Natale, “questa semplice parola emana un fascino misterioso, cui ben difficilmente un cuore può sottrarsi. Anche coloro che professano un’altra fede e i non credenti, cui l’antico racconto del Bambino di Betlemme non dice alcunché, preparano la festa e cercano di irradiare qua e là un raggio di gioia” (SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE, Il mistero del Natale). La dolcezza e il realismo della meditazione sul mistero del Natale di questa grande donna, filosofa, mistica e martire del XX secolo, canonizzata da San Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998, ci aiutano a riflettere in questo Natale 2015 e a costruire pensieri utili per orientarci a vivere positivamente il dono di un Dio che si avvicina all’uomo fino a condividerne la natura per innalzarlo alla comunione piena con Lui e inondarlo della sua misericordia ricreatrice.
Certo, il cielo e la terra non sono ancora una cosa sola. La stella di Betlemme continua a brillare anche oggi nella notte oscura. Se le tenebre ricoprono la terra, Gesù entra nella storia come luce che illumina le tenebre ed è Lui a dissolverle. Dio si è fatto uomo perché ciascun uomo diventasse Dio! Non solo Dio è diventato uno di noi ma si è fatto una cosa sola con noi. La Chiesa è il Corpo di Cristo e lui ne è il Capo, noi siamo le membra; membra gli uni degli altri e insieme siamo una cosa sola in Dio! Ecco perché il nostro amore per il prossimo è la misura del nostro amore per Dio. “Questo amore è reso visibile e tangibile in tutta la vita di Gesù. La sua persona non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente…Tutto in lui parla di misericordia” (MV 8).
Nei tempi complessi e tortuosi, affaticati e disorientati, spaventati e inquieti che viviamo, non è facile per nessuno cogliere e accogliere l’autentico significato del Natale, il suo inesauribile mistero! Mi chiedo in questi giorni come posso dire ‘Buon Natale!’ a tante persone inguaiate con affitto e bollette da pagare, con casa da cercare, con lavoro da trovare, con attività commerciali da riavviare; come faccio a dire ‘Buon Natale!’ quando sento parlare di terza guerra mondiale a pezzi; come faccio a dire ‘Buon Natale!’ quando ascolto dai media di fondamentalismo, di emergenza e allarme terrorismo; come faccio a dire ‘Buon Natale!’ quando nel nostro territorio diocesano so che diverse persone dormono in case diroccate, in macchina o in giardini pubblici; come faccio a dire ‘Buon Natale!’ quando c’è chi non può permettersi il pasto quotidiano e fa la fila alla Caritas; come faccio a dire ‘Buon Natale!’ se la politica – ‘elevata forma di carità’ (BENEDETTO XVI) – mi delude; come faccio a dire ‘Buon Natale!’ quando la speculazione economica rovina il patrimonio familiare e la bramosia del denaro e del suo accumulo infrange ogni regola di eticità minima; come faccio a dire ‘Buon Natale!’ quando la malattia e la perdita di persone care dissestano il mio equilibrio e la mia serenità familiare; come faccio a dire ‘Buon Natale!’ quando leggo i dati della disoccupazione giovanile, etc. etc.
Comunque con audacia oso! Il Natale è evento e messaggio, fatto e provocazione: Dio si fa uno di noi, si fa una cosa sola con noi, ci fa entrare nella comunione con Lui e quindi nella comunione tra noi; abbatte l’indifferenza che uccide, la noncuranza nei confronti dell’altro, le grandi solitudini; la conseguenza del ‘dramma dell’umanesimo ateo’ (H. DE LUBAC) non è solo una concezione tragica e disperata dell’uomo in astratto, ma la distruzione della possibilità di costruire rapporti umani capaci di formare una società più onesta e giusta; anch’io sono responsabile di mio fratello, perché è parte di me! Siamo una cosa sola con Dio e fra di noi. La Chiesa, casa e scuola della comunione, deve risvegliarsi a Natale come Madre e Maestra di comunione, testimone fattiva di misericordia; deve avere un soprassalto, recuperare il tesoro nascosto nel campo (cfr. Mt 13,44), Gesù Cristo Signore, e formare cristiani, non esperti in culturalismi datati e desueti o frequentatori di associazioni perbenistiche e decorative, ma cristiani di frontiera, all’opera nei solchi della storia per operare la misericordia salvatrice di Gesù.
Gesù Cristo, Speranza affidabile, non delude, e che ‘lungo il cammino della storia, la luce che squarcia il buio ci rivela che Dio è Padre e non rimane mai deluso e le tenebre del peccato e della corruzione che hanno offuscato i secoli passati non sono sufficienti a scoraggiare le sue attese’ (J. M. BERGOGLIO – PAPA FRANCESCO, Omelia di Natale, 2005). Il Natale esaudisce il nostro desiderio di ricominciare, aiuta a lasciarsi alle spalle il passato e a dedicarsi al futuro con nuova vitalità; Dio, il Padre, in Gesù Cristo non ci abbandona, è entrato nella nostra storia e ha ricominciato e sempre ricomincia con noi, è l’Emmanuele, il Dio con noi ! Per questo dico a tutti “Buon Natale!”e Buon Anno Santo della Misericordia e con affetto paterno tutti benedico.
Mons. Guglielmo Borghetti