Matteo articola in sette tappe il racconto della passione di Gesù. Chiave di lettura dell’intera narrazione sta nelle parole rivolte da Gesù ai suoi: ‘Voi sapete che fra due giorni è pasqua e che il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso’ (Mt 26,2).
La Pasqua ebraica, evento di alleanza è il primo orizzonte in cui leggere i vari momenti della passione di Gesù. Un secondo elemento è il tema della ‘consegna’. Gesù viene tradito da uno dei suoi amici. Se il tradimento è inizio della vicenda della sua passione sul piano storico, Matteo indica anche una lettura nella fede e coglie come in tutto ciò che accade si sta attuando una consegna: Gesù si consegna al Padre e si consegna all’umanità: in questo donarsi manifesta la sua identità di messia e di servo d Jahwè.
Il racconto inizia con l’unzione di Betania, annuncio profetico della morte di Gesù.
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Il secondo momento è la preparazione e lo svolgimento della cena pasquale: Gesù, tradito da Giuda (Mt 26,16.20) consegna liberamente se stesso: la sua vita è racchiusa nei segni del pane e del vino, ‘sangue dell’alleanza versato per tutti’ (Mt 26,28).
Il terzo momento si svolge al Getsemani: Gesù vi appare con il profilo del giusto che subisce la prova in rapporto con i suoi: ‘andò con loro… presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo… disse loro: … vegliate con me’ (Mt 26,26-38).
Segue la scena dell’arresto: al centro è ancora Gesù che si rifiuta di seguire la via violenza che pure ha contagiato anche i suoi discepoli (Mt 26,51-54). Gesù contesta la logica della spada ed orienta a leggere le sue scelte come ‘compimento delle Scritture’, cioè del disegno di Dio di alleanza e di salvezza.
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Viene poi presentato il momento del processo giudaico (Mt 26,57-68) mentre Pietro rinnega Gesù (Mt 26,69-75): in questa sezione Gesù viene indicato con alcuni titoli, che dicono la sua identità di messia: ‘d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio e venire sulle nubi dell’altissimo’ (Mt 26,64).
La sesta scena è il processo romano, davanti a Pilato. La folla di Gerusalemme viene guidata dai capi, Pilato manifesta la sua indifferenza e si lava le mani, mentre la moglie di Pilato esprime simpatia per Gesù indicandolo come giusto (Mt 27,19). A conclusione del processo si ha un nuovo passaggio di consegna: Pilato ‘lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso’ (Mt 27,26).
Al punto culmine della narrazione sta la crocifissione. Sulla croce Gesù viene schernito: ‘ha salvato gli altri, non può salvare se stesso’ (Mt 27,42). Egli accetta la morte e non salva se stesso: si consegna con libertà e nella nonviolenza. Proprio il momento della morte è narrato da Matteo con i segni di una grandiosa teofania. L’uso del linguaggio apocalittico, ricco di simboli, è significativo perché indica che quella morte è un evento in cui Dio interviene. La storia è segnata da una presenza che la segna. L’intero cosmo e tutta l’umanità sono coinvolti: precipitano le forze del male e tutta l’umanità è liberata: i morti escono dai sepolcri. Di fronte alla morte c’è chi rifiuta Gesù ma c’è chi si apre ad una nuova fede come il centurione pagano. Gesù sulla croce recita il salmo 22, preghiera di un giusto sofferente che si abbandona a Dio, lasciando a lui l’ultima parola: ‘il regno è del Signore… e io vivrò per lui…’. La rivelazione della morte compie la teofania del momento del battesimo (cfr. Mt 3,13-17) e ‘accade la pasqua’.
Il racconto della passione si chiude con la sepoltura e la doppia ‘vigilanza’ davanti al sepolcro: una è quella delle donne (Mt 27,61) l’altra è quella delle guardie imposta dall’autorità (Mt 27,64-65). Sono due tipi diversi di attesa e vigilanza: quella delle donne aprirà alla accoglienza dell’annuncio pasquale: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E’ risorto..” (Mt 28,5-6).
Matteo presenta Gesù come il giusto che affida la sua vita al Padre e si consegna come messia che compie le Scritture nel ‘fare la pasqua con i suoi’.
Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.