Alle folle che lo seguono Gesù non fa nessuno sconto;
e a quelli che, per credere, domandano un segno,
non offre illusioni, ma dice chiaramente
che il segno che essi cercano non verrà concesso
perché lo hanno già: in Giona che con la sua predicazione
ha convertito Ninive e nel figlio dell’uomo che, se lo vogliono,
è lì davanti a loro a dare indicazioni e a compiere miracoli.
La parola, però, che fa ancor più male
è quella della malvagità che egli riscontra
nella generazione dei suo contemporanei,
i quali pur avendo a loro disposizione
occasioni davvero eccezionali,
si ostinano a non credere e a rifiutare di raccogliere
l’invito a conversione, sentendosi a posto
nella loro situazione e giudicando secondo la loro logica,
cosa che Gesù non può assolutamente
permettere ed accettare, perché senza la conversione
non è possibile accettare il dono della salvezza
che è venuto a portare e ad offrire a tutti.
Siccome poi il vangelo non è soltanto
per i contemporanei di Gesù, ma per gli uomini
e le donne di ogni tempo, faremmo bene
a non prendere le distanze con facilità,
ma piuttosto ad interrogarci
se quella durezza e chiusura di cuore che Gesù riscontra
non riguardi anche noi.
- Commento a cura dell’Oasi Mariana Betania.
- Fonte – Diocesi di Sora