Il canto del secondo Isaia delinea una figura di profeta, il servo di JHWH. Eโ figura che puรฒ tenere insieme il riferimento individuale ad un profeta o indicare un gruppo, una parte di Israele che vive fedeltร e dedizione.
Eโ esperienza di un rifiutato e oppresso, che vive una sofferenza profonda e indicibile. โDisprezzato e reietto dagli uomini, che ben conosce il patireโ Eโ presentato come piccola pianta, radice in terra arida. Nonostante il deserto che lo circonda la sua vita รจ radice che mantiene forza di vita e contro ogni speranza puรฒ dare un frutto che contrasta la desolazione del presente: nonostante lโostilitร che lo attornia, il progetto di salvezza di Dio si compie nel suo darsi per gli altri.
Il verso 10ย presenta lโespressione: โquando offrirร se stesso in espiazioneโ. Tale termine non indica che lโinnocente deve soffrire al posto del colpevole quasi che Dio richieda una โriparazioneโ da parte dellโinnocente per le colpe di altri โ cosรฌ come spesso si intende espiazione โ. Lโaccento sta piuttosto nella scelta libera dellโinnocente nel darsi e nel porre la sua vita secondo il disegno di Dio che dร salvezza. Non รจ quindi un โdovereโ o una necessitร , piuttosto una scelta di gratuitร e di amore nei confronti degli altri, in vista di una salvezza per tutti.
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A questo punto lโinno apre ad una prospettiva nuova: il servo, morto in modo ignominioso, avrร una discendenzaโฆ Eโ qui presentata una prospettiva nuova: la potenza del Dio vivente รจ forza di vita che puรฒ vincere anche la morte.
Grazie alla sua sofferenza il servo salverร molti. I versetti 11-12 presentano un nuovo intervento nel dialogo da parte di Dio: sono la conferma da parte di Dio che il servo sarร esaltato. Nel cammino di fedeltร del servo che affronta rifiuto e sofferenza si compie il disegno di Dio stesso. In tal senso il, profilo del servo puรฒ essere indicazione di una personalitร collettiva: รจ il piccolo โrestoโ rimasto fedele a Dio che rende possibile il riproporsi di un dono di salvezza e di vita per tutti. โIl giusto mio servo giustificherร molti egli si addosserร la loro iniquitร โ.
I primi discepoli di Gesรน, guardando alla sua morte hanno colto la vicinanza con le parole del secondo Isaia e lo stesso racconto della passione puรฒ essere letto come storia che fa riferimento ad una profezia e nello stesso tempo come profezia che si delinea in una storia. In Gesรน essi leggono il compiersi della figura del servo. Tratto proprio dellโagire di Gesรน รจ l sua scelta di servire: non รจ venuto per essere servito. Il suo progetto di vita si pone sulla linea del darsi per gli altri proprio del servo.
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Al capitolo 10 Marco presenta un dialogo sulla strada. Due discepoli, Giacomo e Giovanni, che seguivano Gesรน gli chiedono: โMaestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemoโฆ concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistraโ.
Gesรน risponde con una domanda che li provoca: โPotete bere il calice che io bevo , o ricevere il battesimo che io ricevoโ.
Gesรน accennando al calice e al battesimo parla in fondo del suo cammino. Gesรน intende condurli a concepire la vita e la loro stessa ricerca secondo orizzonti totalmente nuovi: โVoi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi perรฒ non รจ cosรฌ; ma chi vuol essere grande tra voi si farร vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi si farร servo di tuttiโ.
Fra voi perรฒ non รจ cosรฌ: รจ indicazione di una alternativa che si pone come accoglienza dellโannuncio del regno. Se regno di Dio indica la vicinanza da accogliere di Dio che libera ed apre relazioni nuove nella vita sociale, allora sono ribaltate le articolazioni del potere umano, non cโรจ piรน chi possa dominare e chi essere assoggettato e reso schiavo. Sorge una possibilitร di impostare le relazioni in modo alternativo alle gerarchie e alle logiche di dominio del mondo: รจ lโorizzonte del servire, dello scendere, del pensare agli altri come importanti.
La vita stessa di Gesรน si racchiude in queste parole, la strada che egli percorre รจ la strada del servizio, del dono di sรจ per tutti. Nella sua prassi egli attua la missione del โservoโ: โIl Figlio dellโuomo infatti non รจ venuto per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiโ.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.