La lebbra considerata โprimogenita della morteโ (Gb 18,13; cfr. anche Num 12,12) e spesso assimilata alle piรน varie patologie della pelle รจ malattia che suscitava nel mondo antico impressione e strategie di isolamento. I malati erano infatti tenuti distanti per il rischio del contagio: non potevano entrare nelle cittร ed evitare i contatti. Inoltre vigeva la convinzione che la malattia fosse connessa al peccato e ponesse in una condizione di impuritร . Perciรฒ spettava ai sacerdoti in Israele constatare se una persona avesse contratto la lebbra (Lev 13-14) e, nel caso di guarigione, determinare lโatto religioso da compiere (Lev 14,1-32).
La connessione tra peccato e malattia รจ convinzione inaccettabile ancor oggi diffusa e presente e proprio lโagire di Gesรน si pone in deciso contrasto con questโidea. Lโincontro con il lebbroso manifesta che al cuore della sua missione Gesรน poneva la cura per la salute delle persone, per liberarle a partire dal male immediato che le opprimeva.
Gesรน รจ avvicinato da un lebbroso che percepisce la sua presenza come importante e decisiva per la sua vita. Sfidando le norme si fa vicino e implora da una situazione di disperazione. E Gesรน non si ritrae e non lo allontana. Un unico forte sentimento รจ colto: ne ebbe compassione. Di fronte alla malattia Gesรน vive la sofferenza di chi รจ schiacciato dal male e dalla solitudine. Gesรน non teme di lasciarsi avvicinare da un lebbroso, tende la mano verso di lui, getta un ponte di comunicazione che fa entrare lui stesso in una condizione di impuritร : lo tocca e gli parla. Il suo farsi vicino รจ prendere su di sรจ la sofferenza e la solitudine delle persone nella loro condizione concreta.
Nel suo accostare il lebbroso Gesรน attua un gesto di potenza: stende la mano come Mosรฉ sul mare e come lo stendersi del braccio potente di Dio nellโesodo, passaggio dalla schiavitรน alla libertร . Cosรฌ nel toccare il lebbroso si collega allโitinerario della fede (cfr. Mc 5,27-28); il contatto di Gesรน con i malati, con i peccatori รจ significativo della sua accoglienza e della sua compassione di fronte allโaltro, non come un caso da guarire, ma come una persona su cui pronunciare il bene e a cui aprire futuro. La guarigione diviene segno di una risurrezione che porta questโuomo a vivere in modo nuovo.
Nei vangeli sinottici la guarigione dei lebbrosi รจ uno tra i segni indicati da Gesรน del regno di Dio che รจ venuto: โAndate e riferite a Giovanni ciรฒ che voi udite e vedete. I ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guaritiโฆโ (Mt 11,3-6). Nel suo agire accogliendo malati e coloro che erano considerati impuri Gesรน reca la bella notizia di una vicinanza di Dio senza condizioni, annuncia il vangelo della compassione di Dio, che soffre insieme. Nel suo sentire compassione si rende vicino la cura di Dio per lโumanitร .
Se il suo accogliere e toccare il lebbroso trasgredisce le determinazioni della legge nel suo agire Gesรน conduce al cuore stesso della legge quale cammino di incontro con Dio liberatore. I suoi gesti infatti restituiscono quellโuomo, segnato dalla discriminazione, dal sospetto degli altri e dalla solitudine, ad una vita umana, alla salute, ad essere accolto in una relazione nuova con gli altri.
Emerge in questo brano uno degli aspetti sui quali si svolgerร il conflitto di fronte a Gesรน, conflitto con tratti politici e religioso (cfr. Mc 3,6). Gesรน pone la pretesa non solo di interpretare la Legge ma di superarla portandola a pienezza. La parola e il gesto di Gesรน dicono che compimento della Legge รจ lโamore, al di lร e al di dentro di ogni prescrizione. Tutto questo suscita lโopposizione e il rifiuto delle autoritร religiose del suo tempo, e qui sta la radice del conflitto drammatico che condurrร alla sua morte. Il lebbroso divien figura del credente che si affida senza altri pensieri; i sacerdoti divengono figura di chi si chiude al vangelo impietrito in un sistema religioso che non accoglie le persone e non vive la compassione.
Dopo la guarigione Gesรน invita il lebbroso a non dire nulla a nessuno. Ma il lebbroso si fa annunciatore: โiniziรฒ ad annunciare molte cose e a diffondere la parolaโ (Mc 1,45). Marco suggerisce che colui che โannuncia la parolaโ รจ qualcuno che ha sperimentato nella sua vita la liberazione donata da Gesรน, ed รจ stato restituito ad un rapporto nuovo di amore adulto con gli altri e con Dio stesso.
Marco aveva iniziato la narrazione con il presentarsi del lebbroso e conclude con lโindicazione che โGesรน non poteva entrare piรน palesemente in cittร , ma stava fuori in luoghi desertiโ (1,45): la situazione si รจ capovolta. Gesรน รจ entrato nella condizione propria del lebbroso che doveva stare fuori della cittร , ha preso su di sรฉ la sua condizione, ma ora โvenivano da lui da ogni parteโ. Marco invita a guardare Gesรน stesso come un lebbroso, emarginato, irriconoscibile โpercosso da Dio e umiliatoโ (Is 53,3-4), non il Messia della potenza e della sapienza, ma il Messia del servizio e del dono di sรจ fino alla fine.
Per gentile concessione di p. Alessandro โ dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
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