Nico Guerini โ€“ Commento al Vangelo di Domenica 21 Marzo 2021

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Imparรฒ lโ€™obbedienza da ciรฒ che patรฌ

Ci avviciniamo alla Pasqua, e la Parola di Dio ci sta educando a poco a poco a comprendere bene il senso di quanto verrร  proposto al nostro sguardo e alle conseguenze di quanto vedremo per la nostra vita.

Oggi le letture riassumono il senso globale della Pasqua nellโ€™offerta di una โ€œalleanza nuovaโ€ (prima lettura), mostrano, in Gesรน che soffre, Dio che impara la compassione raggiunta attraverso la prova (seconda lettura) e, infine, mette in scena direttamente lo stesso Gesรน, turbato come in una specie di agonia del Getsemani, che supera la paura raggiungendo la piena consapevolezza di una veritร  che ha governato tutta la sua vita: ยซSe il chicco di grano, caduto in terra, non muore rimane solo; se invece muore, produce molto fruttoยป.

Il tema dellโ€™alleanza รจ giร  comparso nelle domeniche I e III di Quaresima, e lร  รจ stato illustrato. Il nucleo รจ costituito dalla volontร  di Dio di entrare in relazione con lโ€™uomo in una sorta di patto di mutuo aiuto, promessa e risposta, al fine di salvarlo dal disastro.

Unโ€™alleanza โ€œnuovaโ€

Oggi il profeta Geremia (31,31-34) ci fa entrare a fondo nella natura di un rapporto che potrebbe essere percepito come un contratto di tipo burocratico, ma che era stato pensato come un โ€œpattoโ€ tra persone, delicatamente โ€œprese per manoโ€ dal maggiore protagonista dellโ€™accordo per farle uscire da una terra di schiavitรน, patto che purtroppo era stato infranto. รˆ compito dei profeti richiamare, quando รจ il caso, che, se anche il popolo non fa la sua parte e viene meno allโ€™impegno, Dio perรฒ non molla la presa.

Ed ecco che, nel caso, Dio dร  vita a โ€œunโ€™alleanza nuovaโ€, formula che sentiamo ogni volta che partecipiamo alla messa, e che siamo invitati ad approfondire sempre piรน nel suo significato. Perchรฉ tale formula viene dalle labbra dello stesso Gesรน quando celebrรฒ lโ€™ultima Pasqua, unโ€™alleanza che porta il sigillo del suo sangue (cf. 1Cor 11,25 e Lc 22,20). Dove sta la novitร ? Geremia la spiega con quattro ragioni che vanno ben soppesate.

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La prima รจ che lโ€™alleanza non sarร  piรน affidata alla pietra come per il Decalogo, e neanche a un rito come la circoncisione, che marcava fisicamente lโ€™appartenenza al popolo eletto che ne era il partner. Lโ€™alleanza viene ora โ€œscritta sul cuoreโ€! Non รจ nel mondo delle carte, o in quello dellโ€™appartenenza etnica, e neanche nellโ€™impegno a certe pratiche rituali. Tutto ciรฒ diventa in qualche modo โ€œrelativoโ€. Il โ€œcuoreโ€ โ€“ come รจ noto โ€“ nella Bibbia non รจ solo il mondo delle emozioni, pure importanti, ma รจ il vero centro della persona, il luogo dove la volontร  prende le decisioni e fa le sue scelte.

La seconda ragione รจ che proprio per questo il patto crea tra i due contraenti una โ€œcomunioneโ€ della piรน alta qualitร : Dio e il popolo arrivano ad appartenersi lโ€™un lโ€™altro. Dio puรฒ dire โ€œil mio popoloโ€, e il popolo puรฒ dire โ€œil mio Dioโ€, unโ€™appartenenza che รจ libera e volontaria, sulla base di un amore che si muove in ambedue le direzioni.

Una terza ragione รจ che tale comunione non avrร  neanche bisogno di diventare un ordine, โ€œreligioso o autoritarioโ€ che sia, ma sarร  come un movimento spontaneo, come quello che nasce tra due innamorati. E questo vale per tutti, โ€œdal piรน piccolo al piรน grandeโ€.

La quarta e ultima ragione, anche legata alla forma asimmetrica del rapporto tra Dio e lโ€™uomo, sta nello stesso creatore dellโ€™alleanza, Dio, che, da protagonista principale, offre quanto ha di suo: ยซio perdonerรฒ la loro iniquitร  e non ricorderรฒ piรน il loro peccatoยป.

Alla scuola della sofferenza

Il breve testo di Eb 5,7-9 รจ uno dei passi piรน belli di questa Lettera che gioca magistralmente sulla coesistenza in Gesรน della natura divina e di quella umana, con una certa insistenza su questa seconda, forse come reazione a certe correnti gnostiche che tendevano a svaporare la parte umana del Figlio di Dio incarnato in Gesรน di Nazaret, un modo di pensare, quello gnostico, che puรฒ rinascere in ogni tempo.

Questa diversa accentuazione appare qui in modo che non potrebbe essere piรน trasparente. Il Figlio sperimenta un dolore tale che, di fronte alla sofferenza che gli stava davanti, fu spinto a pregare Dio ยซcon forti grida e lacrimeยป per essere salvato dalla morte. Sullo sfondo appare in tutta la sua drammaticitร  lโ€™agonia del Getsemani, dove abbiamo giร  la parola chiave di questa supplica: ยซSe รจ possibile, passi da me questo calice, e perรฒ non come voglio io, ma come vuoi tuยป. Questo โ€œpieno abbandonoโ€ alla volontร  di Dio gli meritรฒ di โ€œessere esauditoโ€, anche se la croce non sembra un esaudimento: ma si veda il seguito.

Attraverso questa situazione che lo immerge nella tristezza e nella paura โ€“ uno stato dโ€™animo che rasenta la disperazione โ€“ egli ยซimparรฒ lโ€™obbedienza da ciรฒ che patรฌยป, quella che lo ha reso ยซperfettoยป.

Che la sofferenza sia una scuola รจ ben noto: dipende da come la si vive. Mi capitรฒ di sentir dire a proposito di una persona che conosco bene: ยซรˆ molto buono, si vede che ha soffertoยป.

Mi chiedo perchรฉ non si รจ allungata la lettura con i versetti che precedono il passo utilizzato, nei quali si dice: ยซNon abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso รจ stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, cosรฌ da essere aiutati al momento opportunoยป (Eb 4,15-16) e, come si dice poco prima: ยซEgli รจ in grado di sentire compassione per quelli che sono nellโ€™ignoranza e nellโ€™errore, essendo anche lui rivestito di debolezzaยป (Eb 5,12).

Gesรน davanti al patire

Il vangelo ci offre un campione del โ€œturbamentoโ€ di Gesรน (Gv 12,20-33), quasi a materializzare con il tocco concreto dellโ€™esperienza quello che poteva anche essere preso come unโ€™affermazione teorica.

Il racconto parte da una sorta di situazione accidentale, anche se รจ nel suo genere curiosa, ยซsei giorni prima della Pasquaยป, dopo che Gesรน รจ andato a Betania a cercare ospitalitร  tra amici, e forse anche un luogo di un rapporto sereno nellโ€™atmosfera di crescente ostilitร  che stava sperimentando.

Mentre aumentano quelli che lo โ€œcercanoโ€ per farlo fuori, accade che questa volta a cercarlo siano ยซalcuni greciยป che chiedono a Filippo: ยซSignore, vogliamo vedere Gesรนยป. Filippo va a dirlo ad Andrea, e poi i due insieme vanno da Gesรน.

La risposta di Gesรน รจ a suo modo sconcertante. Non risponde direttamente alla richiesta ma, con assoluta naturalezza, mostra a chi lo cerca il suo stato dโ€™animo piรน intimo.

Quasi a prendere le distanze da se stesso, parte enunciando, nel modo solenne delle proclamazioni importanti, un principio di carattere generale, quello sul chicco di grano ricordato allโ€™inizio. Poi trascina in quella stessa visione quelli che lo stanno ascoltando: ยซChi ama la propria vita, la perde, e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverร  per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua e, dove sono io, lร  sarร  anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerร ยป.

Sono parole mirate a preparare il terreno alle affermazioni sconvolgenti che seguono. Sono frasi brevissime, ma che nascondono in poche parole il dramma di Gesรน. Chissร  quanto tempo gli รจ costato per arrivare a farlo proprio: ยซAdesso lโ€™anima mia รจ turbata: che cosa dirรฒ? Padre, salvami da questโ€™ora? Ma proprio per questo sono giunto a questโ€™ora! Padre, glorifica il tuo nomeยป.

Tre tappe in due righe! Il turbamento anzitutto, poi la sua causa, che รจ la paura della morte e, infine, il suo effetto nella consapevolezza che con tale morte il Padre sarร  glorificato! รˆ noto che a dirigere e orientare la vita di Gesรน, giร  dalle nozze di Cana (Gv 2,4), รจ lโ€™attesa di questa Ora. Lโ€™attesa di ciรฒ per il quale รจ venuto รจ ormai terminata e, come nel battesimo, qui viene ยซuna voce dal cieloยป a confermare quanto Gesรน ha intuito: ยซLโ€™ho glorificato e lo glorificherรฒ ancoraยป.

Il messaggio โ€“ e questo conta, e molto โ€“ รจ udito dalla ยซfollaยป e, come spesso in Giovanni, quando interviene qualcosa che sa di divino, la reazione รจ doppia e contrastante: cโ€™รจ chi percepisce la voce come un tuono, e cโ€™รจ invece chi vi vede lโ€™intervento di un angelo.

Il caso piรน emblematico in Giovanni รจ la guarigione del cieco nato con le due opposte reazioni. Tocca a Gesรน stesso spiegare il senso di quanto รจ accaduto. La prima cosa che dice รจ: ยซQuesta voce non รจ venuta per me, ma per voiยป. Lui aveva giร  capito cosa intendeva dire la voce del Padre che aveva risposto alla preghiera del Figlio, una volta assicuratosi del suo abbandono e della sua disponibilitร  ad affrontare la morte. Quella voce significava ed era il โ€œgiudizio di questo mondoโ€.

Quale giudizio? Gli effetti straordinari e impressionanti di quella che resta pur sempre una morte, quella di Gesรน, sono sostanzialmente due.

Il primo รจ che ยซil principe di questo mondo sarร  gettato fuoriยป. Questa รจ la conclusione della lotta tra la luce e le tenebre: la sconfitta delle tenebre che non sono riuscite a soffocare la luce (cf. Gv 1,5), e la vittoria della luce รจ proprio lร  dove il demonio poteva illudersi di essere stato lui il vincitore. I Padri hanno spesso, alla luce di questo passo, illustrato lโ€™umanitร  di Cristo come lโ€™esca usata da Dio per ingannare il demonio che, credendo di aver avuto il sopravvento, in realtร  aveva dovuto ingoiare la sua disfatta. ยซO morte, sarรฒ la tua morte, sarรฒ il tuo morso, o infernoยป, come canta la liturgia pasquale.

Il secondo effetto รจ la grandiosa trasfigurazione della croce, che da patibolo diventa vessillo regale di vittoria! Lโ€™essere alzato su un patibolo รจ in realtร  lโ€™elevazione alla gloria (cf. Gv 12,32), come canta il Pange lingua: ยซCanta o lingua la gloriosa / lotta che si scatenรฒ, / della croce, ora trofeo, / la vittoria celebra, / come il redentor del mondo / immolato trionfรฒยป, o come proclama il Vexilla: ยซAvanzan del re gli stendardi / la croce รจ mistero di luce, / chi il corpo plasmรฒ nel suo corpo / appeso a un patibolo pende. // O altare, o vittima, salve, / o gloria della passione: / la vita ha patito la morte, / la morte ha ridato la vitaยป. Viviamo questa fede!

Fonte โ€“ per gentile concessione di Settimana News | Commento a cura di Nico Guerini

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