La parabola del giudice iniquo e della vedova nel vangelo di Luca รจ collocata nella cornice di un invito a pregare senza stancarsi nel tempo dellโingiustizia. Una vedova, espressione di coloro che sono i piรน fragili e sena difese, si rivolge con forza ad un giudice che non prende le sue difese e si dimostra indifferente. Il monologo interiore del giudice tra sรฉ e sรฉ โ un artificio letterario che consente al lettore di conoscere lโattitudine del giudice โ manifesta come solo lโinsistenza della vedova abbia smosso la sua attenzione e la motivazione del suo interessamento stia nel desiderio di non essere importunato. Eโ un comportamento iniquo, e la vedova รจ la figura del debole, senza difese e senza appoggi umani. Il suo coraggio e la sua insistenza superano il senso di impotenza e la delusione che interviene in queste vicende. La donna non smette di recarsi, in modo insistente e continuativo, dal giudice con la richiesta: โFammi giustizia contro il mio avversarioโ. La sua insistenza non viene meno di fronte allโattesa prolungata a cui รจ sottoposta e non viene minata dalla percezione di non essere ascoltata. Questa scena rinviava certamente a situazioni quotidiane che erano ben conosciute agli ascoltatori di Gesรน โ e anche oggi sono la sofferta attesa di veritร e giustizia da parte di tante persone offese e ferite -. Ad un certo punto perรฒ il giudice cede alle insistenze: โle renderรฒ giustizia, perchรฉ non venga a seccarmiโ espressione che si potrebbe anche leggere cosรฌ: โle farรฒ giustizia perchรฉ alla fine non mi colpisca in facciaโ โ un veloce tratto di Luca che accenna alla giusta rabbia degli oppressi di fronte alla prepotenza di chi ha il potere -. Eโ la descrizione di un ascolto, alfine, da parte di un giudice iniquo.
Il centro della parabola sta nella presentazione del volto di Dio con un argomento a fortiori: se il giudice iniquo si รจ comportato in questo modo dando alla fine ascolto per lโinsistenza della vedova, quanto piรน Dio stesso, che รจ fedele, farร giustizia ai suoi poveri: se quellโuomo senza timore di Dio e senza rispetto per gli altri รจ giunto a prestare ascolto, Dio, che รจ fedele, ascolterร i poveri che gridano a lui.
Altrove Luca aveva presentato il medesimo stile di argomentazione: โSe voi che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piรน il Padre celeste darร lo Spirito santo a chi glielo domandaโ (Lc 11,13).
Un primo messaggio della parabola puรฒ essere letto nel proporre il volto di Dio che rimane fedele, anche se sembra che non ascolti, anche se lโattesa รจ faticosa. Gesรน probabilmente nel parlare ai discepoli aveva presentato il volto di Dio che pone difficoltร perchรฉ rimane in silenzio, richiamando alla radicalitร di una fede nuda di affidamento. Rivolgendosi alla sua comunitร Luca riprende la parabola di Gesรน e pone accento sul volto di Dio che molto piรน farร giustizia e ascolta ponendolo in rapporto di contrasto rispetto al giudice disonesto.
Un secondo messaggio della parabola riguarda il volto del discepolo: la vedova nelle parole di Gesรน รจ donna forte che insiste e lotta per la giustizia. Non smette di invocare, di sperare: sempre, senza stancarsi. La vedova รจ esempio del credente che non ha altri sostegni, che ha fiducia in Dio. Ed รจ anche donna forte che non viene meno ad esigenze di giustizia.
La preghiera รจ talvolta questa lotta che tiene insieme sguardo alla storia, compassione e grido a Dio portando la sofferenza delle vittime: non tanto una battaglia come per Israele contro un altro popolo (ved. prima lettura), ma una lotta esistenziale. Eโ questo il combattimento che i cristiani sono chiamati a compiere: perseguire la giustizia nello stare davanti a Dio con fiducia. La sfida รจ mantenersi vigilanti contro lโingiustizia nel tempo dellโattesa e custodire la fiducia nel ritorno del Signore. Eโ la fatica del tempo della chiesa. Luca indica che il cammino dei discepoli e delle discepole รจ quello di questa vedova, senza appoggi, che porta nella sua invocazione la sete di giustizia dei poveri. Eโ incoraggiamento nel tempo faticoso della storia a non venir meno nella speranza anche di fronte alle contraddizioni e al silenzio di Dio che suscita la nostra responsabilitร .
Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.