Le lampade, l’olio e la porta sono tre immagini della parabola delle giovani stolte e sagge. Il contesto è l’ultima parte del vangelo di Matteo prima della passione e morte di Gesù: qui sono raccolte alcune sue parole sulle realtà finali. Il regno di Dio, vicinanza dell’amore di Dio per tutti, dono di liberazione e di rapporti nuovi è già iniziato ma verrà. Si situa tra il presente ed un futuro da attendere e preparare.
Il regno presente nella storia come seme sta crescendo. Il tempo della chiesa – ed il vangelo di Matteo è particolarmente sensibile alla vita della comunità (cfr. Mt 16-18) – si connota come tempo di attesa, di tensione operosa a vivere l’incontro con Dio nella speranza.
Il contesto della parabola è quello delle nozze: i profeti usano tale immagine per parlare dell’incontro tra Dio sposo e il popolo d’Israele. Nella celebrazione del matrimonio che durava vari giorni, al termine dei festeggiamenti la sposa con le amiche attendeva al tramonto l’arrivo dello sposo e da qui si muoveva il corteo verso la casa dello sposo dove si svolgeva il rito e poi il banchetto delle nozze. La parabola richiama questi elementi e pone una contrapposizione tra il buio che scende e la luce: al tramonto è necessario tenere accese le lampade per accogliere lo sposo. Ma il ritardo conduce ad una situazione imprevista.
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Giunge il sonno e le amiche della sposa si assopiscono. Tutte. Cedere al sonno è venir meno all’attesa e questa è la condizione di tutte le giovani. Ma quando giunge la voce ‘Ecco lo sposo’ tutte sono risvegliate e si apprestano a preparare le lampade con l’olio. La luce vince il buio della notte e prepara l’incontro con lo sposo. tenere le lampade accese è lo stile di chi ha coltivato la sapienza: “Neppure di notte si spegne la sua lucerna” (Prov 31,18) così nel libro nei Proverbi si descrive il profilo della donna saggia. Matteo nel discorso della montagna aveva unito la luce all’operare dei testimoni: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere belle e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5,14-16).
Il motivo dell’olio è il segno dell’ospitalità della gratuità dell’amore, è ciò che può alimentare le lampade che vengono accese quando si fa vicina la voce che risveglia dal sonno, che desta e rialza. L’olio è ciò che fa uscire e affrontare il buio della notte dando forza ad un agire. La parabola parla così di una porta aperta, di lampade che richiedono un po’ di olio, di gioia dell’incontro. E’ un richiamo innanzitutto alla fede come incontro di gioia con Dio che ci raggiunge. E’ anche invito all’attesa che si fa veglia e cura per alimentare la luce anche nel buio e per vincere il sonno. Siamo chiamati a custodire l’olio dell’ospitalità, della fraternità, della benedizione, nelle piccole cose del quotidiano per andare incontro al Signore che viene.
Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi
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p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.