“Fino a quando Signore implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido ‘Violenza!’ e non soccorri? Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione?”
Dimande sospese esprimono il grido del profeta, rivolto verso Dio. La legge stravolta, i giudizi tramutati in truffa, l’egemonia dei corrotti e dominatori avidi di potere è esperienza drammatica che pone in crisi la fede. Fino a quando Signore? Abacuc esprime una sofferenza ed una sete di giustizia non solo del singolo ma a livello collettivo. Il profeta ha il coraggio di formulare domande autentiche che sono sfida ad una fede acquietata e sicura.
La risposta di Dio indica un termine: l’ingiustizia e l’oppressione non sono l’ultima parola e non prevarranno. “…certo verrà e non tarderà”. Nel tempo della prova è richiesto al giusto l’affidamento dell’attesa anche nel non comprendere: ‘soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede’.
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Senza facili risposte al male al giusto è indicata la via di mantenersi nell’attesa del Dio fedele. Credere non esime dalla domanda, dalla crisi, dal dubbio. La fede rimane sospesa e aggrappata alla fedeltà di colui che non verrà meno alle sue promesse. Ed è promessa di vita.
‘Accresci in noi fede’ è preghiera rivolta dagli apostoli a Gesù. Se aveste fede quanto un granello di senape… L’immagine che Gesù usa per indicare la fede è quella del più piccolo tra i semi. Il seme racchiude qualcosa che sarà ma ancora non si vede, è promessa ed è piccolo elemento che esige cura e coltivazione. L’esempio del servo che si accosta al seme delinea l’attitudine del credente. E’ da ricordare che nel vangelo servo è Gesù stesso che ha inteso la sua vita nell’ascolto del Padre e nel dono agli altri.
Riconoscere di essere ‘semplice servo’ (non ‘inutile’, ma unicamente servo), è passaggio per intendere la vita non nella dialettica servo-padrone, ma in una relazione che pone al centro l’ascolto, l’attenzione, la cura, il dono.
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“quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dire: siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”. Vivere al seguito di Gesù la via del servizio è orizzonte che libera.
Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.