israele per aiutarlo a guidare il popolo. Ed essi ricevono lo spirito di profezia. Ma due altri, Eldad e Medad, non compresi nel numero dei settanta, โsi misero a profetizzare nellโaccampamentoโ. Questa novitร suscita indignazione e Giosuรจ manifesta il suo sconcerto. Ma Mosรจ gli risponde: โFossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spirito!โ.
Mosรจ apre alla consapevolezza della libertร dello Spirito: lo Spirito di Dio, la capacitร di profezia non possono essere racchiusi e delimitati in un gruppo, in una istituzione. Non si puรฒ soffocare lโiniziativa dello Spirito di Dio in schemi ristretti e nella pretesa di dominare. Lโagire di Dio nella storia va oltre i confini di ogni istituzione.
Le istituzioni religiose sempre tendono alla pretesa di diventare riferimenti assoluti, esclusivi, segnati dalla logica dellโaggressivitร . Impediscono cosรฌ di ascoltare e accogliere lโagire di Dio: Mosรจ indica una attitudine diversa. Non di chi si ritiene padrone ma di chi รจ chiamato a servire un dipanarsi del disegno di Dio, i suoi doni. Eโ attitudine di accoglienza e disponibilitร per quanto lo Spirito in modo improgrammabile suscita al di fuori delle appartenenze costituite.
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Mosรฉ si fa voce della promessa che tutte e tutti siano profeti nel popolo del Signore, testimoni di dello Spirito che soffia aprendo alla novitร e spingendo sempre oltre. Mosรจ legge nella profezia di Eldad e Medad la chiamata e lโazione dello Spirito che soffia dove vuole. Anzichรฉ chiudere la presenza di Dio si apre ad un ascolto e ad una accoglienza nuova. Lโauspicio di Mosรจ attende di essere accolto in ambiti spesso segnati da grettezza, chiusure e dallโincapacitร di accettare cambiamenti e novitร .
Anche i discepoli di Gesรน non riconoscevano come โuno dei nostriโ colui che scacciava i demoni che cioรจ attuava liberazione verso chi era oppresso. Lo Spirito agisce con libertร . Ai discepoli รจ chiesto di riconoscere i segni della sua presenza. Eโ il contrario del rimanere chiusi nella paura, nel rifiuto dellโaltro. Sono invece spinti ad accogliere un agire dello Spirito anche al di fuori di schemi, di ambienti riconosciuti, lasciandosi convertire a scorgere il crescere del regno di Dio in modi inattesi.
La vita al seguito di Cristo si riconosce non tanto da atti di religiositร e di culto, quanto piuttosto nel quotidiano dellโesistenza in una prassi concreta e solidale. Ogni bicchiere dโacqua offerto non andrร perduto. Lโincontro con Gesรน rinvia a prendersi cura ad ascoltare le seti e ad offrire piccoli sgeni di vicinanza e cura: un bicchiere dโacqua.
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Nellโaltro che sperimenta il bisogno e la sete, nella sua povertร , รจ da riconoscere quellโimmagine di Dio che accomuna tutte e tutti nellโunica famiglia umana. In ogni gesto che ha alla sua radice il dono, senza etichette e senza rivendicazioni di appartenenze, รจ presente la comunicazione del Dio della gratuitร . Le chiamate dello Spirito giungono a noi anche dai gesti di ogni uomo e donna oltre le religioni e le culture e ci invitano a rimanere a servizio dellโagire di Dio nella storia.
La pagina del vangelo presenta infine un forte invito a tagliare tutto ciรฒ che puรฒ essere di impedimento e di inciampo (scandalo) a chi รจ piรน debole. Rompere con ogni occasione di male e di peccato รจ attuazione di quella attenzione ai piccoli che Gesรน pone al centro della sua attenzione e della comunitร di chi lo segue.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.