mons. Vincenzo Paglia – Commento al Vangelo del 26 Marzo 2020

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mons. Vincenzo Paglia

La pagina evangelica che abbiamo ascoltato รจ tra quelle che mostrano la forza e la grandezza dellโ€™amore di Gesรน. Egli si trova lontano dal villaggio dei suoi amici, Marta, Maria e Lazzaro quando gli giunge la notizia della morte dellโ€™amico. Per lui รจ pericoloso tornare in Giudea a causa delle minacce ricevute, ma decide di andare comunque dallโ€™amico: non puรฒ restare lontano dalla sofferenza e dal dramma della vita.

Per Gesรน, lโ€™amicizia รจ davvero profonda. Cโ€™รจ sempre. Quante volte invece gli uomini scappano di fronte alla sofferenza degli altri, aggiungendo cosรฌ al dramma del male lโ€™amarezza della solitudine! Non possiamo non pensare ai tanti uomini e alle tante donne sui quali ancora oggi รจ posta sopra una pietra pesante. Talora sono popoli interi ad essere oppressi da una fredda e pesante lastra, quella della guerra, della fame, della solitudine, della tristezza, della disgrazia, del pregiudizio, dellโ€™indifferenza. Sono tutte pietre fredde e pesanti che gravano non per caso o per un amaro destino, ma per la volontร  cattiva degli uomini; e spesso cโ€™รจ come una gara crudele a scavarsi la fossa vicendevolmente e a rincorrersi per chiuderla con una lastra pesante.

E i discepoli di Gesรน, anche oggi, molto spesso vogliono tenersi lontano, stare a distanza dai tanti Lazzaro sepolti e oppressi. Magari anchโ€™essi come Marta rivolgono a Gesรน una sorta di rimprovero: โ€œSe tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!โ€. รˆ come dire: โ€œSe tu Signore fossi stato vicino, non sarebbero accadute quelle disgrazieโ€, oppure: โ€œSe tu fossi stato accanto a quel popolo, non sarebbero successi tali sterminiโ€, e cosรฌ via. Il Vangelo, in veritร , ci dice che non รจ Gesรน a stare lontano, ma gli uomini. Anzi, talora si impedisce persino a Gesรน di avvicinarsi. Chiediamoci piuttosto: dove siamo noi, mentre milioni di persone muoiono di fame? Dove siamo noi mentre migliaia di persone sono sole e abbandonate negli ospedali? Dove siamo noi mentre vicino e lontano da noi cโ€™รจ gente che muore senza nessuno, che soffre senza che alcuno se ne accorga? E si potrebbe continuare.

Ebbene, vicino a costoro troviamo Gesรน.
Solo lui sta lรฌ accanto, e piange su questi suoi amici abbandonati, come pianse su Lazzaro. Accadrร  anche a lui tra qualche giorno, quando resterร  solo nellโ€™orto del Getsemani e, per lโ€™angoscia, suderร  sangue. Gesรน sta da solo davanti a Lazzaro, a sperare contro tutto e tutti. Persino le sorelle cercano di dissuaderlo mentre egli vuol far aprire la tomba. โ€œSignore, manda giร  cattivo odore: รจ lรฌ da quattro giorniโ€, gli dice Marta. Sรฌ, giร  puzza. Come puzzano i poveri; come puzzano i campi profughi con centinaia di migliaia, talora milioni, di persone; come puzzano tutti coloro sui quali si abbatte la cattiveria degli uomini.

Ma Gesรน non si ferma. Il suo affetto per Lazzaro รจ molto piรน forte della rassegnazione delle sorelle; รจ molto piรน saggio della stessa ragionevolezza, della stessa evidenza delle cose. Lโ€™amore del Signore non conosce confini, neppure quelli della morte; vuole lโ€™impossibile. Quella tomba, perciรฒ, non รจ lโ€™abitazione definitiva degli amici di Gesรน. Per questo grida: โ€œLazzaro, vieni fuori!โ€. Lโ€™amico sente la voce di Gesรน, appunto, come sta scritto: โ€œLe pecore conoscono la sua voceโ€, e ancora: il buon pastore โ€œchiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuoriโ€ (Gv 10,3). E giร  il profeta Ezechiele: โ€œEcco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mioโ€ (37,1). Lazzaro ascolta, ed esce. Gesรน non parla ad un morto, ma ad un vivo, semmai ad uno che dorme, per questo forse grida.

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E invita gli altri a sciogliere le bende allโ€™amico. Ma sciogliendo Lazzaro โ€œmortoโ€, Gesรน in veritร  scioglie ognuno di noi dal proprio egoismo, dalla propria freddezza, dalla propria indifferenza, dalla morte dei sentimenti. Racconta unโ€™antica tradizione orientale che Lazzaro, una volta risuscitato, non mangiasse altro che dolci. Questo per sottolineare che la vita donata dal Signore รจ dolce, bella; che i sentimenti che il Signore deposita nel cuore sono forti e teneri, robusti e amorevoli, e sconfiggono ogni amarezza e asprezza. โ€œIo sono la resurrezione e la vitaโ€, disse il Signore. Nel suo Vangelo, nel suo corpo, la vita risorge.

โ€œTogliete la pietraโ€. Gesรน apre il luogo della morte, non ha paura della nostra debolezza, del nostro peccato, che fa allontanare uomini tiepidi pronti a scansare le difficoltร  e le sofferenze della vita. โ€œLazzaro, vieni fuori!โ€. Gesรน chiama ogni uomo per nome. Il nome vuol dire tutta la vita di un uomo. Lui la difende dal male. Il suo amore รจ personale. Oggi lโ€™amicizia di Dio, che vediamo riflessa nellโ€™amicizia che lui genera tra gli uomini, richiama alla gioia i cuori ed un mondo ridotti a sepolcri. Lazzaro anticipa la Pasqua, quando Gesรน, amico della sofferenza di ogni uomo, sarร  lui travolto dal male. Sapremo noi essere amici suoi e commuoverci per lui? Questa รจ la scelta della Quaresima.

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