Nico Guerini – Commento al Vangelo di Domenica 25 Luglio 2021

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Un โ€œpaneโ€ da condividere

Nellโ€™anno B, data lโ€™impossibilitร  di usare per tutte le domeniche il vangelo di Marco, causa la sua brevitร , รจ stato deciso di utilizzare in sostituzione Giovanni che, nel lunghissimo capitolo 6, sviluppa unโ€™articolata riflessione sul tema del โ€œpaneโ€, unโ€™immagine che raccoglie in sรฉ molti aspetti di questa metafora madre, cruciale per comprendere nella sua totalitร  il significato della figura, o meglio sarebbe dire del โ€œmisteroโ€ di Gesรน.

Dico subito che il passo scelto per iniziare la serie dei brani giovannei fa, in certo senso, da ponte tra la conclusione degli ultimi brani di Marco dedicato a varie forme di โ€œstuporeโ€, perchรฉ, da una parte, mostra come, davanti al miracolo dei pani, questo โ€œsegnoโ€ sia frainteso e, dallโ€™altra parte, apre il grande discorso sul โ€œpane di vitaโ€ destinato, esattamente, a superare lโ€™equivoco.

Pane di Dio e dellโ€™uomo

Di pane si parla subito nella prima Lettura (2Re 4, 42-44), breve, ma molto importante per capire il resto della storia e il senso del miracolo dei pani. Si parte da ยซun uomo che porta pane di primizie al profeta Eliseoยป, materialmente ยซventi pani dโ€™orzoโ€, secondo un rito ben noto e universalmente praticato, per cui le โ€œprimizieโ€, a partire dai primogeniti dellโ€™uomo, sono destinate a Dio, in quanto si riconosce in lui il creatore e lโ€™origine della vita, ogni vita!

Ma la reazione del profeta รจ imprevista e sorprende, perchรฉ lโ€™offerta era destinata ad essere soppressa, in quanto lโ€™offerente rinunciava al suo possesso avendolo messo nelle mani del Signore. Eliseo, infatti, dร  un ordine che non va nella direzione sperata: ยซDallo da mangiare alla genteยป!

Che senso ha questo stornare il pane donato a Dio perchรฉ diventi nutrimento dellโ€™uomo?

La prima cosa da considerare รจ che, nella fede, non si puรฒ separare il Creatore dalla creatura; dunque, pensare di onorare Dio ignorando i suoi figli non puรฒ essere un gesto corretto nel suo significato integrale.

In secondo luogo, lโ€™invito di Eliseo riguarda proprio il significato del dono stesso: se uno ne capisce bene il senso, questo porta a donare a nostra volta, secondo un principio giร  formulato da Gesรน (cf. Mt 10,8). Bella lโ€™idea, certo, ma, come accadrร  nel vangelo, la proposta si scontra con la nostra radicale impotenza: ยซCome โ€“ obietta il servo โ€“ posso mettere questo davanti a cento persone?ยป.

Ma Eliseo non recede dal proposito, ripete lโ€™invito e, per motivarlo, fa appello direttamente al Signore, che continua ad essere il vero protagonista della storia: ยซCosรฌ dice il Signore: Ne mangeranno e ne faranno avanzareยป. Questo รจ ciรฒ che accade.

Rimane solo da considerare il senso degli โ€œavanziโ€. Il significato non รจ difficile da scoprire, ed รจ questo: il Signore non fa mai miracoli col misurino, la โ€œsuaโ€ generositร  รจ infinita, e dobbiamo misurare la โ€œnostraโ€ tenendo come orizzonte proprio quella che ci viene mostrata in Dio. Lโ€™orizzonte, come si sa, non ha limiti.

Apologia dellโ€™unitร 

Unโ€™altra pagina stupenda (Ef 4,16) viene a confermare quanto appena detto. Il tema di fondo รจ lโ€™apologia dellโ€™unitร , espresso in una formulazione essenziale e concisa, che echeggia una probabile origine liturgica, forse una confessione di fede legata al rito del battesimo: ยซUn solo corpo e un solo spirito, come una sola รจ la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che รจ al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed รจ presente in tuttiยป.

Sono parole che andrebbero ripetute, e fatte ripetere, come ci ha abituato a fare papa Francesco nella sua predicazione. Sono anche presenti in un canto che proprio oggi sarebbe il caso di eseguire.

A ricordarci che tale unitร , anche se dura e a tratti difficile, non รจ in pio desiderio, ma una proposta di vita praticabile, provvede la prima parte della lettura, in cui ci viene chiesto di comportarci ยซcon ogni umiltร , dolcezza e magnanimitร , sopportandoci e vicenda nellโ€™amore, avendo a cuore di conservare lโ€™unitร  dello spirito per mezzo del vincolo della paceยป.

E, in questo contesto, non si puรฒ dimenticare la Didachรฉ, che nellโ€™anafora eucaristica prega cosรฌ: ยซCome questo pane spezzato, che era sparso sui colli, una volta raccolto รจ diventato una cosa sola, cosรฌ la tua Chiesa venga riunita dai confini della terra nel tuo regnoยป.

Come provvedere a tanta gente?

Il vangelo (Gv 6,1-15) รจ chiaramente il punto dโ€™arrivo della liturgia odierna. Come si รจ detto, il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci รจ tratto dal vangelo di Giovanni, un racconto di miracolo che diventa un โ€œsegnoโ€, termine che il quarto evangelista preferisce, perchรฉ lโ€™episodio serve a introdurre nel mistero di Gesรน, che in questo caso diventa una lunga catechesi sul โ€œpane di vitaโ€.

La versione giovannea dellโ€™episodio, decisamente piรน lunga di quella dei sinottici, merita unโ€™analisi attenta onde cogliere ciรฒ che caratterizza il racconto.

Alla partenza il contesto รจ quello comune, secondo il quale Gesรน รจ seduto tra i suoi discepoli intento ad ammaestrare la ยซgrande follaยป che lo seguiva. Ma due dettagli attirano lโ€™attenzione: il fatto che Gesรน ยซsale sul monteยป, e che ยซera vicina la Pasqua dei giudeiยป.

รˆ stato notato che il monte preceduto dallโ€™articolo determinativo pare indicare una montagna precisa, che in questo caso sarebbe il Sinai, da dove รจ venuta la Legge. Completa questa osservazione il cenno alla Pasqua che รจ vicina, il che aggiunge al dono della Legge quello della manna, due ingredienti cruciali nello sviluppo che ne farร  Gesรน nel discorso che segue.

Qui appare il โ€œproblemaโ€, presentato da Gesรน in termini che echeggiano un simile interrogativo posto da Mosรจ (Nm 11,13): come provvedere a tanta gente?

Egli rivolge la domanda a Filippo, ma si tratta di una domanda retorica, perchรฉ Gesรน ยซsapeva giร  quello che stava per compiereยป, e dunque si tratta di un test che intende mettere alla prova la fede di Filippo.

Lo stesso vale per Andrea, che, pur segnalando che ยซcโ€™รจ un ragazzo che ha con sรฉ cinque pani e due pesciยป, รจ costretto ad ammettere la radicale insufficienza della soluzione proposta.

A questo punto il racconto puรฒ continuare, e dunque Gesรน ordina di far sedere la gente su un tappeto dโ€™erba, che pare unโ€™eco del Sal 22,2: ยซSu pascoli erbosi mi fa riposareยป. La grande folla si materializza nel numero di ยซcinquemila uominiยป.

Ed ecco il gesto decisivo: ยซGesรน prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano lร  seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanti ne volevanoยป. Non si fatica a leggere in queste parole le formule di un rituale che doveva essersi stabilito molto presto nella nascente comunitร  cristiana, come del resto testifica con precisione il racconto della 1Cor 11,23-24 su come celebrare la Cena del Signore.

รˆ molto importante cogliere la ricchezza di senso di questi tre gesti, che udiamo al centro della Preghiera eucaristica ogni volta che partecipiamo alla messa. Gesรน โ€œprendeโ€ quel poco che noi offriamo, lo โ€œbenediceโ€, ricordando cosรฌ che ciรฒ che offriamo viene da lui, e alla fine lo โ€œdonaโ€ a quanti ne hanno bisogno. In tal modo insegna anche a noi come entrare nello stesso circolo virtuoso, che nel suo essere รจ vita, accolta e data, in un contesto di benedizione che ricorda lโ€™origine del creato, quando Dio dice che tutto ciรฒ che ha fatto รจ โ€œcosa buonaโ€. Puรฒ sorprendere lโ€™ordine di raccogliere ยซi pezzi avanzatiยป, ma questo รจ fatto ยซperchรฉ nulla vada perdutoยป, e il numero โ€œdodiciโ€ che indica la completezza, dice, da una parte, la generositร  del dono e, dallโ€™altra, suggerisce un possibile uso successivo per futuri credenti di ciรฒ che รจ rimasto.

La conclusione del brano รจ sconcertante. La folla che seguiva Gesรน per vedere dei โ€œsegniโ€ รจ accontentata, e alla grande, al punto che arriva a dichiarare: ยซQuesti รจ davvero il profeta, colui che viene nel mondoยป. Ha visto dei segni, ma non ne ha capito il senso. Perchรฉ la risposta รจ la volontร  di ยซprenderlo per farlo reยป! Qualcuno a volte commenta osservando che cosรฌ avrebbero avuto il pane assicurato.

Ma Gesรน si sottrae alla folla, come era giร  accaduto alla sinagoga di Nazaret, quando, alla sua affermazione di essere la realizzazione della profezia di Isaia diceva come su di lui fosse disceso lo Spirito, con una reazione di vero furore, avrebbero voluto precipitarlo in un burrone, ma anche allora Gesรน si era sottratto alla loro follia.

Da questo punto di vista, il segno della moltiplicazione dei pani non ha funzionato, รจ stato un fraintendimento, e la stessa โ€œconfessione di fedeโ€ che aveva visto in lui โ€œil profetaโ€ si era rivelata un miserevole equivoco. Nella frase conclusiva appare evidente lo sconforto che prende Gesรน: ยซsi ritirรฒ sul monte, lui da soloยป.

Nel lungo discorso che seguirร , Gesรน tenterร  in tutti i modi di sfatare lโ€™equivoco, ma troverร  un ostacolo insormontabile, un muro che genera un pratico rifiuto: ยซQuesta parola รจ dura! Chi puรฒ ascoltarla?ยป e, alla fine, ยซmolti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano piรน con luiยป.

San Bernardo in un uno dei suoi Sermoni diversi (Div. V, 1-2), mostra come non sia la parola ad essere dura, ma รจ il cuore, ostinato e testardo, e le orecchie, che non riescono ad ascoltare e tanto meno a capire. Gesรน รจ talmente amareggiato che dice ai discepoli: ยซVolete andarvene anche voi?ยป. Sappiamo, per fortuna, quale fu la risposta di Simon Pietro, che suggerisce e prepara anche la nostra.

Fonte – per gentile concessione di Settimana News | Commento a cura di Nico Guerini