p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 29 Maggio 2022

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p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.

Il cammino di Gesù è una salita verso Gerusalemme. Così Luca indica un movimento che segna la vicenda di Gesù: Gerusalemme sorge sull’altura  di Sion, ad essa i pellegrini si recavano provenendo da lontano, da terre di deserto e scorgendola da lontano sul monte, cantavano i salmi delle salite: ”Alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore”.

Gesù in un passaggio decisivo della sua esistenza “si diresse decisamente verso Gerusalemme” (Lc 9,51). E Luca osserva che ciò avvenne: “Mentre stavano per compiersi i giorni della sua ascensione…”. Gesù sale alla città santa e da lì al Calvario e poi fin sulla croce. Tutto è salita. Luca legge questo movimento come un esodo: nel dialogo tra Mosè e Elia sul monte della trasfigurazione si dice che “parlavano dell’esodo che Gesù avrebbe portato a compimento a Gerusalemme” (9,31).

Dopo la sua morte il suo ‘alzarsi’ – la risurrezione – è ancora presentato come salita, questa volta alla destra del Padre: “li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo” (Lc 24,52).

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Ascendere è movimento di salita, simbolo che racchiude l’intera vita di Cristo. Dalle strade della Palestina Gesù sale fino a stare accanto al Padre. Dalla terra, luogo della condivisione con la vita di chi cammina al cielo luogo di Dio che non dimentica la terra: Gesù è il ‘vivente’ che ha vinto la morte. Il suo ‘salire’ è percorso di tutta la sua esistenza e trova compimento nel portare tutto il suo cammino al Padre, tutta la terra al cielo. Nel suo salire Gesù benedice. D’ora in poi la sua assenza apre alla missione di coloro che sono investiti della forza dello Spirito Santo e sono chiamati a vivere in un’attesa colma di impegno: è la speranza del ritorno di Gesù.

La vita di Gesù è nella comunione con il Padre e la forza che viene dall’alto è il dono dello Spirito che accompagna ad incontrarlo in modo nuovo, a seguire le sue tracce, a percorrere la storia come cammino di ascolto verso la comunione con Lui.

Il cielo in cui Gesù sta alla destra del Padre è orizzonte ultimo di questa terra ma non toglie l’attenzione a questa terra in cui percorrere i passi che Gesù ha percorso. Passi di pace, passi di ospitalità, passi di cura, passi di affidamento e di consegna al Padre e agli altri.

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La vita dei discepoli di Gesù trova il suo orientamento nella responsabilità a saldare insieme la terra con il cielo e a vivere la gioia del cammino: nella durezza di ogni salita c’è la vicinanza di Gesù e il soffio dello Spirito.