Nico Guerini – Commento al Vangelo di domenica 25 Ottobre 2020

643

Il piรน grande comandamento e gli altri

Al centro della liturgia odierna cโ€™รจ quello che comunemente si chiama il โ€œcomandamento dellโ€™amoreโ€.

Confesso che, quando mi trovo a dire qualche parola su questo brano evangelico, mi sento vagamente imbarazzato. Soprattutto quando si discorre di โ€œnormeโ€ che riguardano la vita di fede, da parte di persone che hanno abbandonato la pratica religiosa perchรฉ in dissenso con la โ€œstruttura Chiesaโ€, giustificando la loro scelta dicendo che tutto รจ relativo, quello che conta รจ โ€œamareโ€, dove รจ implicito il riferimento alla parola che รจ il cuore del vangelo letto oggi.

Temo che tale risposta celi un presupposto di โ€œvaghezzaโ€ che non porta molto lontano, quasi un alibi per non affrontare seriamente il problema, che, alla fine, รจ quello dei โ€œvaloriโ€, chiari e indubitabili, e delle โ€œpraticheโ€ che li incarnano. Il termine โ€œamoreโ€, come โ€œlibertร โ€ e altri consimili, ha uno spazio di significato che puรฒ voler dire tutto e il contrario di tutto.

Peraltro, proprio questa esigenza ha portato alla creazione di norme concrete chiamate โ€œcomandamentiโ€, che servissero almeno a dare delle indicazioni piรน precise su come dare forma allโ€™amore, che รจ e resta lโ€™anima della Legge.

Quelle norme Gesรน ha detto di non volerle abolire, neanche le piรน piccole (Mt 5,17-19), ma ha fatto subito seguire una serie di dichiarazioni dove ha dato chiaramente a intendere che cโ€™era modo e modo di leggerle. E la sua spiegazione, a mezzo di esempi, insegna che il loro โ€œorizzonteโ€ รจ molto piรน vasto di quello che appare a tutta prima. Se si dimentica questo, si cade facilmente nel โ€œlegalismoโ€, governato dalla legge del minimo sforzo che basta a mettersi in pace con Dio.

- Pubblicitร  -

Lโ€™amore come โ€œorizzonteโ€

รˆ importante, a questo proposito, ricordare che lโ€™amore, piรน che una legge o un comandamento, รจ un orizzonte, che segna un orientamento, una direttrice di marcia, e lโ€™orizzonte, come si sa, non ha confini. Come ha detto Thomas Traherne (1637-1674), uno degli autori piรน significativi di quella grande corrente di scrittori e poeti che formรฒ nel โ€™600 la gloriosa spiritualitร  della Chiesa dโ€™Inghilterra nota come Pietas anglicana, ebbe a dire in uno splendido aforisma: ยซLโ€™amore non รจ mai troppo, puรฒ solo essere sbagliatoยป. Ecco cosa significa amore come orizzonte.

Trovo utile, a proposito, ricordare una grande svolta nella prassi penitenziale della Chiesa, quella che partรฌ da un decreto del Concilio Lateranense IV (1215) che stabiliva il precetto per i fedeli di confessarsi una volta allโ€™anno e di comunicarsi almeno a Pasqua.

Per la felice coincidenza dello sviluppo in quegli anni dei nuovi ordini mendicanti, in particolare francescani e domenicani, si andรฒ producendo unโ€™abbondantissima letteratura che intendeva insegnare ai fedeli come fare lโ€™esame di coscienza e ai confessori come trattare i penitenti.

Era stata in voga, fino ad allora, la cosiddetta ยซpenitenza tariffataยป, avviata a partire dallโ€™uso della confessione frequente importato dal monachesimo celtico, che consisteva nellโ€™imporre qualche opera buona a prescindere dal tipo di peccati commessi. Tale prassi, forse perchรฉ piรน facile e piรน spiccia, ha resistito ed รจ arrivata fino a noi, e forse dura ancora da qualche parte, dove la penitenza era standardizzata nelle tre Ave Maria o nel Pater, Ave, Gloria suggeriti prima dellโ€™assoluzione.

Quali erano la novitร  portate dai frati del XIII secolo? Ne posso parlare con cognizione di causa per aver studiato e fatto studiare molti manuali penitenziali dei secoli XIII-XIV, una letteratura sterminata che sarebbe utilissimo conoscere.

Le principali novitร  sono tre: lโ€™esame di coscienza non era condotto sui comandamenti, che apparivano spesso in brevi appendici, ma sui sette vizi capitali; la penitenza era di riflesso legata alla letteratura dei โ€œrimediโ€ che descrivevano le virtรน opposte ai vizi; infine, al confessore si raccomandava saggezza ed equilibrio nel proporre il modo di riparare il peccato commesso.

Che differenza fa? Mentre i comandamenti che, in gran parte, sono โ€œazioniโ€ da fare o da evitare, i โ€œviziโ€ e le โ€œvirtรนโ€ sono il fondo emotivo che sta dietro le azioni, una zona piรน difficile da โ€œcosificareโ€, conteggiare e controllare (onde il rischio di legalismo), un territorio piรน ambiguo e nebuloso, che esige unโ€™abitudine coltivata al discernimento.

Peraltro, anche nei comandamenti ce ne sono alcuni che lasciano largo spazio allโ€™esplorazione e alla realizzazione, tipo ยซonora il padre e la madreยป, o ancor piรน i due finali che chiedono di fare attenzione alla cura del โ€œdesiderioโ€!

Comunque, giร  il Concilio parecchi anni fa suggeriva, tra lโ€™altro, di condurre lโ€™esame di coscienza non su una schedina prefabbricata sulla lista dei comandamenti, ma su un testo della Scrittura. Il mio favorito รจ Romani 12, usato anche solo in parte.

Mi rendo conto che tale โ€œdigressioneโ€ puรฒ sembrare eccessiva, ma mi importava che si capisse cosa intendo quando definisco il duplice precetto dellโ€™amore un โ€œorizzonte di sensoโ€ che deve orientare le nostre scelte.

Tanto per cominciare, la prima lettura (Es 22,20-26) offre non tanto norme generiche ma una serie di comportamenti pratici dietro i quali รจ facile vedere atteggiamenti di attenzione e di benevolenza che devono essere coltivati nel fondo del cuore.

Li elenco: lโ€™attenzione al ยซforestieroยป, mettendosi nei suoi panni, magari facendo riferimento ad esperienze analoghe; il rispetto per chi vive una condizione di fragilitร , come ยซlโ€™orfano e la vedovaยป, categorie tipo che, insieme a quella dello ยซstranieroยป, percorrono tutta la Bibbia, in particolare i Salmi; lโ€™aiuto allโ€™indigente che chiede un prestito in denaro, che non va trattato con mentalitร  da usuraio, o ancora piรน se รจ costretto a dare in pegno un mantello, questo gli deve essere restituito ยซper la notteยป, perchรฉ non ha altro con cui coprirsi. Non sono โ€œprecettiโ€ particolari, ma sono esempi di come lโ€™orizzonte dellโ€™amore deve gettare la sua luce sul nostro quotidiano, da misurare sui bisogni degli altri.

Se noi adoriamo un Signore che รจ descritto nel Salmo 17 come ยซforza, roccia, fortezza, liberatore, rupe, rifugio, scudo, potente salvezza, baluardoยป, che sono le forme in cui egli manifesta il suo โ€œamoreโ€ nei nostri riguardi, il nostro amore non puรฒ percorrere strade diverse da questa.

Lโ€™esempio della comunitร  cristiana di Tessalonica (Ts 1,5c-10) che, ยซavendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santoยป, รจ diventata un ยซmodello per tutti i credenti della Macedonia e dellโ€™Acaiaยป, reca un messaggio in linea con quanto stiamo dicendo: lโ€™amore che ispira i discepoli di Gesรน diventa una forza contagiosa, e una forma di amore del prossimo, se non la prima, puรฒ essere proprio il bisogno di dare buon esempio e, allโ€™opposto, la necessitร  di non creare difficoltร  alla fede di chi รจ debole a causa di cattivi comportamenti dei cristiani.

Il grande comandamento

ยซQual รจ il grande comandamento?ยป chiede un fariseo, dottore della Legge, per mettere alla prova Gesรน (Mt 22,34-40). La domanda รจ nella serie dei tentativi, uditi nelle ultime domeniche, di cogliere Gesรน in fallo.

Il problema esisteva, e prevedibilmente non era di facile soluzione: i rabbini contavano fino a 613 comandamenti nella Torร , 248 positivi (tu devi) e 365 negativi (non devi)! Pane per i denti dei fedeli zelanti, che forse avrebbero anche potuto utilizzare meglio il loro tempo piuttosto di faticare ad enumerarli.

La risposta di Gesรน รจ troppo nota: ยซโ€œAmerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua menteโ€. Questo รจ il grande e primo comandamento. Il secondo poi รจ simile a quello: โ€œAmerai il tuo prossimo come te stessoโ€ยป. Radicale semplificazione, che non รจ una riduzione ma, al contrario, una dilatazione senza confini.

Alla fine restano due, anzi, uno solo con due facce interdipendenti. Lโ€™amore, nella sua forma duplice, รจ il ยซgrande e primo comandamentoยป perchรฉ costituisce ciรฒ che li deve irrorare tutti con la sua forza, cosรฌ che ogni comando, o norma, o precetto deve avere come primo requisito quello di essere manifestazione dellโ€™amore in tutti i gradi che esso puรฒ rivestire, dallโ€™offrire un bicchiere di acqua fresca al dare la vita per gli altri. Perchรฉ Gesรน ha pure detto: ยซDa questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profetiยป.

Non bastava la Legge? No, perchรฉ le figure e i libri dei Profeti mostrano a piรน riprese come lโ€™osservanza puntuale della Legge, che riduce i comandamenti a un โ€œconfineโ€ entro il quale ripararsi, che puรฒ essere la regola del minimo sforzo o varie forme di alibi, rischia di strozzarne il senso fino a contraddirlo.

Tra i tanti ricordo solo il caso di Geremia 7,9-11, che denuncia come il tempio, luogo del culto al Signore, si รจ trasformato in una spelonca dove i ladri si rifugiano dopo i loro furti credendosi al sicuro, parole che Gesรน, โ€œilโ€ Profeta per antonomasia, ha giร  utilizzato nella cacciata dei mercanti dal tempio (Mt 21,12).

Per non parlare del fariseo della parabola, che va al tempio, dove, stando eretto, ringrazia Dio per lโ€™elenco puntiglioso delle opere compiute, persino con qualche aggiunta, in rispetto della Legge (Lc 18,9-14), concluso con uno sguardo sprezzante al pubblicano, che invece confessa il suo peccato. Ma รจ il fariseo che torna a casa con un peccato in piรน, perchรฉ ha dimenticato il ยซgrande comandamentoยป, quellโ€™amore che gli doveva suggerire di render grazie a Dio e di avere misericordia per il fratello peccatore.

รˆ poco concludere che il suo amore per Dio, se anche poteva sembrare persino โ€œtroppoโ€, era perรฒ certamente โ€œsbagliatoโ€?

FonteSettimana News

Commento a cura di Nico Guerini