Alle ore 9.20 di questa mattina, ricorrenza del Giovedรฌ Santo, il Santo Padre Francesco ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa Crismale, Liturgia che si celebra in questo giorno in tutte le Chiese Cattedrali.
La Messa del Crisma รจ stata concelebrata dal Santo Padre con i Cardinali, i Vescovi e i Presbiteri (diocesani e religiosi) presenti a Roma.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, i sacerdoti hanno rinnovato le promesse fatte al momento della Sacra ordinazione; quindi ha avuto luogo la benedizione dellโolio degli infermi, dellโolio dei catecumeni e del crisma.
Pubblichiamo di seguito lโomelia che il Papa ha pronunciato dopo la proclamazione del Santo Vangelo:
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Omelia del Santo Padre
Il Vangelo di Luca che abbiamo appena ascoltato ci fa rivivere lโemozione di quel momento in cui il Signore fa sua la profezia di Isaia, leggendola solennemente in mezzo alla sua gente. La sinagoga di Nazaret era piena di parenti, vicini, conoscenti, amiciโฆ e non troppo amici. E tutti tenevano gli occhi fissi su di Lui. La Chiesa tiene sempre gli occhi fissi su Gesรน, lโUnto che lo Spirito invia per ungere il popolo di Dio.
I Vangeli ci presentano spesso questa immagine del Signore in mezzo alle folle, circondato e pressato dalla gente che gli porta i malati, lo prega che scacci gli spiriti maligni, ascolta i suoi insegnamenti e cammina con Lui. ยซLe mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguonoยป (Gv 10,27-28).
Il Signore non ha mai perso questo contatto diretto con la gente, ha sempre mantenuto la grazia della vicinanza, con il popolo nel suo insieme e con ciascuna persona in mezzo a quelle moltitudini. Lo vediamo nella sua vita pubblica, ed รจ stato cosรฌ dallโinizio: lo splendore del Bambino attrasse docilmente pastori, re e anziani sognatori come Simeone ed Anna. Fu cosรฌ anche sulla Croce: il suo Cuore attira tutti a sรฉ (cfr Gv 12,32): Veroniche, cirenei, ladroni, centurioniโฆ
Non รจ dispregiativo il termine โfollaโ. Forse allโorecchio di qualcuno, folla potrebbe suonare come una massa anonima, indifferenziataโฆ Ma nel Vangelo vediamo che quando interagiscono con il Signore โ che si pone in esse come un pastore nel gregge โ le folle si trasformano. Nellโanimo della gente si risveglia il desiderio di seguire Gesรน, germoglia lโammirazione, prende forma il discernimento.
Vorrei riflettere con voi circa queste tre grazie che caratterizzano la relazione tra Gesรน e le folle.
La grazia della sequela
Dice Luca che le folle ยซlo cercavanoยป (Lc 4,42) e ยซlo seguivanoยป (Lc 14,25), lo โstringevanoโ, lo โcircondavanoโ (cfr Lc 8,42-45) e ยซvenivano numerose per ascoltarloยป (Lc 5,15). Questo seguire della gente va aldilร di qualsiasi calcolo, รจ un seguire senza condizioni, pieno di affetto. Contrasta con la meschinitร dei discepoli il cui atteggiamento verso la gente rasenta la crudeltร quando suggeriscono al Signore di congedarli, perchรฉ si cerchino qualcosa da mangiare. Qui โ io credo โ iniziรฒ il clericalismo: in questo volersi assicurare il cibo e la propria comoditร disinteressandosi della gente. Il Signore stroncรฒ questa tentazione. ยซVoi stessi date loro da mangiareยป (Mc 6,37), fu la risposta di Gesรน: โfatevi carico della gente!โ.
La grazia dellโammirazione
La seconda grazia che riceve la folla quando segue Gesรน รจ quella di una ammirazione colma di gioia. La gente si meravigliava di Gesรน (cfr Lc 11,14), dei suoi miracoli, ma soprattutto della sua stessa Persona. Alla gente piaceva tanto salutarlo per la strada, farsi benedire da Lui e benedirlo, come quella donna che in mezzo alla folla benedisse sua Madre. E il Signore, da parte sua, era ammirato della fede della gente, se ne rallegrava e non perdeva occasione per farlo notare.
La grazia del discernimento
La terza grazia che riceve la gente รจ quella del discernimento. ยซLe folle vennero a sapere [dove era andato Gesรน] e lo seguironoยป (Lc 9,11). ยซErano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autoritร ยป (Mt 7,28-29; cfr Lc 5,26). Cristo, la Parola di Dio venuta nella carne, suscita nella gente questo carisma del discernimento; non certamente un discernimento di specialisti in questioni disputate. Quando i farisei e i dottori della legge discutevano con Lui, quello che la gente riconosceva era lโAutoritร di Gesรน: la forza della sua dottrina capace di entrare nei cuori e il fatto che gli spiriti maligni gli obbedivano; e che inoltre, per un momento, lasciasse senza parole quelli che mettevano in atto dialoghi insidiosi: la gente godeva di questo. Sapeva distinguere e godeva.
Approfondiamo un poโ questa visione evangelica della folla. Luca indica quattro grandi gruppi che sono destinatari preferenziali dellโunzione del Signore: i poveri, i prigionieri di guerra, i ciechi, gli oppressi. Li nomina in generale, ma poi vediamo con gioia che, nel corso della vita del Signore, questi unti andranno acquistando volto e nome propri. Come lโunzione con lโolio si applica su una parte e la sua azione benefica si espande in tutto il corpo, cosรฌ il Signore, riprendendo la profezia di Isaia, nomina diverse โfolleโ alle quali lo Spirito lo invia, seguendo la dinamica di quella che possiamo chiamare una โpreferenzialitร inclusivaโ: la grazia e il carisma che si dona a una persona o a un gruppo in particolare ridonda, come ogni azione dello Spirito, a beneficio di tutti.
I poveri (ptochoi) sono quelli che stanno piegati, come i mendicanti che si chinano per chiedere. Ma รจ povera (ptochรจ) anche la vedova, che unge con le sue dita le due monetine che erano tutto quello che aveva quel giorno per vivere. Lโunzione di quella vedova per fare lโelemosina passa inosservata agli occhi di tutti, salvo a quelli di Gesรน, che guarda con bontร la sua piccolezza. Con lei il Signore puรฒ compiere in pienezza la sua missione di annunciare il Vangelo ai poveri. Paradossalmente, la buona notizia che esistono persone cosรฌ, la ascoltano i discepoli. Lei, la donna generosa, non si rese neppure conto del fatto di โessere apparsa nel Vangeloโ, (ossia che il suo gesto sarebbe stato menzionato nel Vangelo): il lieto annuncio che le sue azioni โpesanoโ nel Regno e contano piรน di tutte le ricchezze del mondo, lei lo vive dentro di sรฉ, come tanti santi e sante โdella porta accantoโ.
I ciechi sono rappresentati da uno dei volti piรน simpatici del Vangelo: quello di Bartimeo (Mc 10,46-52), il mendicante cieco che recuperรฒ la vista e, a partire da quel momento, ebbe occhi solo per seguire Gesรน lungo la strada. Lโunzione dello sguardo! Il nostro sguardo, al quale gli occhi di Gesรน possono restituire quella brillantezza che solo lโamore gratuito puรฒ dare, quella brillantezza che quotidianamente ci viene rubata dalle immagini interessate o banali con cui ci sommerge il mondo.
Per nominare gli oppressi (tethrausmenous), Luca usa unโespressione che contiene la parola โtraumaโ. Questa รจ sufficiente per evocare la parabola, forse la preferita di Luca, quella del Buon Samaritano che unge con olio e fascia le ferite (traumata: Lc 10,34) dellโuomo che era stato picchiato a morte e giaceva sul bordo della strada. Lโunzione della carne ferita di Cristo! In quellโunzione sta il rimedio per tutti i traumi che lasciano persone, famiglie e popoli interi fuori gioco, come esclusi e superflui, ai bordi della storia.
I prigionieri sono i prigionieri di guerra (aichmalotos), quelli che erano condotti a punta di lancia (aichmรฉ). Gesรน userร lโespressione riferendosi alla prigionia e alla deportazione di Gerusalemme, sua cittร amata (Lc 21,24). Oggi le cittร si imprigionano non tanto a punta di lancia, ma con i mezzi piรน sottili di colonizzazione ideologica. Solo lโunzione della nostra cultura propria, forgiata dal lavoro e dallโarte dei nostri antenati, puรฒ liberare le nostre cittร da queste nuove schiavitรน.
Venendo a noi, cari fratelli sacerdoti, non dobbiamo dimenticare che i nostri modelli evangelici sono questa โgenteโ, questa folla con questi volti concreti, che lโunzione del Signore rialza e vivifica. Essi sono coloro che completano e rendono reale lโunzione dello Spirito in noi, che siamo stati unti per ungere. Siamo stati presi in mezzo a loro e senza timore ci possiamo identificare con questa gente semplice. Ognuno di noi ha la propria storia. Un poโ di memoria ci farร tanto bene. Essi sono immagine della nostra anima e immagine della Chiesa. Ciascuno incarna il cuore unico del nostro popolo.
Noi sacerdoti siamo il povero, e vorremmo avere il cuore della vedova povera quando facciamo lโelemosina e tocchiamo la mano al mendicante e lo guardiamo negli occhi. Noi sacerdoti siamo Bartimeo, e ogni mattina ci alziamo a pregare chiedendo: ยซSignore, che io veda di nuovo!ยป (Lc 18,41). Noi sacerdoti siamo, in qualche punto del nostro peccato, il ferito picchiato a morte dai ladri. E vogliamo stare, noi per primi, tra le mani compassionevoli del Buon Samaritano, per potere poi con le nostre mani avere compassione degli altri.
Vi confesso che quando confermo e ordino mi piace spandere bene il Crisma sulla fronte e sulle mani di quanti vengono unti. Ungendo bene si sperimenta che lรฌ si rinnova la propria unzione. Questo voglio dire: non siamo distributori di olio in bottiglia. Siamo unti per ungere. Ungiamo distribuendo noi stessi, distribuendo la nostra vocazione e il nostro cuore. Mentre ungiamo siamo nuovamente unti dalla fede e dallโaffetto del nostro popolo. Ungiamo sporcandoci le mani toccando le ferite, i peccati, le angustie della gente; ungiamo profumandoci le mani toccando la loro fede, le loro speranze, la loro fedeltร e la generositร senza riserve del loro donarsi che tanti descrivono come superstizione.
Colui che impara a ungere e a benedire si sana dalla meschinitร , dallโabuso e dalla crudeltร .
Preghiamo fratelli carissimi, mettendoci con Gesรน in mezzo alla nostra gente, รจ il posto piรน bello. Il Padre rinnovi in noi lโeffusione del suo Spirito di santitร e faccia sรฌ che ci uniamo per implorare la sua misericordia per il popolo a noi affidato e per il mondo intero. Cosรฌ le folle delle genti, riunite in Cristo, possano diventare lโunico Popolo fedele di Dio, che avrร la sua pienezza nel Regno (cfr Preghiera consacratoria dei Presbiteri).