Nico Guerini โ€“ Commento al Vangelo di domenica 2 Agosto 2020

- Pubblicitร  -

Qualcuno (penso ai nati negli anni โ€™40 e โ€™50, e anche prima) ricorderร  che una delle piรน vistose innovazioni prodotte dal Concilio, dopo il passaggio dallโ€™uso del latino allโ€™italiano nelle celebrazioni liturgiche (messa, sacramenti, liturgia delle ore), fu โ€“ immagino โ€“ la ristrutturazione del presbiterio, che comportรฒ due grosse novitร : la scomparsa delle balaustre, che eliminava una visibile netta separazione tra clero e popolo, e la trasformazione dellโ€™altare, che da secoli era stato ridotto a una โ€œpredellaโ€ che serviva da base a una serie di mensole dove troneggiavano candelieri giganti, a volte le statue dei quattro dottori della Chiesa, e diversi vasi di fiori; il tutto trovava il suo punto focale di attenzione nel tabernacolo, diventato di fatto il centro della devozione eucaristica, con la โ€œpresenzaโ€ segnalata dalla lampada accesa.

Recuperare il binomio altare/mensa

Lโ€™altare come โ€œmensaโ€, sul quale non dovrebbe essere posato niente se non ciรฒ che serve alla celebrazione della messa, ritrovรฒ con la riforma una sua centralitร  e un suo pieno significato, perchรฉ una mensa serve a preparare e a porre il cibo del quale poi ci si nutre (non dunque candelieri e vasi di fiori), marcando con questo il punto attorno al quale si โ€œradunaโ€ una comunitร .

Il mutamento del presbiterio mise in luce altri due segni importanti per capire il senso della celebrazione: lโ€™ambone, che serve a enfatizzare lโ€™importanza della Parola che lรฌ viene proclamata e commentata, e la sede, dove sta colui che presiede lโ€™assemblea, la guida e la istruisce, ed รจ chiamato cosรฌ a sentirsi comunitร , sensazione mai raggiunta del tutto, e che colui che presiede dovrebbe tenere bene in mente per non rischiare di intendere la celebrazione come โ€œrecitazione del programma stampatoโ€, dove lโ€™unica variante prevista รจ lโ€™omelia.

Ma, anche su questo, รจ utile ricordare che lโ€™omelia non รจ obbligatorio svolgerla sul solo vangelo, e neanche sulle letture, ma puรฒ esserlo su ogni parte della messa, ยซtenuto conto sia del mistero che viene celebrato, sia delle particolari necessitร  di chi ascoltaยป (Ordinamento generale del Messale romano, n. 65). Tutto puรฒ essere occasione per un qualche commento o gesto che aiuti il popolo a crescere nella coscienza di essere una โ€œcomunitร โ€, a cominciare dal ritmo pacato e concorde della risposta ai dialoghi che occorrono in vari momenti della celebrazione, come non sempre accade.

Visto che lโ€™assemblea pare sia composta per lo piรน dalla generazione cresciuta nel pre-concilio, mi chiedo quanto i piรน siano consapevoli di quanto ho appena detto sul senso dellโ€™altare-mensa, cosa non sempre chiara neanche nel prete che presiede.

- Pubblicitร  -

Quanto alle generazioni nuove, il problema รจ enorme, ma su questo non mi fermo, perchรฉ la situazione implica โ€“ mi sembra โ€“ unโ€™attenzione appassionata alla liturgia nella catechesi a fanciulli e giovani, e una ri-catechizzazione a livello catecumenale degli adulti, magari anche in occasione della preparazione ai sacramenti di confessione, comunione e cresima, per i quali, oltre e piรน che dei bambini, ci si dovrebbe preoccupare dei genitori, secondo il metodo di una โ€œformazione permanenteโ€.

Una mensa gustosa e nutriente

Questa introduzione mi รจ venuta alla mente pensando che la prima lettura e il vangelo di oggi ruotano attorno a qualcosa che ha nella mensa il suo riferimento naturale: mangiare e bere, con in piรน ascoltare, che รจ, come tutti sanno, il bello della tavola, che non รจ fatta solo per โ€œnutrirciโ€, ma che raggiunge il suo obiettivo piรน importante nella gioia del โ€œmangiare insiemeโ€, il che implica una circolazione della parola che serve a dare senso alla riunione.

La lettura del profeta Isaia (55,1-3) ci presenta un Dio che mette radicalmente in crisi il sistema capitalistico e le leggi del mercato: ยซO voi tutti assetati, venite allโ€™acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latteยป.

Ma a leggere bene, forse non si tratta di procurarsi gli alimenti necessari per la vita senza pagare, ma, elevando un poco lo sguardo, ricordare che noi abbiamo fame e sete anche di altre cose che non sono solo quelle materiali, ed รจ pensando a questi bisogni che il profeta continua: ยซPerchรฉ spendete denaro per ciรฒ che non รจ pane, il vostro guadagno per ciรฒ che non sazia?ยป.

Stiamo pure nellโ€™immagine della mensa alla quale ci accostiamo di solito. Che guadagno cโ€™รจ nellโ€™avere sulla tavola cibi e bevande prelibate quando le persone che mangiano e bevono insieme non sono in sintonia tra loro? Quando ristagna nellโ€™ambiente unโ€™atmosfera di diffidenza, di sospetto, di rancore per offese non digerite? Quando lโ€™aria รจ cosรฌ pesante che non si vede lโ€™ora che il tutto finisca?

รˆ quanto segue che illumina tutto il brano: ยซSu, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulentiยป. Naturale pensare al ยซNon di solo pane vive lโ€™uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dioยป (Dt 8,3; Mt 4,4), e soprattutto alle parole dette da Gesรน in un lungo discorso segnato dallโ€™incomprensione e, alla fine, dal rifiuto: ยซIo sono il pane della vita, sono il pane che discende dal cielo perchรฉ chi ne mangia non muoia, e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป (Gv 6,48-51). Lo stesso vale per la sete: ยซChi berrร  dellโ€™acqua che io gli darรฒ non avrร  piรน sete in eterno. Anzi, lโ€™acqua che io gli darรฒ diventerร  in lui una sorgente dโ€™acqua che zampilla per la vita eternaยป (Gv 4,14).

Non sono discorsi fatti di vapore acqueo, proposte di una spiritualitร  eterea che vorrebbe evadere dalle durezze della vita. Il pane di cui discorre Gesรน sono anche le โ€œparoleโ€, le nostre, quelle che confortano, benedicono, educano, perdonano, incoraggiano, che non offendono, non insultano, non disprezzano, non maltrattano, ma servono invece a dare speranza, gioia e gusto per la vita.

Se cโ€™รจ un prezzo da pagare per acquistare questi beni, che non possediamo in modo automatico, e che sono sempre minacciati dal loro contrario, cโ€™รจ solo una ricetta: ยซPorgete lโ€™orecchio โ€“ dice Dio โ€“ e venite a me, ascoltate e vivreteยป. E cosโ€™รจ questa โ€œvitaโ€? ยซIo stabilirรฒ per voi unโ€™alleanza eternaยป. Quale? Quella che, con Gesรน, รจ diventata lโ€™alleanza nuova, che rinnoviamo in ogni eucaristia, quella comunione di cuori che cresce sulla gratuitร  e sul dono: ยซQuesto รจ il mio corpo, questo รจ il mio sangue con cui consegno me stesso a voi, per la vostra vitaยป.

Se questo รจ vero โ€“ come รจ vero โ€“, non sorprende piรน lโ€™attacco folgorante della seconda lettura (Rm 8,35.37-39): ยซFratelli, chi ci separerร  dallโ€™amore di Cristo?ยป. Segue un torrente di affermazioni, che travolge ogni forma di paura e di angoscia, perchรฉ niente e nessuno, se non noi stessi, potrร  mai rompere questa alleanza, un โ€œinno allโ€™amore di Dioโ€ che ci arriva dalla bocca di uno che ha sofferto nella sua carne tutte le tribolazioni che enumera, e che dichiara, alla fine, come niente di tutto ciรฒ lo puรฒ separare dallโ€™amore di Cristo, perchรฉ ยซin tutte queste cose noi siamo piรน che vincitori grazie a colui che ci ha amatiยป.

Compassione e gratuitร 

Quasi a dimostrare ancora una volta la veritร  di queste parole di Paolo, arriva lโ€™accostamento che fa Matteo nel suo vangelo (Mt 14,13-21) tra lโ€™assassinio di Giovanni Battista e il primo racconto della moltiplicazione dei pani, tra la sconfitta di un โ€œprofetaโ€ e la risposta di un altro che lo segue, e che, pur prevedendo che subirร  la stessa sorte (Mt 16,21), non si arrende, non fugge, e risponde a un fallimento umano alla sua maniera, quella divina.

Il collegamento tra i due episodi รจ fatto dallo stesso evangelista: ยซAvendo udito della morte crudele di Giovanni Battista, Gesรน partรฌ di lร  su una barca e si ritirรฒ in un luogo deserto, in disparteยป. Non รจ la prima nรฉ lโ€™unica volta che questo โ€œritirarsi di Gesรนโ€ fa pensare a unโ€™indecisione, forse anche a un suo momento di paura. Ma il โ€œdesertoโ€ รจ il luogo dove egli ha lโ€™abitudine di intrattenersi con il Padre per capire come comportarsi. E la risposta arriva presto: si ritrova davanti ยซuna gran folla che lo ha seguito a piedi dalle cittร ยป. La sua reazione รจ la solita che conosciamo: le folle suscitano la sua โ€œcompassioneโ€, che si traduce anzitutto nella guarigione dei malati.

Il racconto di Marco รจ piรน ricco di dettagli, nei quali ci dice il motivo che colpisce Gesรน (erano come pecore senza pastore), e pure che ยซegli insegnava loro molte coseยป (Mc 6,11). Matteo, in certo senso, โ€œasciugaโ€ il testo, ma lโ€™essenziale rimane: la compassione porta a un intervento mirato a guarire.

Questa figura di Gesรน โ€œmedicoโ€ รจ dominante nei vangeli, in grado massimo in quello di Luca, e integra magnificamente quella di โ€œmaestroโ€, le due immagini chiave che fanno la sostanza di quella che si chiama, nei discepoli, โ€œattivitร  pastoraleโ€.

In Matteo, Gesรน insegna con il gesto, scelta curiosa in un vangelo celebre per i โ€œdiscorsiโ€ di cui รจ costellato. Comunque, oltre alle malattie, in questo caso Gesรน guarisce la fame, dilatando a โ€œtuttiโ€ la sua attenzione.

E qual รจ lโ€™insegnamento? La prima lezione ci dice che, come aveva fatto con la parabola del seminatore, la qualitร  piรน caratteristica di Dio รจ la gratuitร : se egli รจ colui che ha tutto, in termini di beni e poteri, non รจ per vantarsene, ma per donare e condividere. E, in questo caso, non solo dichiara con luminositร  solare che il pane รจ un bene destinato ad essere condiviso, ma pure mostra che lo stesso discorso vale del โ€œpotereโ€, che da lui passa ai discepoli: ยซDategli voi stessi da mangiareยป! Si poteva dire con maggiore chiarezza che il vero potere รจ il servizio?

I gesti con cui Gesรน opera il miracolo โ€“ ยซprese i pani e i pesci, alzรฒ gli occhi al cielo, recitรฒ la benedizione, spezzรฒ i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla follaยป โ€“ evocano in modo trasparente lโ€™Ultima Cena e le nostre eucaristie che la rappresentano e la ripresentano.

Non credo di dover aggiungere altro. Non ci viene raccontata la reazione della folla: solo si dice che ยซmangiarono a sazietร ยป (ritorna la parola di Isaia) e si portarono via i pezzi avanzati.

Non credo sarร  difficile fare di questa storia la base per una riflessione sul significato della messa, e su come, di conseguenza, la viviamo. Perchรฉ quello che dovremmo aver capito รจ ciรฒ che siamo chiamati a fare una volta usciti di chiesa.

Fonte โ€“ Settimana News

Commento a cura di Nico Guerini


Altri Articoli
Related

Paolo Curtaz โ€“ Commento al Vangelo del 16 Maggio 2025

Io sono la via, la veritร  e la vita. In...

don Luigi Maria Epicoco โ€“ Commento al Vangelo del 16 Maggio 2025

Io sono la via, la veritร  e la vita. In...

Card. Angelo Comastri โ€“ Commento al Vangelo del 11 Maggio 2025

Un amore che smaschera i falsi amori Commento al Vangelo...

Paolo Curtaz โ€“ Commento al Vangelo di domenica 18 Maggio 2025

Agapetoi E adesso che succede? In questo anno di Giubileo, in...