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p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 17 Novembre 2024

Domenica 17 Novembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 13, 24-32

โ€œDal fico imparate questa parabola: quando giร  il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che lโ€™estate รจ vicina; cosรฌ anche voi, quando vedete accadere queste cose, sappiate che egli รจ vicino, alle porteโ€ฆโ€

Una parola difficile e ultima di Gesรน ai suoi: la nostra storia non รจ un vagare senza orizzonte ma รจ indirizzata verso un futuro di speranza. Non si procede verso la fine, ma la fine รจ germoglio e inizio di qualcosa di nuovo in modo inedito. Ed รจ vicinanza di qualcuno che sta alla porta. Nella fine sta lโ€™inizio di un incontro.

Gesรน promette ai suoi un ritorno โ€œโ€ฆ sappiate che egli รจ vicino, alle porteโ€ฆโ€: il futuro per chi accoglie la promessa di Gesรน, assume i contorni di un av-venire in cui al centro sta la presenza del Vivente che guida ad un incontro nuovo di comunione. La figura del Figlio dellโ€™uomo, tratta dal libro di Daniele, familiare ai contemporanei di Gesรน come figura in rapporto ai tempi ultimi, fa da sfondo a queste affermazioni.

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Ai suoi Gesรน lascia unโ€™altra importante indicazione: il tempo รจ orizzonte che avrร  una conclusione con un esito di nuovo inizio. E sin da ora si possono scorgere i segni, i germogli di questo approdo finale, di questa fioritura. Sono i gesti dei piccoli che sperano e si affidano, e sono i segni della vicinanza di Dio presente come piccolo seme nella terra che sta crescendo nonostante ogni contraddizione.

Sono i segni disseminati nel quotidiano e nella storia che richiamano ad una attenzione e ad una fatica di accoglienza per lasciare loro spazio e per custodirli. Lโ€™esempio del fico รจ indicativo di questo: โ€œquando il suo ramo si fa tenero e mette le foglie voi sapete che lโ€™estate รจ vicinaโ€ฆโ€.

Se nella nostra storia, nel tempo del nostro vivere ci sono segni della presenza di colui che viene (e viene in ogni tempo e in ogni luogo), si tratta di imparare a scrutare i โ€˜segni dei tempiโ€™. Il tempo che viviamo รจ giร  un tempo salvato anche se la malvagitร  umana e tante forze contrastano il crescere di questo piccolo seme del regno.

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Il regno si identifica con la presenza stessa di Gesรน che segna la storia umana e inaugura un nuovo modo di stare insieme, nella ricerca della fraternitร , nel servizio ai volti, nella custodia della creazione come dono in cui si risponde alla chiamata di Dio e si incontra la sua presenza vicina. Nostra responsabilitร  รจ allora scorgere le luci che orientano il cammino pur tra le difficoltร : siamo chiamati a leggere questi segni come annuncio e promessa di presenza che sta oltre e giร  si fa vicina lasciando spazio a tutti i segni di speranza.

Bella la annotazione di Ermes Ronchi: โ€œGesรน dice parole dโ€™angoscia, eppure educa alla speranza: se anche il cielo dovesse crollarti addosso, oltre i frantumi del cielo viene un Dio esperto dโ€™amore. Se anche hai davanti un muro di tenebra, tendi le mani, oltre il muro dโ€™ombra una mano forte e sicura afferrerร  la tua. Se anche il mondo ti crolla addossoโ€ฆ

Nel cuore di molti sembra lievitare lo sgomento per il male che dilaga in forme nuove e antiche. Come reagire? Non con la fuga, ma rimanendo al proprio posto, per quanto umile esso sia, puntando gli occhi verso ยซcoloro che inducono alla giustiziaยป, come dice il profeta Daniele; verso il germoglio di speranza che spuntaโ€ (Ermes Ronchi)

Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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