mons. Willy Volontè – Commento al Vangelo di domenica 26 Settembre 2021

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Respiro Spirituale , XXVI domenica del tempo ordinario con mons. Willy Volonté

Produzione Caritas Ticino


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Oltre i confini

Di Dante Balbo

Quali sono i confini della Chiesa? Chi è fuori è condannato? Chi opera il bene, anche se non è a conoscenza della rivelazione cristiana, dove si colloca?

Queste le domande che scorrono fra le pagine bibliche della domenica 26sima del tempo ordinario.
Si potrebbe dire un meccanismo naturale, per cui quando facciamo un’esperienza di appartenenza, se facciamo un incontro che ci ha cambiato la vita, mal tolleriamo chi senza alcuno sforzo vive le stesse nostre esperienze e si impossessa di un patrimonio prezioso che pensavamo fosse unicamente a noi riservato.

Lo sperimentano gli amici di Mosè, che in un giorno in cui l’assemblea degli anziani, dei profeti designati, dei chiamati, si trova nella tenda del convegno e due che non c’entrano nulla si mettono a profetizzare, a parlare in nome di Dio, in giro per l’accampamento.
Niente rituali, niente mandato, niente investitura, eppure si permettono di annunciare l’opera di Dio al popolo.
Mosè ridurrà al silenzio i suoi amici, esortandoli a riconoscere che il popolo non è il loro, né il suo, ma del Signore, che sceglie chi vuole e semmai sarebbe meraviglioso se tutti fossero profeti.

La storia si ripete un migliaio di anni dopo, in una comunità molto più piccola, quella dei discepoli di Gesù, che si lamentano con il maestro, perché ci sono due che scacciano i demoni nel suo nome.
Gesù in questa circostanza ricorderà che non può esserci uno che sta con lui e è contro di lui allo stesso tempo, anche se in altre occasioni dirà il contrario, ma in un contesto diverso.

Si domanda don Willy Volonté se non vi sia una differenza, se chiunque può fare le opere di Dio e salvarsi. La chiave sta nella consapevolezza, perché chi opera il bene obbedendo ad una sensibilità interiore è lodevole, ma chi opera nell’amore di Gesù che ha dato la vita per noi si spalanca ad un amore consapevole e gratuito che si apre all’infinito e in certo senso dona significato anche alla bontà inconsapevole.