mons. Willy Volontè – Commento al Vangelo di domenica 20 Giugno 2021

1928

Respiro spirituale, domenica di Pentecoste anno B, con Don Willy Volonté

Produzione Caritas Ticino

Signore dove sei?

Di Dante Balbo

Saremmo ipocriti o ingenui se non riconoscessimo che la nostra vita non è una passeggiata, che la fede non ci salva dalle fatiche, dalle persecuzioni, forse oggi non sanguinose come agli albori della presenza della Chiesa nel mondo romano, ma non meno terribili.
Sono le statistiche a dirci che il secolo ventesimo ha visto un numero di cristiani uccisi per la loro fede, maggiore di tutti i tempi.
La Chiesa non è solo vittima, ma anche divisa al suo interno fin quasi dal principio, tanto che il Vangelo di Giovanni è stato scritto per combattere l’eresia gnostica.

L’aspettativa del ritorno di Gesù nella sua gloria, che avrebbe sistemato ogni cosa e trasportato i credenti in un regno di pace e letizia, lontani dalle guerre, dall’odio del mondo, dalla sofferenza della malattia e dal limite estremo della morte, era altissima nel primo secolo.
Le letture di questa domenica ci ricordano che non si tratta solo di un problema dei primi cristiani, ma di una questione universale, che attraversa tutte le età, già presente nell’Antico Testamento, con il libro di Giobbe, un uomo che si è visto strappare tutto ciò che aveva, beni, figli, salute, tanto da indurlo a bestemmiare rifiutando Dio.

Eppure nota don Willy Volonté alla fine è lo stesso Giobbe a testimoniare la propria fiducia:
“Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto.” (Gb 42, 5)
Nel Vangelo è ancora più esplicito il turbamento degli apostoli, durante una tempesta in cui Gesù dorme sulla loro barca.
La fede vacilla ma è il Signore stesso che si alza e domina la bufera, ricordando che lui non ci lascia soli.
“È un po’ questo l’insegnamento di questa domenica: avere la pazienza di lasciare che Dio finalmente operi nella nostra vita quella trasformazione che ci rende accoglienti di tutto ciò che ci capita nella vita, sapendo che abbiamo un Padre che conduce questa nostra esistenza.”


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