Allโingresso del Tempio di Gerusalemme cโera il gazofilacio, parola greca che indica la cella nella quale veniva conservato il tesoro. Il gazofilacio era destinato a ricevere le offerte dei ricchi e del popolo per sostenere i costi del culto. Tra coloro che, quel giorno, lasciavano molto denaro, apparve una donna che non รจ passata inosservata allo sguardo onnisciente e amorevole del Signore.
La condizione delle vedove nellโantichitร poteva essere drammatica, soprattutto se il defunto marito non aveva lasciato denaro o altri beni. Le donne, infatti, per il loro sostentamento, dipendevano in gran parte dal lavoro degli uomini. Al punto che, perdere il capo della famiglia, costringeva molte di loro a unโestrema povertร .
Per questo la Scrittura in molti passi esorta a sostenerle con attenzione. Questa donna del vangelo era vedova e povera. Si spiega cosรฌ la gioia di Gesรน, che ยซconosceva quello che c’รจ nell’uomoยป (cfr. Gv 2,25), quando vide che aveva offerto per la cura del Tempio tutto quello che aveva per vivere, anche se era davvero poco, come due monetine di poco valore. Quella donna aveva pensato che era piรน importante il culto reso a Dio che la propria sicurezza o il proprio sostentamento. Per questo motivo, rimane un sublime esempio di generositร , che Gesรน stesso ci sottolinea.
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Assieme alla preghiera e al digiuno, lโelemosina รจ una delle azioni piรน gradite a Dio, quando รจ realizzata con rettitudine di intenzione e spirito generoso e distaccato, quando ci costa veramente, perchรฉ si tratta di qualcosa di veramente nostro che doniamo in maniera disinteressata. ยซNon hai visto come brillava lo sguardo di Gesรน quando la povera vedova lasciava nel tempio la sua piccola elemosina? โ Tu dagli quello che puoi dare: il merito non sta nel poco o nel molto, ma nella volontร con cui lo daiยป.[1]
Gesรน ci invita a considerare il bellโesempio della vedova povera, perchรฉ ci porterร a vivere la logica del dono e non quella dellโegoismo. In definitiva, ci condurrร ad essere di cuore grande con Dio e con gli altri, come quella donna.
Come diceva san Josemarรญa, magnanimitร significa ยซanimo grande, capiente, che fa posto a molti. ร la forza che ci fa uscire da noi stessi, permettendoci di intraprendere opere grandi, a beneficio di tutti. Nel magnanimo non c’รจ posto per la meschinitร ; non viene a patti con l’avarizia, non fa calcoli egoistici nรฉ si serve di raggiri. Il magnanimo impiega senza riserve le sue forze in ciรฒ che vale la pena; รจ quindi capace di offrire se stesso. Non si accontenta di dare: semplicemente si dร . Cosรฌ puรฒ arrivare a capire qual รจ la piรน grande dimostrazione di magnanimitร : darsi a Dioยป.[2]
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Il Signore merita sempre il meglio del nostro amore e del nostro affetto, del nostro tempo e dei nostri interessi. Quando una persona o una famiglia sanno dare a Dio con generositร e gioia, come fece Abele il giusto, allora da parte del Signore ricevono il cento per uno assieme a molte benedizioni.
ยซIn veritร io vi dico: questa vedova, cosรฌ povera, ha gettato nel tesoro piรน di tutti gli altriยป (v. 43). La certezza che il Signore apprezza ogni dettaglio di affetto e di impegno, per quanto piccolo e nascosto, ci condurrร a essere molto generosi con Lui e con gli altri.
Pablo M. Edo
[1] San Josemarรญa Escrivรก, Cammino, n. 829.
[2] San Josemarรญa Escrivรก, Amici di Dio, n. 80.
Fonte – Opus Dei su Facebook
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