p. Alessandro Cortesi op โ€“ Commento al Vangelo di domenica 16 Febbraio 2025

Domenica 16 Febbraio 2025 - VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 6,17.20-26

Data:

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โ€œBenedetto lโ€™uomo che confida nel Signore e il Signore รจ la sua fiducia. รˆ come un albero piantato lungo un corso dโ€™acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nellโ€™anno della siccitร  non si dร  pena, non smette di produrre fruttiโ€.

Una parola di benedizione รจ legata al confidare e alla fiducia nel Signore. Lโ€™immagine che esprime questa relazione รจ quella di un albero che affonda le sue radici dove scorre acqua e porta vita. Eโ€™ un invito a trovare energia di vita nel rapporto con Dio che non esaurisce il suo dono e continua ad offrire in modo gratuito come acqua che scorre forza e speranza.

Le foglie che rimangono verdi sono metafora di un agire che rimane coerente e continua nellโ€™impegno anche quando attorno cโ€™รจ difficoltร . Eโ€™ anche bello scorgere come la relazione con Dio รจ presentata nel linguaggio biblico โ€“ che รจ sempre linguaggio di rinvii e simboli โ€“ con un paragone vegetale. La natura stessa parla di Dio e quanto si puรฒ leggere nel silenzio delle piante, del loro lento crescere, fiorire, senza far rumore, quanto si puรฒ scorgere nella vita di tutti gli elementi che compongono la casa comune che รจ lโ€™ambiente  รจ rinvio ad una esperienza in cui soffia la presenza di Dio ed รจ messaggio per gli esseri umani chiamati ad ascoltare la voce di Dio che parla in diversi modi.

Un albero ricco di foglie e frutti presso un corso dโ€™acqua diventa rinvio a scorgere il dono di una benedizione che non viene meno, benedizione originaria e che si dร  senza limiti. La vita stessa di quellโ€™albero nel silenzio testimonia un dono, una relazione, una vita. E fa cogliere da dove puรฒ trarre vita la fioritura di foglie e di frutti: da unโ€™acqua in cui le radici vanno alla ricerca e in cui si affondano.  

โ€œOra, invece, Cristo รจ risorto dai morti, primizia di coloro che sono mortiโ€. Alla comunitร  di Corinto Paolo comunica il messaggio al cuore della fede, il rinvio alla vicenda di Gesรน, morto e risorto. La sua risurrezione รจ letta da Paolo con lโ€™immagine della โ€˜primiziaโ€™. Ancora troviamo un simbolismo tratto dalla natura. Le primizie sono i primi frutti della stagione, come le prime ciliegie , dal sapore ancora un poโ€™ acerbo, i primi frutti che si affacciano sui rami, talvolta ancora pochi, primo assaggio di quello che sarร  una maturazione abbondante.

Un annuncio di unโ€™ampia condivisione. Le primizie aprono alla gioia che deriva dallโ€™abbondanza di cui esse sono primo segno. Sono indicazione di speranza.  Cosรฌ le prime prugne su di un grande albero che si coprirร  in breve di frutti, o i primi covoni di una futura mietitura che raccoglierร  innumerevoli steli raccolti insieme. Paolo indica con questa immagine il grande annuncio di un legame tra il rialzarsi di Cristo, il suo aver vinto la morte nel donarsi fino alla fine e nel darsi ad incontrare vivente ai suoi, e il futuro di speranza per ogni uomo e donna.

Cristo รจ primizia di risurrezione futura per tutti coloro che sono morti. Primula che annuncia timidamente nella sua piccolezza lโ€™irrompere di una fioritura difusa e immensa nel tempo della primavera. La morte non รจ lโ€™ultima parola della vita: Cristo ha spalancato una strada di cui รจ primo testimone ma non da solo, legandosi a tutta lโ€™umanitร  chiamata a vivere la comunione nella risurrezione.

โ€œBeati voi, poveri, perchรฉ vostro รจ il regno di Dioโ€. Luca indica i poveri come coloro che si devono rallegrare. Non certo per la sofferenza della condizione di povertร , ma perchรฉ lโ€™annuncio di Gesรน apre a scoprire che Dio si pone dalla loro parte e che il regno di Dio รจ una nuova realtร  possibile, di relazioni nuove, in cui i poveri sono posti al centro e con loro Gesรน si identifica. Lโ€™autentica povertร  รจ lโ€™atteggiamento di non dipendere dalla smania di possesso e di accaparramento, รจ la base per pensare alla condivisione e allโ€™aiuto reciproco. Il vero problema che impedisce di vivere insieme รจ la ricchezza che genera paura di perdere, grettezza nellโ€™accumulare, incapacitร  di sguardo allโ€™altro.

Cโ€™รจ un segreto di felicitร  nella condizione di chi non pensa di essere padrone delle cose, degli altri, di se stesso. Gesรน รจ venuto per annunciare una bella notizia ai poveri: notizia di liberazione, di futuro, di speranza. Eโ€™ questo annuncio delle beatitudini con la vita ciรฒ che Gesรน chiede a chi desidera seguirlo. Anche oggi siamo chiamati a lasciarci cambiare dalla proposta di una felicitร  nuova confidando che Dio prende le parti dei poveri e solleva per aprire a cammini di solidarietร  e comunione.

Per gentile concessione di p. Alessandro โ€“ dal suo blog.

p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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