Mentre Gesù è in cammino verso Gerusalemme Luca nel cap. 11, che precede il nostro brano, lo presenta come intento a svelare gli abissi dell’agire misericordioso di Dio e nello stesso la profonda miseria che si nasconde nel cuore dell’uomo ed in particolar modo in coloro che hanno il compito di essere testimoni della Parola e dell’opera dello Spirito santo nel mondo. Tali realtà Gesù li presenta con una serie di riflessioni che provocano nel lettore degli effetti: sentirsi attratti dalla forza della sua Parola al punto dal sentirsi giudicati interiormente e spogliati da tutte quelle manie di grandezza che agitano l’uomo (9,46). Inoltre il lettore si identifica con vari atteggiamenti che l’insegnamento di Gesù viene a suscitare: innanzitutto si riconosce nel discepolo alla sequela di Gesù e inviato a precederlo nel ruolo di messaggero del regno; nel tale che ha qualche esitazione nel seguirlo; nel fariseo o Dottore della legge, schiavi delle loro interpretazioni e stili di vita.
In sintesi il percorso del lettore nel cap.11 è caratterizzato da questo incontro con l’insegnamento di Gesù che gli rivela l’intimità di Dio, la misericordia del cuore di Dio, ma anche la verità del suo essere uomo. Nel cap.12, invece, Gesù contrappone al giudizio pervertito dell’uomo la benevolenza di Dio che dona sempre con sovrabbondanza. È in questione la vita dell’uomo. Bisogna prestare attenzione alla perversione del giudizio umano o meglio all’ipocrisia che distorce i valori per privilegiare soltanto il proprio interesse e i propri vantaggi, più che interessarsi alla vita, quella che va accolta gratuitamente. La parola di Gesù lancia al lettore un appello sul come affrontare la questione della vita: l’uomo sarà giudicato per come si comporterà al momento delle minacce. Bisogna preoccuparsi non tanto degli uomini che possono «uccidere il corpo» ma piuttosto avere a cuore il timore di Dio che giudica e corregge. Ma Gesù non promette ai discepoli che saranno risparmiati da minacce, persecuzioni, ma li rassicura sull’aiuto di Dio al momento della difficoltà.
Saper riconoscere Gesù. L’impegno coraggioso a riconoscere pubblicamente la sua amicizia con Gesù, comporta come conseguenza la comunione personale con lui al momento del suo ritorno per giudicare il mondo. Allo stesso tempo il tradimento, «chi mi rinnegherà», colui che ha paura di confessare, riconoscere pubblicamente Gesù, si condanna da Il lettore è invita a riflettere sulla portata cruciale di Gesù nella storia della salvezza: bisogna decidersi o con Gesù o contro di Lui e della sua Parola di grazia; da questa decisione, riconoscere o rinnegare Gesù, dipende la nostra salvezza. Luca evidenzia che la comunione che Gesù dona nel tempo presente ai suoi discepoli verrà confermata e diventerà perfetta al momento della sua venuta nella gloria («verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi»: 9, 26). L’appello alle comunità cristiane è molto evidente: anche se si è esposti alle ostilità del mondo, è indispensabile non venir meno nella testimonianza coraggiosa a Gesù, alla sua comunione con Lui, valere non vergognarsi di essere e mostrarsi cristiani.
La bestemmia contro lo Spirito santo. Bestemmiare è inteso qui da Luca come il parlare offensivo o parlare Tale verbo era stato applicato a Gesù quando in 5,21 aveva perdonato i peccati. La questione che pone il nostro brano può sollevare nel lettore qualche difficoltà: la bestemmia contro il Figlio dell’uomo è meno grave di quella contro lo Spirito santo? Il linguaggio di Gesù può risultare abbastanza forte per il lettore del vangelo di Luca: nel percorso del vangelo ha visto Gesù che mostrava il comportamento di Dio che va in cerca del peccatore, che è esigente ma che sa attendere il momento del ritorno a Lui o la maturazione del peccatore. In marco e Matteo la bestemmia contro lo Spirito è il mancato riconoscimento del potere di Dio dietro gli esorcismi di Gesù.
Ma in Luca può significare il deliberato e consapevole rifiuto dello Spirito profetico che è all’opera nelle azioni e nell’insegnamento di Gesù, vale a dire, un rifiuto all’incontro con l’agire misericordioso e salvifico col Padre. Il mancato riconoscimento dell’origine divina della missione di Gesù, le offese dirette alla persona di Gesù, possono essere perdonati , ma chi nega l’agire dello Spirito santo nella missione di Gesù non sarà perdonato. Non si tratta di un’opposizione tra la persona di Gesù e lo Spirito santo, o di un contrasto, simbolo di due periodi della storia diversi, quello di Gesù e quello della comunità post-pasquale, ma, in definitiva, l’evangelista intende mostrare che rinnegare la persona del Cristo equivale a bestemmiare contro lo Spirito santo.
Per un confronto personale
- Sei consapevole che essere cristiani richiede di affrontare difficoltà, insidie, pericoli, fino a rischiare la propria vita per testimoniare la propria amicizia con Gesù?
- Ti vergogni di essere cristiano? Ti sta più a cuore il giudizio degli uomini, la loro approvazione o quello di non perdere la tua amicizia con Cristo?
Fonte: www.ocarm.org
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Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 8-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
Parola del Signore