Un nuovo anno liturgico, un tempo nuovo. Ogni anno si ricomincia, come ogni giorno siamo chiamati a ricominciare. E la vita è fatta di ricominciamenti in ogni tempo, in ogni esperienza, nelle cose quotidiane, negli affetti, nelle amicizie. Se da un lato c’è la monotonia della ripetizione ogni momento racchiude la novità di una possibilità nuova sino a quel punto inedita.
Ricominciare è allora motivo per avere uno sguardo capace di stupore, aperto alla novità, nutrito di fiducia. Tutto ciò nel segno dell’attesa di una venuta. Il tempo non è solo somma di ore e giorni, ma è esperienza di incontro: Avvento è scoperta che Dio abita questo tempo e dà forza per ricominciare.
Tre immagini sono al centro delle letture di oggi: la prima è quella del germoglio: “In quei giorni farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia”.
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L’immagine di un grande albero narra la genealogia di una famiglia: l’albero racchiude, nei volti e nei nomi, la storia di una comunità e di un popolo. Geremia vede lo sbocciare di un germoglio dall’albero della famiglia di Davide ed è gemroglio della pace. Un germoglio giusto che porterà giustizia è presenza che apre una nuova era di pace: presenza nuova che porterà giustizia. Nel linguaggio biblico giustizia significa fedeltà: Dio è fedele alle sue promesse. Dio non viene meno al suo disegno di bene e porterà a compimento il suo disegno di vita. Il Dio fedele viene a prendere la difesa di chi è senza difesa, vittima di ingiustizia ed esclusione.
L’invito del profeta è a scorgere i germogli, ad avere uno sguardo attento, a non avere paura, per scorgere la fedeltà di Dio che viene per salvare. E nel salmo 24 si canta: “Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via”.
Una seconda immagine è la strada: l’esperienza di fede sorge e procede sulla strada. Come per Abramo e Sara, come per Mosè e come per Rut. Gesù stesso chiama a seguirlo lungo la strada. Nel vangelo di Luca la strada verso Gerusalemme è centrale. Da Gerusalemme, dopo i giorni della Pasqua, la strada si apre verso tutti i confini della terra. Strada è simbolo di tutta la nostra vita, del tempo e dei momenti delle nostre giornate. Sulla strada si cammina insieme e si cercano punti di orientamento nelle difficoltà. Siamo invitati a riscoprire la Parola di Dio come lampada per i nostri passi e luce alla nostra strada. E nel salmo 24 si prega: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”.
Una terza immagine: il giorno. Nel discorso sulle ‘realtà ultime’ con tanti simboli del genere apocalittico, si indica l’intervento di Dio nella nostra storia. Apocalisse infatti significa rivelazione: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano”. Un cuore pesante è un cuore che si lascia occupare dalla paura. Il ‘giorno del Signore’ è il compiersi dell’intervento di salvezza di Dio in una storia in cui ci sono scandalose ingiustizie.
Nel tempo della crisi Gesù viene, e viene come liberatore. ‘Quel giorno’ non è tanto indicazione di un tempo prestabilito ma è rinvio ad una venire di Dio vicino, in questo tempo. Da qui l’invito a coltivare uno stile di vita con il capo alzato, nella speranza nel presente: “risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. Gesù chiede di alzare la testa, di sperare. Essere persone del giorno che non si lasciano prendere dalla stanchezza e guardano ad un orizzonte di speranza. E’ invito a vivere il presente in modo attivo, immerso nell’impegno. Già da ora c’è una liberazione vicina: oggi è il tempo della salvezza in cui vivere l’attesa di Qualcuno che viene più forte di ogni fine, che rialza la vita e fa tutto ricominciare.
Paolo sintetizza lo stile del cristiano che vive l’attesa nel segno dell’accoglienza: “il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come è il nostro amore verso di voi…”
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
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p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.