Respiro Spirituale, XXVI Domenica del Tempo Ordinario, con mons. Willy Volonté
Trascrizione, non rivista, da Youtube:
Leggendo le letture di questa 26ª domenica del Tempo Ordinario, ci accorgiamo che c’è un atteggiamento molto comune nel credente, che è un atteggiamento integralista, cioè di chiusura, di non apertura, di blocco nei confronti degli altri. Un conto è l’integralità della fede, un conto è un atteggiamento integralista.
Bene, nella prima lettura del libro dei Numeri, dell’Antico Testamento, un giovane si reca da Mosè, il grande condottiero del popolo di Israele, e gli dice: “Guarda, ci sono alcune persone che non fanno parte di quel circolo di 70 anziani che avevano il compito di condurre il popolo di Israele. Ci sono delle persone che stanno profetizzando, cioè parlando in nome di Dio, ma non ne hanno il mandato.”
Mosè risponde: “Fossero tutti così! Fossero tutti così nel popolo di Israele! Fossero tutti profeti, capaci di annunciare.”
Ecco, la stessa cosa capita nella pagina del Vangelo che leggeremo o stiamo leggendo. Il Signore ha una visione più larga della nostra. Non siamo noi i padroni della salvezza altrui.
Comunque, qui si apre un grande problema, perché anche lì i discepoli vanno dal Signore e dicono: “Ci sono delle persone che non fanno parte del nostro gruppo, che stanno profetizzando, stanno parlando in nome di Dio.”
E Gesù dice: “Lasciateli fare, perché se non sono contro di me, se non vanno contro di me, certamente fanno del bene.”
Qui si apre un grande problema: ci sono dei confini nella vita di fede che non possiamo infrangere? Non c’è il pericolo che qualcuno si arroghi questa possibilità di parlare in nome di Dio?
Ecco che nella Chiesa c’è uno strumento voluto dal Signore, estremamente bello e interessante, anche se a volte può essere pesante: è il magistero della Chiesa, il Papa, i vescovi e i sacerdoti, che hanno il compito di interpretare, di discernere, per condurre bene il popolo del Signore.
Allora, dobbiamo avere, nello stesso tempo, il gusto per la verità e, dall’altro, un cuore così aperto da riconoscere che chi parla di Gesù e parla bene, bisogna lasciarlo fare.
Produzione Caritas Ticino