Il Vangelo che abbiamo ascoltato riporta un brano del discorso sulla fine dei tempi, pronunciato da Gesรน nel Tempio. Con il linguaggio tipico dellโapocalittica Gesรน annuncia che verranno giorni nei quali vi saranno sconvolgimenti โnel sole e nella luna e nelle stelle e sulla terra angoscia di popoli in ansiaโฆ mentre molti uomini moriranno per la paura e per lโattesa di ciรฒ che dovrร accadere sulla terraโ. Lo scenario riguarda lโintera creazione: le stesse โpotenze dei cieli โ dice Gesรน โ saranno sconvolteโ.
Se queste parole si riferiscono anzitutto alla fine della storia non sono perรฒ lontane dalle diverse epoche della storia degli uomini e possiamo applicarle anche ai nostri giorni nei quali appaiono segni e sconvolgimenti sia nel cielo che sulla terra, come anche lโangoscia di popoli in ansia. ร lโangoscia degli abitanti di tante terre segnate ancora dalla guerra e dai conflitti, รจ lโangoscia dei milioni di piccoli e di grandi che continuano ad essere provati dalle malattie e dalla fame, รจ lโangoscia dei tanti costretti ad emigrare lontani dalla loro terra senza trovare chi li accolga e li aiuti, รจ lโangoscia dei tanti anziani lasciati soli nellโabbandono. E tra quegli โuomini che muoiono per pauraโ ci sono sia coloro che non vedono per loro e per i loro figli un futuro sereno sia quelli che si lasciano travolgere dalla paura e si rinchiudono in se stessi.
Gesรน pronuncia anche oggi quelle parole non certo per rattristare e tanto meno per confermare paure e ripiegamenti, al contrario vuole che non ci lasciamo prendere dalla rassegnazione. ร facile infatti nei momenti difficili cadere nella rassegnazione e lasciar spegnere la speranza di un mondo nuovo, di una vita migliore per se stessi e per gli altri. Il Signore non ha rinunciato a sperare sugli uomini e sulle donne e a cambiare il loro cuore; non lascia che le forze del male soggioghino indisturbate la terra preda della violenza e della ingiustizia. Se gli uomini e le donne si rassegnano a questo mondo, non cosรฌ il Signore. Egli vuole la fine di questo mondo per poterne instaurare un altro. ร questo il Vangelo dellโAvvento.
Dice Gesรน anche a noi, oggi: โQuando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo perchรฉ la vostra liberazione รจ vicinaโ. Giร il profeta Geremia lโaveva predetto al popolo dโIsraele: โEcco, verranno giorni nei quali io realizzerรฒ le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giudaโ. Ecco, quei giorni sono arrivati. Il Signore torna perchรฉ venga presto un mondo nuovo ove i poveri sono meno poveri, ove gli altri non sono considerati nemici ma fratelli, ove chi soffre รจ consolato, ove chi รจ solo รจ accompagnato, chi รจ ripiegato su di sรฉ rialza lo sguardo verso gli altri e il futuro.
Il Vangelo dellโAvvento torna ancora una volta. E torna in questo tempo difficile. Torna per noi, per tutti gli uomini e soprattutto per i piรน poveri. ร il Vangelo che scioglie i cuori induriti; che apre la mente a chi pensa solo al proprio benessere; che apre lโudito a chi ascolta solo le proprie ragioni; che apre gli occhi a chi non vede oltre il proprio orizzonte. LโAvvento risveglia in noi e nel mondo lโattesa per il Signore che sta per venire: โalzatevi e levate il capo, perchรฉ la vostra liberazione รจ vicinaโ.
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ร il tempo di alzarci. Se noi smettiamo di fare le nostre cose per alzarci e andare ad accogliere un ospite che arriva, quanto piรน dobbiamo alzarci dalle nostre abitudini per andare ad accogliere il Signore che viene? E dobbiamo โlevare il capoโ, aggiunge Gesรน. Sรฌ, รจ facile rimanere ciechi per chi resta fisso a guardare se stesso. LโAvvento รจ un tempo per aprire gli occhi e rivolgerli verso il Signore che sta per venire. Lo vedremo a Natale quando ci recheremo alla grotta di Betlemme. Lasciamoci prendere per mano sino a quella grotta. Ne abbiamo bisogno. Gesรน avverte: โBadate bene. Non lasciatevi intontire da orge e ubriachezze.
Non abbiate troppe preoccupazioni materiali. Altrimenti diventerete pigri, vi dimenticherete del giorno del giudizio e quel giorno vi piomberร addosso improvvisamente. Infatti, esso verrร su tutti gli abitanti della terra come un laccio. Voi invece state svegli e pregate senza stancarviโ(Lc 21,35-36). Stare svegli e pregare: Gesรน ci chiede di essere svegli, ma non di quella veglia stordita degli abitanti di Betlemme i quali, appunto, โintontiti da orge e ubriachezzeโ, non vollero aprire la porta. E non ci fu posto per Gesรน nellโalbergo.
Il tempo dellโAvvento รจ una grazia per restare svegli e per alzare i nostri occhi nella preghiera al Signore. La Liturgia di questa prima domenica di Avvento fa cantare al suo inizio: โA te, Signore, innalzo lโanima miaโ. E la Comunitร , come una madre buona, ci aiuta a dirigere i nostri occhi e il nostro cuore verso quel bambino. In veritร , รจ il Signore stesso che ha rivolto su di noi il suo sguardo di misericordia e non cessa di donarci la sua parola. Potremmo dire che รจ lui stesso che ci prepara al suo Natale donandoci ogni giorno la sua parola. I giorni dellโAvvento sono infatti giorni di ascolto e di riflessione, giorni di preghiera e di amore.
La Parola di Dio sarร la lampada che guiderร i nostri passi illuminando e riscaldando il nostro cuore. Se persevereremo, forse sarร meno una grotta buia e una mangiatoia maleodorante e potrร divenire un luogo santo ove Gesรน torna a rinascere. Sentiamo perciรฒ rivolta anche a noi la benedizione dellโapostolo Paolo: โIl Signore vi faccia crescere e abbondare nellโamore vicendevole e verso tuttiโ(1 Ts 3,12). Sรฌ, il tempo dellโAvvento รจ anche un tempo di amore rinnovato per gli altri, un amore meno concentrato su di sรฉ, piรน largo per i fratelli e soprattutto per i poveri. Sรฌ, care sorelle e cari fratelli, non ripetiamo le nostre abitudini di sempre, non inseguiamo i nostri soliti pensieri.
LโAvvento รจ un tempo nuovo, รจ un tempo donatoci dal Signore per rinnovare il nostro cuore, per andare con le braccia piรน aperte verso i nostri fratelli e soprattutto verso i piรน poveri. ร su questa via che incontreremo il Signore. Mentre alziamo i nostri occhi verso lโalto e con insistenza diciamo: โVieni, Signore Gesรน!โ.
Per gentile concessione di mons. Paglia. – FONTE
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia