Omelia in Suffragio di Papa Francesco

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Il seguente testo รจ lโ€™omelia pronunciata dal Cardinale Zuppi in occasione di una messa in suffragio di Papa Francesco, celebrata nella Basilica di San Pietro. Il discorso rende omaggio alla vita e al ministero del Pontefice, riflettendo sul suo impatto sulla Chiesa e sul mondo.

Lโ€™omelia sottolinea lโ€™importanza del primato petrino e della comunione, contrastando lโ€™individualismo e lโ€™incapacitร  del mondo moderno di vedersi unito. Si evidenzia la semplicitร  e la povertร  come virtรน centrali del papato di Francesco, ispirate a San Francesco, e la sua enfasi sullโ€™amore e la compassione verso i poveri e gli emarginati. Infine, il testo ricorda lโ€™invito di Papa Francesco a essere pellegrini di speranza, ad abbracciare la gioia del Vangelo e a costruire una Chiesa che sia vicina ai sofferenti e ai dimenticati.

Omelia in occasione della Messa in suffragio di Papa Francesco, celebrata allโ€™Altare della Cattedra, nella Basilica di San Pietro.

Quanta emozione celebrare in questo luogo, che ci riporta al ministero affidato da Gesรน a Pietro, primato indispensabile che serve e rappresenta la comunione, antidoto al banale protagonismo, presidenza nella caritร  di un popolo che dallโ€™oriente allโ€™occidente รจ radunato dal Signore. Non รจ scontato, quando nel mondo una cosa sola รจ lโ€™individuo, non persone diverse ma unite dallโ€™amore. Disse Papa Benedetto: โ€œLa vera fede รจ illuminata dallโ€™amore e conduce allโ€™amore, verso lโ€™alto, come lโ€™altare della Cattedra eleva verso la finestra luminosa, la gloria dello Spirito Santo, che costituisce il vero punto focale per lo sguardo del pellegrino quando varca la soglia della Basilica Vaticana. A quella finestra il trionfo degli angeli e le grandi raggiere dorate danno il massimo risalto, con un senso di pienezza traboccante che esprime la ricchezza della comunione con Dio. Dio non รจ solitudine, ma amore glorioso e gioioso, diffusivo e luminosoโ€.

La nostra concreta umanitร , la parzialitร  del nostro amore segnato sempre dalla nostra fragilitร , non solo non impedisce questa bellezza, ma la fa risaltare, perchรฉ non รจ la gloria ipocrita dei farisei o lโ€™esaltazione della propria forza, ma quella di peccatori perdonati nella cui debolezza risalta la grandezza di Dio. Preghiamo per Papa Francesco, insieme alle nostre Chiese in Italia, alle comunitร  tutte, a un popolo immenso nella casa comune del nostro paese e del mondo intero, segnato da tante divisioni, incapace di pensarsi insieme, di ascoltare il grido dei poveri, che costruisce lance e distrugge le falci e pericolosamente si lascia persuadere dalla logica della forza e non da quella del dialogo, dal pensarsi senza o sopra gli altri e non dal faticoso ma indispensabile pensarsi insieme. Ringraziamo per il dono di questo padre e pastore, fratello, che ha speso fino alla fine tutta la sua vita, con tanta libertร  evangelica perchรฉ obbediente a Cristo, senza supponenza, scegliendo la semplicitร  cosรฌ importante nella vita di San Francesco, che la immagina sorella germana della povertร . Non che il Santo approvasse โ€œogni tipo di semplicitร , ma quella soltanto che, contenta del suo Dio, disprezza tutto il resto. รˆ quella che pone la sua gloria nel timore del Signore e che non sa dire nรฉ fare il male. La semplicitร  che esamina sรฉ stessa e non condanna nel suo giudizio nessuno, che non desidera per sรฉ alcuna carica, ma la ritiene dovuta e la attribuisce al miglioreโ€. La semplicitร  avvicina tutti e fa sentire possibile e facile farlo. La semplicitร  รจ offrire una dimensione normale della vita ma non per banalizzarla, anzi, al contrario per comunicare ancora di piรน la grandezza di Dio, la gloria dellโ€™umile. Ha voluto la Chiesa credibile perchรฉ povera e amica dei poveri, motivo della scelta del suo nome.

โ€œNon possiedo nรฉ argento nรฉ oro, ma quello che ho te lo doโ€ (At 3,6). รˆ questa lโ€™unica forza che permette alla Chiesa di ridare speranza a chi lโ€™ha persa. Lโ€™amore si accorge Del povero, della sua attesa, sa guardare e raccoglie e fa sua la speranza dei poveri, proprio perchรฉ ha solo amore, vive la compassione di Gesรน. Lo prese per la mano destra e lo sollevรฒ, in maniera concreta, aiutando a rialzarsi, come sempre รจ il servizio e come ha fatto e chiesto Papa Francesco. โ€œHai guardato negli occhi chi ti chiedeva lโ€™elemosina? Lโ€™hai toccato?โ€.

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Oggi siamo noi i due discepoli di Emmaus. La tristezza รจ molto piรน pervasiva di quello che pensiamo, avvolge i cuori impedisce come la malinconia di vedere altro, di riconoscere la vita intorno, quel pellegrino di cui pure parlavano e che desideravano. I due tornavano da dove erano venuti. La speranza appare impossibile e non bastano le parole dei discepoli o di alcune donne che dicono che รจ vivo. La Parola di Dio si affianca di nuovo e ci dice che lโ€™amore affronta e passa attraverso la sofferenza, che la morte รจ un inizio, che niente รจ perduto perchรฉ si trasforma, รจ avanti, non indietro. Sรฌ, stolti e tardi di cuore lo siamo nel comprendere come solo vivendo le sofferenze possiamo entrare nella sua gloria. Papa Francesco con tutta la sua vita si รจ fatto pellegrino instancabile e credibile nel nome di Gesรน, ascoltando e toccando il cuore. Oggi ci chiede ancora di guardare al futuro, di aprire gli occhi per sognare, di non accontentarsi. Come a Firenze, dieci anni fa, nel discorso alla Chiesa italiana, oggi รจ lui il pellegrino che ci impedisce di cercare nel passato sicurezza, soluzione, protezione. Ha indicato e vissuto la gioia, ha messo al centro le Parole di Gesรน, il kerigma, liberandolo da tante glosse, personali e ecclesiastiche, che lo rendevano inefficace, tanto da non parlare piรน al cuore, quasi da pensare di non avere niente da dire a chi, invece, cercava proprio le parole di vita eterna che solo Lui ha e che ci ha affidato. Oggi sentiamo Papa Francesco che si affianca nel nome di Gesรน ai credenti spenti di entusiasmo e dalla paura. Ci ha fatto vedere anche fino alla fine che seguire la strada di Gesรน รจ donarsi, andare nei luoghi dove รจ umiliato per trovarvi e donare gioia. E ci ricorda di essere nella gioia, come nel suo ministero ha sempre indicato. Prendiamo con noi le sue parole e i suoi gesti, lasciamoci toccare il cuore, farci ardere del suo amore, perchรฉ ci aiuteranno ad aprire gli occhi, a non tornare ad Emmaus, a prendere per buona una sicurezza senza speranza, per camminare di nuovo insieme. Ritroveremo anche noi i fratelli e ci confermeremo a vicenda raccontando come lโ€™avevano riconosciuto, testimoniando, riscostruendo quella frateria e quella comunione che il male vuole dividere e rendere insignificante. Papa Francesco continua a parlarci di questo a noi pellegrini di speranza e ci chiede di esserlo noi, ma insieme, comunitร  cristiana forte perchรฉ al centro cโ€™รจ la relazione con la parola. รˆ stato come lโ€™Evangelii gaudium, da cui partire e che รจ stato lโ€™orizzonte anche del Cammino sinodale, che dobbiamo tradurre in scelte e prosettore concrete. Ci ha indicato lโ€™umiltร  โ€œche libera dallโ€™ossessione di preservare la propria gloria, la propria โ€˜dignitร โ€™, la propria influenzaโ€ mentre possiamo cercare la gloria di Dio che sfolgora nel disonore della croce di Cristo; il disinteresse, per evitare di โ€œrinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilliโ€. โ€œLa nostra fede รจ rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo. Dobbiamo seguire questo impulso per uscire da noi stessi, per essere uomini secondo il Vangelo di Gesรน. E infine la beatitudine, perchรฉ voleva una Chiesa libera e aperta alle sfide del presente, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. Mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. E, incontrando la gente lungo le sue strade, assume il proposito di san Paolo: ยซMi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcunoยป (1 Col 9,22)โ€.

Papa Francesco ci suggerisce di andare a raggiungere i fratelli e sorelle per testimoniare una Chiesa italiana inquieta, sempre piรน vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti, una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. โ€œSognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertร โ€.

Ascoltiamo le sue parole conclusive di domenica scorsa: โ€œSorelle, fratelli, nello stupore della fede pasquale, portando nel cuore ogni attesa di pace e di liberazione, possiamo dire: con Te, o Signore, tutto รจ nuovo. Con Te, tutto ricomincia. Cari fratelli e sorelle, nella Pasqua del Signore, la morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello, ma il Signore ora vive per sempre (cfr. Sequenza pasquale) e ci infonde la certezza che anche noi siamo chiamati a partecipare alla vita che non conosce tramonto, in cui non si udranno piรน fragori di armi ed echi di morte. Affidiamoci a Lui che solo puรฒ far nuove tutte le cose (cfr. A 21,5)!โ€. Lo affidiamo al suo Signore e siamo certi che ci affida al Dio della vita. Grazie Papa Francesco per le tue parole, per la fiducia nella forza del Vangelo e nello Spirito che non fa mancare le risposte, perchรฉ ti sei affiancato a tanti pellegrini tristi e hai acceso i cuori, indicando la speranza, il futuro. Hai lasciato tanto e porti con te tanto. In pace.

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