Quattro brevi proverbi del libro del Siracide guidano a sostare sullโimportanza della parola e sullโimportanza di coltivare una parola nutrita di sapienza. Il libro โ scritto nei primi decenni del II secolo a.C. in un tempo di dominio straniero โ costituisce una riflessione per coltivare la libertร interiore in un momento di grandi prove anche per la fede. Eโ ripreso cosรฌ lโinvito a seguire la sapienza, descritta con i tratti personali e con il profilo di donna nel libro dei Proverbi a cui Ben Sira, lโautore, si ricollega.
Le quattro brevi sentenze ricordano come proprio nel modo di discutere si rivelano il cuore della persona e i suoi difetti; affrontare un dialogo รจ come lavorare la creta ed รจ operazione difficile che esige cura, attenzione, pazienza di ricominciare e rifare continuamente e mette alla prova; le parole sono come i frutti di un albero che rivelano la bontร . Proprio nel parlare si manifesta il cuore di ognuno.
Nel libro del Siracide รจ data grande attenzione al valore della parola e al modo in cui si comunica con gli altri: ogni violenza e doppiezza trae le sue origini dal modo di usare le parole, dal linguaggio usato. Eโ questa una lettura che ci invita oggi ad una cura delle parole, ma anche a scorgere come il modo di parlare e le modalitร di comunicazione con gli altri possano essere luogo di crescita e di bene oppure radice di violenza e di oppressione.
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Siamo ben consapevoli oggi nel mondo in cui si moltiplicano strumenti e opportunitร di comunicazione con sempre nuove tecnologie, di come il linguaggio possa essere usato quale veicolo di false veritร , della retorica della violenza. Si comincia dalle parole cattive per disumanizzare lโaltro, per renderlo odiabile e per avviare processi di esclusione. Ma รจ anche la parola la grande via per diventare liberi e per poter entrare in relazioni autentiche con gli altri.
Anche la pagina del vangelo appare come una raccolta di detti. Sono brevi insegnamenti di Gesรน, inviti ad uno stile di comportamento. Nella comunitร di Luca, che vedeva lโaccostarsi di pagani che accoglievano il vangelo, queste parole costituivano quasi uno schema di riferimento e insieme esortazione per scelte di agire secondo il vangelo. In questa sezione infatti Luca raccoglie le indicazioni di Gesรน quale orientamento di vita fondamentale da coltivare nella sua comunitร per seguirlo.
Questa raccolta costituisce anche un esempio sui modi in cui si ricordavano le parole di Gesรน utilizzando metodi di memoria legando insieme insegnamenti diversi per mezzo di elementi comuni e di parole chiave. sono indicate le immagini di un cieco, della pagliuzza e della trave, dellโalbero, del frutto buono o cattivo. Il rinvio al cieco รจ commento allโimperativo โnon giudicate, non condannateโ presentata poco prima. Si ribadisce lโorientamento a non coltivare uno sguardo di esclusione, di giudizio e di condanna nei confronti degli altri.
Il detto sulla pagliuzza e sulla trave conduce ad esaminare il modo in cui si guarda lโaltro: fissare lโattenzione sui difetti evidenziando i limiti e gli errori altrui รจ un modo per coltivare malevolenza e impedisce di scorgere i propri limiti e mancanze. Dal soffermarsi a sottolineare anche solo piccole mancanze degli altri, la pagliuzza, si giunge a condannare gli altri senza riserve e senza senso della proporzione e si distoglie lo sguardo dai propri difetti magari ben piรน grandi, la trave: รจ la distanza tra la pagliuzza e la trave.
Uno sguardo inflessibile e giudicante conduce a sentirsi deresponsabilizzati e a coltivare dentro di sรฉ il male senza porvi attenzione e rimedio. Ben diverso รจ lo sguardo di Dio che รจ sguardo di benedizione e di misericordia, che vede il bene ed รจ soprattutto sorgente di bene che apre possibilitร nuove al cambiamento e alla crescita.
Lโimmagine dellโalbero invita a riflettere sullโimportanza di portare frutto in comportamenti capaci di donare vita agli altri: il frutto รจ immagine che dice la feconditร di un dare senza riserve e in modo abbondante in una dinamica di comunicazione. Il richiamo finale รจ alla centralitร del cuore: โLโuomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il beneโ.
In linea con gli insegnamenti del Siracide Gesรน richiama alla centralitร del cuore, al centro della coscienza quale luogo della libertร e della responsabilitร in cui si puรฒ ritrovare la voce di Dio, il suo sguardo benedicente. E anche Gesรน richiama lโimportanza della parola quale espressione di tutto ciรฒ che si coltiva e si vive nel cuore. Eโ un forte richiamo al senso di interioritร ed insieme allโimportanza di una comunicazione capace di costruire apertura, benevolenza e relazioni di incontro con gli altri.
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Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.