Di certo non vorremmo essere gli interlocutori questa volta,
costretti a sentire su di noi le parole
forse le più dure pronunciate da Gesù,
nei confronti di una categoria di persone
dal cuore purtroppo indurito
dalla frequentazione con il male, molto ben mascherato
e perciò più difficile a riconoscersi e a combatterlo.
Si tratta di persone abituate a obbedire al dettaglio
di ogni più piccola prescrizione della legge,
che – concentrati come sono sul particolare –
si riempiono cuore mente e occhi, per cui l’orizzonte
non prevede altro, e sono come ciechi.
Il punto è che il resto
– che loro non vedono – è l’essenziale:
giustizia, misericordia e fedeltà.
Un bel pericolo, che purtroppo non si è allontanato
dall’umanità di ieri come da quella di oggi.
Un buon modo per scongiurarlo, per noi,
può essere di ritornare sempre
a spostare con la mente e con il cuore
ogni cosa che facciamo,
per domandarci quale sia la nostra meta,
per rimettere sempre l’amore e la verità al centro,
soprattutto nei confronti di coloro
che, in famiglia, nel lavoro, o fra gli amici,
si riferisce a noi come guide, maestri e padri.
- Commento a cura dell’Oasi Mariana Betania.
- Fonte – Diocesi di Sora
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Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23, 23-26
In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Parola del Signore