Respiro Spirituale, sesta domenica di Pasqua anno B
Produzione Caritas Ticino
Da cuore a cuore, in un movimento di sguardi
La Pasqua è un continuo rimando alla novità di una luce che brilla nel cuore del buio, laddove la morte sembra avere la meglio.
In un cielo che a volte promette l’autunno anche se siamo in maggio, ogni tanto, nota don Willy Volonté nel suo commento alle letture della sesta domenica di Pasqua, si intravvedono squarci di luce, segni di una primavera che non si è arresa.
Così è la Risurrezione, un segno che appare a dirci la vittoria dell’unico uomo che ha sconfitto la morte.
Proprio la sua vittoria ci trascina in un movimento di sguardi, nella ragione profonda di questa offerta totale che ha impedito la fine di tutto.
Gesù è l’unico che ha saputo guardare nell’amore del Padre con occhi fiduciosi a tal punto da morire senza cessare di tenerli fissi in quelli di chi lo ha amato da sempre.
Come un cuore che batte si raccoglie per spalancarsi, si spalanca per assorbire i cuori di tutti, si rispalanca per consegnarli gli uni agli altri, così è questo amore che non conosce confini, che non ammette sospensioni di sguardo.
Se Gesù avesse detto amatevi gli uni gli altri, sarebbe stato come una buona esortazione a volerci bene, una indicazione ragionevole, a ben guardare conveniente, per una vita dignitosa. Quello che fa la differenza nell’esperienza cristiana è il “Come” del crocifisso/risorto: “come io vi ho amato” e io vi ho amato stando sempre nell’amore del Padre.
Lo stesso movimento di sguardi, la stessa intensità e fermezza, la medesima fiducia incondizionata e totale che abita la relazione del Figlio con il Padre scorre nelle vene della Chiesa.
La prima comunità cristiana ha imparato guardando a Cristo questo amore: si amavano gli uni gli altri, avevano imparato questo “Come” di Cristo, lo avevano portato dentro la vita della comunità.
Questa strada e questa sfida sono oggi attuali più che mai.
Di Dante Balbo