Anche se – si comprende facilmente –
la sofferenza di Gesù è grande,
l’immagine che ora usa per esprimerla è meravigliosa:
Gesù si paragona a una chioccia con i suoi pulcini.
Niente di più protettivo di un manto di piume
sotto il quale nascondersi in caso di pericolo,
riscaldarsi dal freddo e sentirsi al sicuro.
Quando i pulcini corrono spavaldi nel campo,
incuranti di volpi che possano aggredirli
e mille altri pericoli in agguato la chioccia veglia.
Sa per esperienza come vanno le cose e sta in allerta:
al primo segnale di allarme emette il suo richiamo
per chiamare a raccolta i suoi piccoli, ed è tutto un fuggire
in direzione delle sue ali, per trovarsi caldi e protetti.
Gesù non poteva usare parabola migliore per spiegarsi.
La differenza però fra chioccia, pulcini e figli di Dio
è molto grande: i figli non vogliono essere custoditi
e addirittura attentano alla vita del loro salvatore.
Può esserci peggiore risposta a tanto amore?
- Commento a cura dell’Oasi Mariana Betania.
- Fonte – Diocesi di Sora
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13, 31-35
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore! ”».
Parola del Signore