Quando: 26 ottobre 2006 | Dove: Basilica Vaticana (Roma) | Durata:
Fratelli nellโEpiscopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!
La Parola del Signore, risuonata pocโanzi nel Vangelo, ci ha ricordato che nellโamore si riassume tutta la Legge divina. LโEvangelista Matteo racconta che i farisei, dopo che Gesรน ebbe risposto ai sadducei chiudendo loro la bocca, si riunirono per metterlo alla prova (cfr 22,34-35). Uno di questi, un dottore della legge, gli chiese: “Maestro, nella Legge, qual รจ il grande comandamento?” (v. 36). La domanda lascia trasparire la preoccupazione, presente nellโantica tradizione giudaica, di trovare un principio unificatore delle varie formulazioni della volontร di Dio. Era domanda non facile, considerato che nella Legge di Mosรจ sono contemplati ben 613 precetti e divieti. Come discernere, tra tutti questi, il piรน grande? Ma Gesรน non ha nessuna esitazione, e risponde prontamente: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo รจ il grande e primo comandamento” (vv. 37-38). Nella sua risposta, Gesรน cita lo Shemร , la preghiera che il pio israelita recita piรน volte al giorno, soprattutto al mattino e alla sera (cfr Dt 6,4-9; 11,13-21; Nm 15,37-41): la proclamazione dellโamore integro e totale dovuto a Dio, come unico Signore. Lโaccento รจ posto sulla totalitร di questa dedizione a Dio, elencando le tre facoltร che definiscono lโuomo nelle sue strutture psicologiche profonde: cuore, anima e mente. Il termine mente, diรกnoia, contiene lโelemento razionale.
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Dio non รจ soltanto oggetto dellโamore, dellโimpegno, della volontร e del sentimento, ma anche dellโintelletto, che pertanto non va escluso da questo ambito. Eโ anzi proprio il nostro pensiero a doversi conformare al pensiero di Dio. Poi, perรฒ, Gesรน aggiunge qualcosa che, in veritร , non era stato richiesto dal dottore della legge: “Il secondo poi รจ simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso” (v. 39). Lโaspetto sorprendente della risposta di Gesรน consiste nel fatto che egli stabilisce una relazione di somiglianza tra il primo e il secondo comandamento, definito anche questa volta con una formula biblica desunta dal codice levitico di santitร (cfr Lv 19,18). Ed ecco quindi che nella conclusione del brano i due comandamenti vengono associati nel ruolo di principio cardine sul quale poggia lโintera Rivelazione biblica: “Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (v. 40).
La pagina evangelica sulla quale stiamo meditando pone in luce che essere discepoli di Cristo รจ mettere in pratica i suoi insegnamenti, che si riassumono nel primo e piรน grande comandamento della Legge divina, il comandamento dellโamore. Anche la prima Lettura, tratta dal libro dellโEsodo, insiste sul dovere dellโamore; un amore testimoniato concretamente nei rapporti tra le persone: devono essere rapporti di rispetto, di collaborazione, di aiuto generoso. Il prossimo da amare รจ anche il forestiero, lโorfano, la vedova e lโindigente, quei cittadini cioรจ che non hanno alcun “difensore”. Lโautore sacro scende a dettagli particolareggiati, come nel caso dellโoggetto dato in pegno da uno di questi poveri (cfr Es 20,25-26). In tal caso รจ Dio stesso a farsi garante della situazione di questo prossimo.
Nella seconda Lettura possiamo vedere una concreta applicazione del sommo comandamento dellโamore in una delle prime comunitร cristiane. San Paolo scrive ai Tessalonicesi, lasciando loro capire che, pur avendoli conosciuti da poco, li apprezza e li porta con affetto nel cuore. Per questo egli li addita come un “modello per tutti i credenti della Macedonia e dellโAcaia” (1 Ts 1,6-7). Non mancano certo debolezze e difficoltร in quella comunitร fondata di recente, ma รจ lโamore che tutto supera, tutto rinnova, tutto vince: lโamore di chi, consapevole dei propri limiti, segue docilmente le parole di Cristo, divino Maestro, trasmesse attraverso un suo fedele discepolo. “Voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore โ scrive san Paolo โ avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove”. “Per mezzo vostro โ prosegue lโApostolo – la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede si รจ diffusa dappertutto” (1 Ts 1,6.8). Lโinsegnamento che traiamo dallโesperienza dei Tessalonicesi, esperienza che in veritร accomuna ogni autentica comunitร cristiana, รจ che lโamore per il prossimo nasce dallโascolto docile della Parola divina. Eโ un amore che accetta anche dure prove per la veritร della parola divina e proprio cosรฌ il vero amore cresce e la veritร risplende in tutto il suo fulgore. Quanto รจ importante allora ascoltare la Parola e incarnarla nellโesistenza personale e comunitaria!
In questa celebrazione eucaristica, che chiude i lavori sinodali, avvertiamo in maniera singolare il legame che esiste tra lโascolto amorevole della Parola di Dio e il servizio disinteressato verso i fratelli. Quante volte, nei giorni scorsi, abbiamo sentito esperienze e riflessioni che evidenziano il bisogno oggi emergente di un ascolto piรน intimo di Dio, di una conoscenza piรน vera della sua parola di salvezza; di una condivisione piรน sincera della fede che alla mensa della parola divina si alimenta costantemente! Cari e venerati Fratelli, grazie per il contributo che ciascuno di voi ha offerto allโapprofondimento del tema del Sinodo: “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa“. Tutti vi saluto con affetto. Un saluto speciale rivolgo ai Signori Cardinali Presidenti delegati del Sinodo e al Segretario Generale, che ringrazio per la loro costante dedizione. Saluto voi, cari fratelli e sorelle, che siete venuti da ogni continente recando la vostra arricchente esperienza. Tornando a casa, trasmettete a tutti il saluto affettuoso del Vescovo di Roma. Saluto i Delegati Fraterni, gli Esperti, gli Uditori e gli Invitati speciali: i membri della Segreteria Generale del Sinodo, quanti si sono occupati dei rapporti con la stampa. Un pensiero speciale va ai Vescovi della Cina Continentale, che non hanno potuto essere rappresentati in questa assemblea sinodale. Desidero farmi qui interprete, e renderne grazie a Dio, del loro amore per Cristo, della loro comunione con la Chiesa universale e della loro fedeltร al Successore dellโApostolo Pietro. Essi sono presenti nella nostra preghiera, insieme con tutti i fedeli che sono affidati alle loro cure pastorali. Chiediamo al ยซPastore supremo del greggeยป (1 Pt 5, 4) di dare ad essi gioia, forza e zelo apostolico per guidare con sapienza e con lungimiranza la comunitร cattolica in Cina, a tutti noi cosรฌ cara.
Noi tutti, che abbiamo preso parte ai lavori sinodali, portiamo con noi la rinnovata consapevolezza che compito prioritario della Chiesa, all’inizio di questo nuovo millennio, รจ innanzitutto nutrirsi della Parola di Dio, per rendere efficace l’impegno della nuova evangelizzazione, dellโannuncio nei nostri tempi. Occorre ora che questa esperienza ecclesiale sia recata in ogni comunitร ; รจ necessario che si comprenda la necessitร di tradurre in gesti di amore la parola ascoltata, perchรฉ solo cosรฌ diviene credibile lโannuncio del Vangelo, nonostante le umane fragilitร che segnano le persone. Ciรฒ richiede in primo luogo una conoscenza piรน intima di Cristo ed un ascolto sempre docile della sua parola.
In questโAnno Paolino, facendo nostre le parole dell’Apostolo: “guai a me se non predicassi il Vangelo“ (1 Cor 9,16), auspico di cuore che in ogni comunitร si avverta con piรน salda convinzione questโanelito di Paolo come vocazione al servizio del Vangelo per il mondo. Ricordavo allโinizio dei lavori sinodali lโappello di Gesรน: “la messe รจ molta“ (Mt 9,37), appello a cui non dobbiamo mai stancarci di rispondere malgrado le difficoltร che possiamo incontrare. Tanta gente รจ alla ricerca, talora persino senza rendersene conto, dellโincontro con Cristo e col suo Vangelo; tanti hanno bisogno di ritrovare in Lui il senso della loro vita. Dare chiara e condivisa testimonianza di una vita secondo la Parola di Dio, attestata da Gesรน, diventa pertanto indispensabile criterio di verifica della missione della Chiesa.
La letture che la liturgia offre oggi alla nostra meditazione ci ricordano che la pienezza della Legge, come di tutte le Scritture divine, รจ l’amore. Chi dunque crede di aver compreso le Scritture, o almeno una qualsiasi parte di esse, senza impegnarsi a costruire, mediante la loro intelligenza, il duplice amore di Dio e del prossimo, dimostra in realtร di essere ancora lontano dallโaverne colto il senso profondo. Ma come mettere in pratica questo comandamento, come vivere lโamore di Dio e dei fratelli senza un contatto vivo e intenso con le Sacre Scritture? Il Concilio Vaticano II afferma essere “necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura” (Cost. Dei Verbum, 22), perchรฉ le persone, incontrando la veritร , possano crescere nellโamore autentico. Si tratta di un requisito oggi indispensabile per lโevangelizzazione. E poichรฉ non di rado l’incontro con la Scrittura rischia di non essere “un fatto” di Chiesa, ma esposto al soggettivismo e all’arbitrarietร , diventa indispensabile una promozione pastorale robusta e credibile della conoscenza della Sacra Scrittura, per annunciare, celebrare e vivere la Parola nella comunitร cristiana, dialogando con le culture del nostro tempo, mettendosi al servizio della veritร e non delle ideologie correnti e incrementando il dialogo che Dio vuole avere con tutti gli uomini (cfr ibid., 21). A questo scopo va curata in modo speciale la preparazione dei pastori, preposti poi alla necessaria azione di diffondere la pratica biblica con opportuni sussidi. Vanno incoraggiati gli sforzi in atto per suscitare il movimento biblico tra i laici, la formazione degli animatori dei gruppi, con particolare attenzione ai giovani. ร da sostenere lo sforzo di far conoscere la fede attraverso la Parola di Dio anche a chi รจ “lontano” e specialmente a quanti sono in sincera ricerca del senso della vita.
Molte altre riflessioni sarebbero da aggiungere, ma mi limito infine a sottolineare che il luogo privilegiato in cui risuona la Parola di Dio, che edifica la Chiesa, come รจ stato detto tante volte nel Sinodo, รจ senza dubbio la liturgia. In essa appare che la Bibbia รจ il libro di un popolo e per un popolo; un’ereditร , un testamento consegnato a lettori, perchรฉ attualizzino nella loro vita la storia di salvezza testimoniata nello scritto. Vi รจ pertanto un rapporto di reciproca vitale appartenenza tra popolo e Libro: la Bibbia rimane un Libro vivo con il popolo, suo soggetto, che lo legge; il popolo non sussiste senza il Libro, perchรฉ in esso trova la sua ragion d’essere, la sua vocazione, la sua identitร . Questa mutua appartenenza fra popolo e Sacra Scrittura รจ celebrata in ogni assemblea liturgica, la quale, grazie allo Spirito Santo, ascolta Cristo, poichรฉ รจ Lui che parla quando nella Chiesa si legge la Scrittura e si accoglie l’alleanza che Dio rinnova con il suo popolo. Scrittura e liturgia convergono, dunque, nell’unico fine di portare il popolo al dialogo con il Signore e allโobbedienza alla volontร del Signore. La Parola uscita dalla bocca di Dio e testimoniata nelle Scritture torna a Lui in forma di risposta orante, di risposta vissuta, di risposta sgorgante dallโamore (cfr Is 55,10-11).
Cari fratelli e sorelle, preghiamo perchรฉ dal rinnovato ascolto della Parola di Dio, sotto l’azione dello Spirito Santo, possa sgorgare un autentico rinnovamento nella Chiesa universale, ed in ogni comunitร cristiana. Affidiamo i frutti di questa Assemblea sinodale alla materna intercessione della Vergine Maria. A Lei affido anche la II Assemblea Speciale del Sinodo per lโAfrica, che si svolgerร a Roma nellโottobre del prossimo anno. Eโ mia intenzione recarmi nel marzo prossimo in Camerun per consegnare ai rappresentanti delle Conferenze Episcopali dellโAfrica lโInstrumentum laboris di tale Assemblea sinodale. Di lรฌ proseguirรฒ, a Dio piacendo, per lโAngola, per celebrare solennemente il 500ยฐ anniversario di evangelizzazione del Paese. Maria Santissima, che ha offerto la sua vita come “serva del Signore”, perchรฉ tutto si compisse in conformitร ai divini voleri (cfr Lc 1,38) e che ha esortato a fare tutto ciรฒ che Gesรน avrebbe detto (cfr Gv 2,5), ci insegni a riconoscere nella nostra vita il primato della Parola che sola ci puรฒ dare salvezza. E cosรฌ sia!
ยฉ Copyright 2008 – Libreria Editrice Vaticana
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Fonte del podcast: Radio Vaticana via FeedRss
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