Alle ore 17.00 di oggi, Festa della Presentazione del Signore e XXIV Giornata Mondiale della Vita Consacrata, il Santo Padre Francesco ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la celebrazione della Santa Messa con i membri degli Istituti di vita consacrata e le Societร di vita apostolica.
Hanno concelebrato con il Santo Padre Cardinali, Vescovi e Sacerdoti appartenenti a Ordini, Congregazioni e Istituti religiosi.
Nel corso del rito, che si รจ aperto con la benedizione delle candele e la processione ed รจ proseguito con la celebrazione eucaristica, il Papa ha pronunciato lโomelia che riportiamo di seguito:
Omelia del Santo Padre
ยซI miei occhi han visto la tua salvezzaยป ( Lc 2,30). Sono le parole di Simeone, che il Vangelo presenta come un uomo semplice: ยซun uomo giusto e pioยป โ dice il testo (v. 25). Ma tra tutti gli uomini che stavano al tempio quel giorno, solo lui vide in Gesรน il Salvatore. Che cosa vide? Un bambino: un piccolo, fragile e semplice bambino. Ma lรฌ vide la salvezza, perchรฉ lo Spirito Santo gli fece riconoscere in quel tenero neonato ยซil Cristo del Signoreยป (v. 26). Prendendolo tra le braccia percepรฌ, nella fede, che in Lui Dio portava a compimento le sue promesse. E allora lui, Simeone, poteva andare in pace: aveva visto la grazia che vale piรน della vita (cfr Sal 63,4), e non attendeva altro.
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Anche voi, cari fratelli e sorelle consacrati, siete uomini e donne semplici che avete visto il tesoro che vale piรน di tutti gli averi del mondo. Per esso avete lasciato cose preziose, come i beni, come crearvi una famiglia vostra. Perchรฉ lโavete fatto? Perchรฉ vi siete innamorati di Gesรน, avete visto tutto in Lui e, rapiti dal suo sguardo, avete lasciato il resto. La vita consacrata รจ questa visione . ร vedere quel che conta nella vita. ร accogliere il dono del Signore a braccia aperte, come fece Simeone. Ecco che cosa vedono gli occhi dei consacrati: la grazia di Dio riversata nelle loro mani. Il consacrato รจ colui che ogni giorno si guarda e dice: โTutto รจ dono, tutto รจ graziaโ. Cari fratelli e sorelle, non ci siamo meritati la vita religiosa, รจ un dono di amore che abbiamo ricevuto.
I miei occhi han visto la tua salvezza . Sono le parole che ripetiamo ogni sera a Compieta. Con esse concludiamo la giornata dicendo: โSignore, la mia salvezza viene da Te , le mie mani non sono vuote, ma piene della tua graziaโ. Saper vedere la grazia รจ il punto di partenza. Guardare indietro, rileggere la propria storia e vedervi il dono fedele di Dio: non solo nei grandi momenti della vita, ma anche nelle fragilitร , nelle debolezze, nelle miserie. Il tentatore, il diavolo insiste proprio sulle nostre miserie, sulle nostre mani vuote: โIn tanti anni non sei migliorato, non hai realizzato quel che potevi, non ti han lasciato fare quello per cui eri portato, non sei stato sempre fedele, non sei capaceโฆโ e cosรฌ via. Ognuno di noi conosce bene questa storia, queste parole. Noi vediamo che ciรฒ in parte รจ vero e andiamo dietro a pensieri e sentimenti che ci disorientano. E rischiamo di perdere la bussola, che รจ la gratuitร di Dio. Perchรฉ Dio sempre ci ama e si dona a noi, anche nelle nostre miserie. San Girolamo dava tante cose al Signore e il Signore chiedeva di piรน. Lui gli ha detto: โMa, Signore, ti ho dato tutto, tutto, cosa manca?โ โ โI tuoi peccati, le tue miserie, dammi le tue miserieโ. Quando teniamo lo sguardo fisso in Lui, ci apriamo al perdono che ci rinnova e veniamo confermati dalla sua fedeltร . Oggi possiamo chiederci: โIo, a chi oriento lo sguardo: al Signore o a me?โ. Chi sa vedere prima di tutto la grazia di Dio scopre lโantidoto alla sfiducia e allo sguardo mondano.
Perchรฉ sulla vita religiosa incombe questa tentazione: avere uno sguardo mondano. ร lo sguardo che non vede piรน la grazia di Dio come protagonista della vita e va in cerca di qualche surrogato: un poโ di successo, una consolazione affettiva, fare finalmente quello che voglio. Ma la vita consacrata, quando non ruota piรน attorno alla grazia di Dio, si ripiega sullโio. Perde slancio, si adagia, ristagna. E sappiamo che cosa succede: si reclamano i propri spazi e i propri diritti, ci si lascia trascinare da pettegolezzi e malignitร , ci si sdegna per ogni piccola cosa che non va e si intonano le litanie del lamento โ le lamentele, โpadre lamenteleโ, โsuor lamenteleโ -: sui fratelli, sulle sorelle, sulla comunitร , sulla Chiesa, sulla societร . Non si vede piรน il Signore in ogni cosa, ma solo il mondo con le sue dinamiche, e il cuore si rattrappisce. Cosรฌ si diventa abitudinari e pragmatici, mentre dentro aumentano tristezza e sfiducia, che degenerano in rassegnazione. Ecco a che cosa porta lo sguardo mondano. La grande Teresa diceva alle sue suore: โGuai la suora che ripete โmi hanno fatto unโingiustiziaโ, guai!โ.
Per avere lo sguardo giusto sulla vita chiediamo di saper vedere la grazia di Dio per noi, come Simeone. Il Vangelo ripete per tre volte che egli aveva familiaritร con lo Spirito Santo, il quale era su di lui, lo ispirava, lo smuoveva (cfr vv. 25-27). Aveva familiaritร con lo Spirito Santo, con lโamore di Dio. La vita consacrata, se resta salda nellโamore del Signore, vede la bellezza. Vede che la povertร non รจ uno sforzo titanico, ma una libertร superiore, che ci regala Dio e gli altri come le vere ricchezze. Vede che la castitร non รจ una sterilitร austera, ma la via per amare senza possedere. Vede che lโobbedienza non รจ disciplina, ma la vittoria sulla nostra anarchia nello stile di Gesรน. In una delle terre terremotate, in Italia โ parlando di povertร e di vita comunitaria โ cโera un monastero benedettino andato distrutto e un altro monastero ha invitato le suore a traslocarsi da loro. Ma sono rimaste lรฌ poco tempo: non erano felici, pensavano al posto che avevano lasciato, alla gente di lร . E alla fine hanno deciso di tornare e fare il monastero in due roulotte. Invece di essere in un grande monastero, comode, erano come le pulci, lรฌ, tutti insieme, ma felici nella povertร . Questo รจ successo in questo ultimo anno. Una cosa bella!
I miei occhi han visto la tua salvezza . Simeone vede Gesรน piccolo, umile, venuto per servire e non per essere servito, e definisce sรฉ stesso servo . Dice infatti: ยซOra puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in paceยป (v. 29). Chi tiene lo sguardo su Gesรน impara a vivere per servire. Non aspetta che comincino gli altri, ma si mette in cerca del prossimo, come Simeone che cercava Gesรน nel tempio. Nella vita consacrata dove si trova il prossimo? Questa รจ la domanda: dove si trova il prossimo? Anzitutto nella propria comunitร . Va chiesta la grazia di saper cercare Gesรน nei fratelli e nelle sorelle che abbiamo ricevuto. ร lรฌ che si inizia a mettere in pratica la caritร : nel posto dove vivi, accogliendo i fratelli e le sorelle con le loro povertร , come Simeone accolse Gesรน semplice e povero. Oggi, tanti vedono negli altri solo ostacoli e complicazioni. Cโรจ bisogno di sguardi che cerchino il prossimo, che avvicinino chi รจ distante. I religiosi e le religiose, uomini e donne che vivono per imitare Gesรน, sono chiamati a immettere nel mondo il suo stesso sguardo, lo sguardo della compassione, lo sguardo che va in cerca dei lontani; che non condanna, ma incoraggia, libera, consola, lo sguardo della compassione. Quel ritornello del Vangelo, tante volte parlando di Gesรน dice: โne ebbe compassioneโ. ร lโabbassarsi di Gesรน verso ognuno di noi.
I miei occhi han visto la tua salvezza . Gli occhi di Simeone han visto la salvezza perchรฉ la aspettavano (cfr v. 25). Erano occhi che attendevano, che speravano. Cercavano la luce e videro la luce delle genti (cfr v. 32). Erano occhi anziani, ma accesi di speranza. Lo sguardo dei consacrati non puรฒ che essere uno sguardo di speranza. Saper sperare . Guardandosi attorno, รจ facile perdere la speranza: le cose che non vanno, il calo delle vocazioniโฆ Incombe ancora la tentazione dello sguardo mondano, che azzera la speranza. Ma guardiamo al Vangelo e vediamo Simeone e Anna: erano anziani, soli, eppure non avevano perso la speranza, perchรฉ stavano a contatto col Signore. Anna ยซnon si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiereยป (v. 37). Ecco il segreto: non allontanarsi dal Signore, fonte della speranza. Diventiamo ciechi se non guardiamo al Signore ogni giorno, se non lo adoriamo. Adorare il Signore!
Cari fratelli e sorelle, ringraziamo Dio per il dono della vita consacrata e chiediamo uno sguardo nuovo, che sa vedere la grazia , che sa cercare il prossimo , che sa sperare . Allora anche i nostri occhi vedranno la salvezza.