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p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 27 Ottobre 2024

Domenica 27 Ottobre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 10,46-52

โ€œEssi erano partiti nel pianto, io li riporterรฒ tra le consolazioniโ€ฆ perchรฉ io sono un padre per Israele, Efraim รจ il mio primogenitoโ€.

Una parte del libro di Geremia รจ il โ€˜libro della consolazioneโ€™ (capp. 30-31) e contiene un invito alla speranza e alla gioia pur in un tempo di incertezza e di crisi. Lโ€™opera di Dio รจ un raduno che riconduce il suo popolo alla libertร .

รˆ il tempo del ritorno dallโ€™esilio, in cui si apre la speranza e si riaffaccia lโ€™esperienza dellโ€™esodo. Nel deserto Israele sperimentรฒ la presenza di Dio vicino e liberatore. Ora vive il cammino di un nuovo esodo: la mano potente di Dio guida verso il futuro della promessa.

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Come nellโ€™esodo, il cammino era verso una terra ricca e spaziosa; cosรฌ ora si apre una strada diritta dove non sโ€™inciampa, verso fiumi dโ€™acqua. In questo essere ricondotti nella terra dopo lโ€™esilio, tutti trovano possibilitร  di sostegno: โ€œfra di essi sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partorienteโ€.

Il pianto lascia lo spazio alla consolazione. La vicinanza di Dio ha i tratti di una presenza materna, tenera e capace di amore unico.

Al termine di un capitolo in cui Marco ha raccolto alcuni insegnamenti di Gesรน sui diversi ambiti di esperienza umana, รจ presentato lโ€™episodio della guarigione di un cieco. Avviene lungo la strada, mentre Gesรน esce da Gerico.

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รˆ importante il contesto in cui รจ collocato questo incontro: รจ sulla strada in cui Gesรน istruisce i suoi, chiedendo loro di camminare sulla via dei suoi passi. Ed รจ la via verso Gerusalemme.

In questo cammino, coloro che seguono Gesรน sono guidati a scoprire il volto di un messia che fa scandalo per i disegni umani di potere. Proprio alla fine di questo capitolo, Marco situa la narrazione della guarigione di un cieco.

Alla vigilia dei giorni di Gerusalemme, Marco intende suggerire che cโ€™รจ bisogno di una luce diversa per vedere con occhi nuovi quanto avviene nei giorni di Gerusalemme. Il volto del messia che si consegna nelle mani di chi lo condanna e uccide รจ il volto di colui che ha realizzato pienamente la sua vita nella via del dono, dellโ€™abbandono, del servizio, e qui sta la salvezza.

Il cieco di Gerico รจ immagine del discepolo: incapace di vedere, รจ accompagnato ad aprirsi ad un nuovo modo di vedere, ma questo รจ opera di Gesรน. Il cieco sta lungo la strada a mendicare, e il suo grido รจ unโ€™invocazione: โ€˜Figlio di Davide, abbi pietร  di meโ€™. Chiama Gesรน con il titolo di figlio di Davide, il nome del re giusto, re della pace.

โ€˜Figlio di Davideโ€™ รจ un titolo che ha anche valenza politica: il regno di Dio รจ regno di giustizia e di pace, cioรจ una realtร  nuova di rapporti in cui si rende presente lo stile di Dio che guarda allโ€™umile e al povero e si attua un rapporto nuovo tra le persone, non piรน di discriminazione ed esclusione ma di pace.

Il cieco coglie come il โ€˜regnoโ€™ si sta avvicinando a lui nella persona di Gesรน. La folla lo ostacola, ma lo sguardo di Gesรน lo raggiunge. โ€œEgli, gettato via il mantello, balzรฒ in piedi e venne da Gesรนโ€. Cieco, vive lโ€™esperienza di un affidamento a Gesรน che sta passando; a lui grida, appoggiando in lui le sue attese di salvezza, e quando lo incontra lascia il suo mantello, simbolo della sua unica sicurezza, e lo segue.

Il cieco invoca โ€˜che io riabbia la vistaโ€™. Il suo desiderio รจ vedere. E Gesรน gli risponde โ€œVร , la tua fede ti ha salvatoโ€: lo spinge a camminare e riconosce nel suo affidarsi una forza di salvezza. Il cieco โ€œprese a seguirlo per la stradaโ€. Colui che era cieco, vede in modo nuovo e si pone a seguire Gesรน: il cieco, proprio lui, diviene esempio del cammino di ogni discepolo e discepola.

Il discepolo โ€“ suggerisce Marco โ€“ รจ colui che si mette a seguire Gesรน lungo la strada verso Gerusalemme. Ma per percorrere questa strada รจ necessaria una forza nuova ed una luce capace di cogliere nei tratti del crocifisso i lineamenti del Dio di misericordia che si china su unโ€™umanitร  ferita e incapace di vedere. Questo sguardo nuovo puรฒ essere solo suo dono, luce che vince la cecitร  e rende possibile camminare sulle sue tracce.

Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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