Respiro Spirituale, Seconda domenica dopo Natale, con mons. Willy Volonté
Trascrizione, non rivista, da Youtube:
Siamo nella seconda domenica dopo la celebrazione del Natale. C’è come una preghiera tra le righe di questa liturgia che potrebbe essere formulata così: Signore, fa che il mistero celebrato da pochi possa diventare verità e celebrazione per tutti.
Ecco, mi sembra essere così la sintesi della liturgia di oggi: la presenza, il messaggio di Gesù, pur così abbondantemente annunciato nei secoli fino ai confini della terra, non ha ancora raggiunto la sua pienezza, non ha ancora riempito le lacune di tanti che non l’hanno ancora conosciuto, non hanno ancora incontrato. E quindi il messaggio di Cristo è stato un avvenimento importante, come per tracciare il perimetro del globo, ma dentro ci sono ancora dei luoghi che ignorano la sua presenza.
Mi sembra che possa essere questa la… possa essere questo il richiamo di questa domenica, in modo tale da poter raggiungere i confini della terra, come più volte si dice nella liturgia. E la colletta, cioè la preghiera iniziale dell’eucaristia che raccoglie – appunto, questo è il nome “Colletta” – tutte le preghiere dei fedeli, dice esattamente così: Dio onnipotente ed eterno, luce dei credenti, riempi della tua gloria il mondo intero e rivelati a tutti i popoli nello splendore della tua verità.
Perché Cristo è venuto proprio a mettere la sua tenda in mezzo a noi, ha posto la sua tenda dentro la tenda di tanti, per cui la dimora possa diventare anche la presenza di Cristo. Il nostro Dio è un Dio che ha posto la sua tenda appunto; è veramente l’Emmanuele, come dice la scrittura. Il nome dice, esprime questo, che è un Dio con noi, è un Dio che ha posto la sua casa in mezzo alle nostre case.
Ecco allora la risonanza ampia, solenne, significativa del Vangelo di oggi, che è il primo capitolo di Giovanni. Dice che il Verbo – il Verbo, cioè il Logos, cioè il significato di tutto – che era presso Dio, ha posto la sua tenda in mezzo a noi. Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di quello che esiste. È una dichiarazione perentoria.
È come se la realtà avesse significato e senso compiuto solamente perché c’è Cristo. Quindi all’inizio di tutto c’è questo significato che non (dà la vita) dell’uomo, ma non è un significato fatto di logiche umane, ma la presenza stessa del figlio di Dio che pone la sua tenda in mezzo a noi.
Produzione Caritas Ticino