โEssi erano partiti nel pianto, io li riporterรฒ tra le consolazioniโฆ perchรฉ io sono un padre per Israele, Efraim รจ il mio primogenitoโ.
Una parte del libro di Geremia รจ il โlibro della consolazioneโ (capp. 30-31) e contiene un invito alla speranza e alla gioia pur in un tempo di incertezza e di crisi. Lโopera di Dio รจ un raduno che riconduce il suo popolo alla libertร .
ร il tempo del ritorno dallโesilio, in cui si apre la speranza e si riaffaccia lโesperienza dellโesodo. Nel deserto Israele sperimentรฒ la presenza di Dio vicino e liberatore. Ora vive il cammino di un nuovo esodo: la mano potente di Dio guida verso il futuro della promessa.
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Come nellโesodo, il cammino era verso una terra ricca e spaziosa; cosรฌ ora si apre una strada diritta dove non sโinciampa, verso fiumi dโacqua. In questo essere ricondotti nella terra dopo lโesilio, tutti trovano possibilitร di sostegno: โfra di essi sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partorienteโ.
Il pianto lascia lo spazio alla consolazione. La vicinanza di Dio ha i tratti di una presenza materna, tenera e capace di amore unico.
Al termine di un capitolo in cui Marco ha raccolto alcuni insegnamenti di Gesรน sui diversi ambiti di esperienza umana, รจ presentato lโepisodio della guarigione di un cieco. Avviene lungo la strada, mentre Gesรน esce da Gerico.
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ร importante il contesto in cui รจ collocato questo incontro: รจ sulla strada in cui Gesรน istruisce i suoi, chiedendo loro di camminare sulla via dei suoi passi. Ed รจ la via verso Gerusalemme.
In questo cammino, coloro che seguono Gesรน sono guidati a scoprire il volto di un messia che fa scandalo per i disegni umani di potere. Proprio alla fine di questo capitolo, Marco situa la narrazione della guarigione di un cieco.
Alla vigilia dei giorni di Gerusalemme, Marco intende suggerire che cโรจ bisogno di una luce diversa per vedere con occhi nuovi quanto avviene nei giorni di Gerusalemme. Il volto del messia che si consegna nelle mani di chi lo condanna e uccide รจ il volto di colui che ha realizzato pienamente la sua vita nella via del dono, dellโabbandono, del servizio, e qui sta la salvezza.
Il cieco di Gerico รจ immagine del discepolo: incapace di vedere, รจ accompagnato ad aprirsi ad un nuovo modo di vedere, ma questo รจ opera di Gesรน. Il cieco sta lungo la strada a mendicare, e il suo grido รจ unโinvocazione: โFiglio di Davide, abbi pietร di meโ. Chiama Gesรน con il titolo di figlio di Davide, il nome del re giusto, re della pace.
โFiglio di Davideโ รจ un titolo che ha anche valenza politica: il regno di Dio รจ regno di giustizia e di pace, cioรจ una realtร nuova di rapporti in cui si rende presente lo stile di Dio che guarda allโumile e al povero e si attua un rapporto nuovo tra le persone, non piรน di discriminazione ed esclusione ma di pace.
Il cieco coglie come il โregnoโ si sta avvicinando a lui nella persona di Gesรน. La folla lo ostacola, ma lo sguardo di Gesรน lo raggiunge. โEgli, gettato via il mantello, balzรฒ in piedi e venne da Gesรนโ. Cieco, vive lโesperienza di un affidamento a Gesรน che sta passando; a lui grida, appoggiando in lui le sue attese di salvezza, e quando lo incontra lascia il suo mantello, simbolo della sua unica sicurezza, e lo segue.
Il cieco invoca โche io riabbia la vistaโ. Il suo desiderio รจ vedere. E Gesรน gli risponde โVร , la tua fede ti ha salvatoโ: lo spinge a camminare e riconosce nel suo affidarsi una forza di salvezza. Il cieco โprese a seguirlo per la stradaโ. Colui che era cieco, vede in modo nuovo e si pone a seguire Gesรน: il cieco, proprio lui, diviene esempio del cammino di ogni discepolo e discepola.
Il discepolo โ suggerisce Marco โ รจ colui che si mette a seguire Gesรน lungo la strada verso Gerusalemme. Ma per percorrere questa strada รจ necessaria una forza nuova ed una luce capace di cogliere nei tratti del crocifisso i lineamenti del Dio di misericordia che si china su unโumanitร ferita e incapace di vedere. Questo sguardo nuovo puรฒ essere solo suo dono, luce che vince la cecitร e rende possibile camminare sulle sue tracce.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.