Novena dell’Immacolata. Meditazioni di san Massimiliano Kolbe. Preghiere di papa Francesco

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Libretto a cura di don Lucio d’Abbraccio

Nel prepararci a celebrare la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Madre di Dio e madre nostra, nel 165° anniversario del dogma proclamato dal beato papa Pio IX (8 dicembre 1854) con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, ci proponiamo di contemplare le «meraviglie che Dio ha compiuto in lei» (cf. Lc. 1, 49).

Maria desidera essere più imitata che pregata. Tutte le generazioni l’hanno chiamata e la chiameranno «beata» specialmente per quella sua fede – come scriveva sant’Agostino – che le ha consentito di concepire il Figlio di Dio nel cuore ancor prima che nel grembo verginale.

Il testo della presente novena dell’Immacolata, a cura di don Lucio D’Abbraccio, incentrata sull’ascolto della Parola di Dio e sugli scritti di san Massimiliano Maria Kolbe (frate minore conventuale, il quale 105 anni fa 1914, professò i voti perpetui e nel 1917, sulla scia dell’impegno teologico e intellettuale che i francescani avevano speso nei secoli per promuovere il riconoscimento dell’Immacolata Concezione di Maria, fondò assieme ad alcuni confratelli la “Milizia dell’Immacolata”), vuole essere uno strumento che permetta a tutti, ragazzi, giovani, adulti di chiedere alla Madre del Signore la fede e a seguire il Signore come discepoli che hanno il coraggio di cambiare per essere testimoni credibili della speranza.

Come Maria, tutti dobbiamo impegnarci a non rassegnarci, a non arrenderci di fronte alle difficoltà, ma ad essere sempre disponibili nel dire il nostro «eccomi», senza paura e titubanza. Maria, la «Donna vestita di sole», è colei che ha avuto fede nella parola dell’Altissimo; è colei che non dimentica mai nessuno perché, come tenera Madre, intercede per tutta l’umanità nei pericoli e nelle difficoltà.

Due segni ci accompagneranno durante questi nove giorni: l’accensione di una candela dinanzi all’icona di Maria e l’incensazione della stessa durante il canto (o la recita) del Magnificat. Questi due segni stanno ad indicare: l’impegno di mantenere sempre accesa la fiamma della fede; contemplare, con Maria, la grandezza dell’Onnipotente.

Ogni giorno, come preghiera conclusiva, è stata riportata una preghiera alla Vergine santa, del nostro amato papa Francesco, che vive nella serie ininterrotta e legittima dei suoi predecessori nella sede apostolica di Roma. Non manchi mai la nostra preghiera per il Sommo Pontefice e la sua apostolica missione di pastore universale della Chiesa.

Facciamo nostre e soprattutto meditiamo sulle parole scritte dal Vescovo di Roma, Pontefice Sommo della Chiesa, nell’enciclica Lumen Fidei, 58: «Nella Madre di Gesù la fede si è mostrata piena di frutto, e quando la nostra vita spirituale dà frutto, ci riempiamo di gioia, che è il segno più chiaro della grandezza della fede. Nella sua vita, Maria ha compiuto il pellegrinaggio della fede, alla sequela di suo Figlio. Così, in Maria, il cammino di fede dell’Antico Testamento è assunto nella sequela di Gesù e si lascia trasformare da Lui, entrando nello sguardo proprio del Figlio di Dio incarnato».

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